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Assemblea Abi, Giorgetti: “Non serve manovra lacrime e sangue”. Panetta: “Le banche sostengano il credito”

All’assemblea annuale dell’Abi, il ministro Giorgetti ha definito “ampiamente alla nostra portata” l’obiettivo Pil +1%. Panetta: “Nel secondo trimestre crescita +0,3%”. Patuelli: “Tassazione sul risparmio pesante, va ridotta”

Assemblea Abi, Giorgetti: “Non serve manovra lacrime e sangue”. Panetta: “Le banche sostengano il credito”

“Non serve una manovra lacrime e sangue” per ridurre il debito. Lo ha detto il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, intervenendo a Roma all’assemblea annuale dell’associazione bancaria italiana (Abi), un evento al quale ha partecipato anche il governatore della Banca d’Italia Fabio Panetta che ha previsto per il 2024 una crescita del Pil pari a +0,8%, con un +0,3% messo a segno nel solo secondo trimestre. Ad aprire l’evento è stato il presidente dell’Abi Antonio Patuelli che ha chiesto a gran voce una riduzione della tassazione troppo “pesante” sul risparmio e un ripensamento dell’Ace per favorire le imprese. 

Giorgetti: “Non serve una manovra lacrime e sangue”

“L’uscita dalla condizione di paese ad alto debito è un obiettivo raggiungibile” e “non serve una manovra lacrime e sangue ma una seria politica di controllo della spesa pubblica” perché l’Italia esca dalla sua condizione di “Paese sempre sotto esame”. Lo ha affermato il ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti all’assemblea annuale dell’Abi. Secondo lui, si tratta di un “obiettivo raggiungibile e da conseguire con determinazione”, anche perché  “il pareggio di bilancio, al netto del debito pregresso, un dovere morale per le future generazioni”. 

In un “contesto globale instabile e incerto l’economia italiana conferma un’ottima tenuta, gli andamenti macroeconomici sono positivi” ha continuato il ministro, ricordando che “negli ultimi 3 anni l’andamento della crescita è stato più sostenuto da altri paesi dell’area euro. I dati del primo trimestre sono in continuità con questo. Il rialzo del pil dello 0,3% è confortante perché ad oggi la crescita acquisita sarebbe già pari allo 0,6 e salirebbe allo 0,9% se le stime del governatore fossero confermate”. L’obiettivo della crescita del Pil dell’1% per il 2024 stabilito dal Def è dunque “ampiamente alla nostra portata”, ha aggiunto Giorgetti, definendolo un target “basato su criteri ragionevoli e di responsabilità”. Il ministro dell’Economia ha inoltre ricordato come il nostro Paese abbia già visto riconoscere i suoi sforzi da parte “dei risparmiatori italiani ed esteri” con la sottoscrizione del Btp Valore.

Nel corso del suo discorso, Giorgetti ha parlato anche di politica monetaria. “L’accelerazione” nella dinamica di riduzione dei tassi di interesse “deve essere graduale ma decisa, perché un ulteriore restringimento della domanda sarà insostenibile, o difficilmente sopportabile, per un’economia come quella italiana che ha bisogno di respirare”, ha avvertito.

Il responsabile dell’Economia si è poi concentrato sull’andamento delle “insolvenze” sui prestiti bancari garantiti dallo Stato sui finanziamenti, dicendo che “è contenuto e sotto controllo” oltre che in calo. Il ministro ha ricordato come dei 300 miliardi circa al 31 dicembre, più della metà (167) era riferito ai prestiti Covid e crisi energetica. 

Chiudendo il suo intervento, il ministro si è infine rivolto alla platea: le banche italiane, ha detto, “sono e continueranno ad essere il braccio operativo dell’economia del Paese, degli imprenditori che ogni giorni rischiano per fare impresa e rendere il Paese competitivo”. “Sono uomini e donne in carne ed ossa e quindi la banca non è un algoritmo e non lo deve essere e, soprattutto, non può esserlo il banchiere: metteteci intelligenza e cuore, anche i risultati saranno migliori”, ha concluso

Panetta: “Pil secondo trimestre +0,3%, sì fiducia, no a eccessivo ottimismo”

“L’attività economica nell’area dell’euro, dopo avere ristagnato per oltre un anno, è cresciuta dello 0,3 per cento nel primo trimestre del 2024”, mentre l’inflazione a giugno “è diminuita del 2,5%”, con la sua componente di fondo al 2,9%. Anche in Italia, nei primi tre mesi dell’anno, “la crescita è stata anche dello 0,3 per cento, e sarebbe rimasta dello stesso ordine di grandezza nel secondo”. Questo quanto affermato dal governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, all’assemblea annuale dell’Abi, nel corso della quale ha sottolineato anche che nel nostro Paese “continua l’espansione dei servizi, soprattutto quelli legati al turismo, mentre perdura la debolezza della manifattura. Per il complesso del 2024 le previsioni di Consensus Economics indicano una crescita dello 0,8 per cento”.

“L’attività è trainata principalmente dalla domanda estera netta”, mentre I consumi delle famiglie “crescono moderatamente, sostenuti dal positivo andamento del mercato del lavoro: nei primi cinque mesi del 2024 gli occupati sono stati, in media, quasi mezzo milione in più rispetto allo stesso periodo del 2023. La dinamica salariale rimane moderata”, ha aggiunto Panetta.

Nel complesso, l’economia italiana cresce “a ritmi moderati” e può contare “sull’irrobustimento delle imprese, la solida posizione finanziaria delle famiglie e la forza delle banche”. Secondo Panetta, si tratta di fattori che “ci consentono di guardare avanti con fiducia, ma non devono indurre a un eccessivo ottimismo”. “La solidità delle banche rappresenta oggi un elemento di forza del nostro sistema produttivo”.

Panetta: “Banche devono contribuire al rilancio dell’economia”

La ripresa economica, dopo un lungo periodo di ristagno, “è un segnale positivo”, ha commentato Panetta, sottolineando però che la sua evoluzione futura “rimane incerta”. Anche per questo motivo, le banche hanno “ora il compito di accompagnare la ripresa della domanda, affiancando famiglie e imprese ed evitando che il credito possa costituire un freno ai consumi e agli investimenti” Le banche “Potranno, per questa via, contribuire al rilancio dell’economia italiana” ha sottolineato il numero uno di via Nazionale, evidenziando che la contrazione del credito all’economia provocata dalla restrizione monetaria non ha avuto effetti dirompenti, a differenza di quanto avvenuto in passato. “Ciò riflette anche la robusta condizione reddituale e patrimoniale delle banche, cui ha contribuito la riforma normativa avviata dopo la crisi finanziaria”.

Panetta sui salari: “Aumento è recupero del potere d’acquisto”

Panetta ha poi parlato dei salari. “L’attuale aumento delle retribuzioni rappresenta un inevitabile recupero del potere d’acquisto, destinato ad affievolirsi a mano a mano che si ridurrà la perdita da recuperare”, ha previsto, sottolineando che “i minori costi degli input produttivi intermedi e i cospicui profitti sin qui accumulati consentono alle imprese di assorbire la crescita salariale senza trasferirla sui prezzi finali”. Infine, “l’incremento del costo del lavoro da un lato e il calo dei prezzi dell’energia e del costo del capitale dall’altro favoriranno un aumento del rapporto capitale-lavoro e della produttività, contribuendo anche per questa via a contenere le pressioni inflazionistiche”. Un elemento positivo e che rappresenta una marcata differenza con ciò che ha spesso contraddistinto l’Italia.

Panetta: “Non c’è un percorso predefinito sui tassi”

Parlando della politica monetaria, Panetta ha ribadito le parole più volte dette da Christine Lagarde: la Bce non ha un percorso predefinito. “La riduzione dei tassi ufficiali potrà proseguire con gradualità, accompagnando il ritorno dell’inflazione all’obiettivo, se gli andamenti macroeconomici rimarranno in linea con le attese del Consiglio direttivo della Bce”, ha spiegato. In caso contrario, “se eventi inattesi rischiassero invece di allontanarci dal sentiero previsto, in una direzione o nell’altra, dovremo essere pronti ad adeguare prontamente le nostre decisioni”. Secondo Panetta, inoltre, “le future decisioni di politica monetaria dovranno tenere conto di due importanti fattori. Il primo è che i rialzi passati dei tassi ufficiali stanno tuttora comprimendo la domanda, l’attività produttiva e l’inflazione e continueranno a farlo nei mesi a venire”. Il secondo è che “gli effetti espansivi dell’allentamento monetario che si profila per i prossimi mesi saranno attenuati dall’ulteriore contrazione del bilancio dell’Eurosistema, che continuerà ad agire in senso restrittivo sui costi di raccolta e sulla liquidità delle banche e quindi sull’offerta di credito all’economia”. 

Patuelli: “Tassazione sul risparmio va ridotta. Ripensare l’Ace per rafforzare le imprese”

I risparmiatori in Italia subiscono una pesante tassazione che spesso li orienta ad investire all’estero” e che va quindi ridotta. Lo ha detto il presidente dell’Abi Antonio Patuelli, aprendo la sua relazione all’assemblea annuale dell’associazione.

Patuelli ha spiegato che attualmente “i risparmiatori che investono a medio e lungo termine subiscono una tassazione di quasi il 60% del reddito lordo prodotto dalle banche: si sommano l’Ires, l’addizionale del 3,5% e quelle locali, la cedolare secca sui dividendi, l’Irap, l’Imu e l’imposta del bollo”. Il risparmio investito in strumenti di liquidità delle banche è indispensabile per erogare prestiti, ha aggiunto. 

Il presidente dell’Abi ha invocato inoltre l’arrivo di provvedimenti volti a favorire il lavoro giovanile e il patrimonio delle imprese. “È fondamentale un’economia più patrimonialmente solida in tutti i settori –  ha detto – chiediamo che venga ripensata l’Ace per favorire le imprese a rafforzare le solidità indispensabili per nuovi investimenti”. “L’Italia – ha aggiunto – deve sviluppare nuovi progetti per favorire le iniziative economiche e di lavoro dei giovani, non solo per l’acquisto della prima casa, per fornire ai giovani più possibilità di lavoro qualificato, competitive con quelle degli altri Stati europei”.

Patuelli ha poi definito una priorità “il completamento dell’Unione bancaria”, “da realizzare con un ’disegno centrale’, evitando la moltiplicazione delle norme, favorendo la competitività delle banche nella Ue e la prevenzione nelle crisi bancarie, con i Fondi interbancari che debbono essere preferiti alle più costose ’risoluzioni’ e a misure come il ’bail in’: debbono essere sempre rispettati i risparmiatori e i lavoratori”, ha affermato, sottolineando che uno degli obiettivi strategici da perseguire è “l’armonizzazione dei sistemi e delle aliquote fiscali”. 

“Le banche hanno assoluta necessità di avere stabilità delle tantissime norme internazionali, europee e nazionali che vanno semplificate: nel 2023 quelle indirizzate alle banche sono state diverse migliaia”, ha detto il numero uno dell’Abi che, chiudendo il suo intervento, ha affermato: “Piena e corretta deve essere la concorrenza fra big tech, cripto attività e banche, con regole identiche, anche fiscali, e uguale Vigilanza, nella società aperta, senza sopraffazioni monopoliste tecnologiche, per un’economia competitiva, democratica e sostenibile, mai rassegnata e inerte verso i cambiamenti climatici”. Secondo lui, “uguali regole sono indispensabili anche in Italia per garantire l’uguaglianza nei punti di partenza per la corretta concorrenza, come per la piattaforma “PagoPA”, per la quale è stata trovata una soluzione equilibrata”.

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