Il Labour Party torna al potere dopo 14 anni di Governo ombra. Come da pronostici, i laburisti hanno stravinto le elezioni del 4 luglio, conquistando 412 seggi, solo 6 in meno rispetto allo storico risultato raggiunto nel 1997 da Tony Blair. Keir Starmer è dunque Primo Ministro al posto dell’uscente Rishi Sunak che torna a casa dopo la disfatta storica del Partito Conservatore. Per i Tory questa elezione rimarrà negli annali: è il peggior risultato mai ottenuto dal dopoguerra. Grande soddisfazione anche per Nigel Farage, che entra per la prima volta nella sua carriera alla Camera dei Comuni, con il suo Reform Party che conquista 4 deputati. Festeggiano i liberaldemocratici centristi di Ed Davey, che hanno ottenuto il loro miglior risultato di sempre. Da segnalare il dato sull’affluenza, scesa ai minimi da oltre 20 anni: secondo dati non ancora definitivi, alle urne sarebbe andato il 59,8% degli elettori, in netto calo rispetto al 67,3% del 2019.
Starmer: il primo discorso da Primo Ministro
A metà giornata, dopo aver ricevuto l’incarico da primo ministro da Re Carlo, Keir Starmer ha pronunciato il suo primo discorso ufficiale davanti al numero 10 di Downing Street.
“Il Paese ha votato per il cambiamento, per il rinnovamento, per il ritorno della politica al servizio pubblico”, ha detto il neo premier aprendo il suo discorso in cui ha affermato “viene prima il Paese che il partito, al Regno Unito serve una vera ripartenza”.
“Da ora in poi avrete un governo libero da dottrine, guidato solamente dalla determinazione di servire i vostri interessi. Per sfidare, silenziosamente, coloro che hanno dato per spacciato il nostro paese”, ha sottolineato Starmer, aggiungendo che: “se vi chiedessi ora se credete che la Gran Bretagna sarà migliore per i vostri figli, so che molti di voi direbbero di no. E così il mio governo combatterà ogni giorno finché non ci crederete di nuovo”. Il leader laburista ha spiegato: “Quando il divario fra sacrifici delle persone e servizi che ricevono dai politici diventa di questa dimensione, questo porta a una stanchezza nel cuore di una nazione, un sentir esaurire le speranze, lo spirito, le convinzioni di un futuro migliore”. Starmer ha parlato di “bisogno di andare avanti insieme”.
Ciò che occorre fare è dunque “Ricostruire il Paese”” e la sua economia, all’insegna di “confini sicuri, di più sicurezza nelle strade”, più risorse al sistema sanitario nazionale (Nhs), “rispetto per la dignità di tutti, opportunità dalle fonti di energia verdi”. Starmer ha concluso il suo discorso con un appello: “Con umiltà e rispetto vi chiedo di unirvi dietro questo governo di servizio per rinnovare il Paese”: “Una grande nazione” e una nazione “coraggiosa” di fronte alle burrasche della storia e di un mondo sempre più “volatile”.
Elezioni Regno Unito: chi ha vinto
I laburisti non vincevano un’elezione da 19 anni (Gordon Brown era subentrato dopo le dimissioni del suo predecessore). L’ultima volta fu nel 2005 con Tony Blair. Non solo, da 27 anni il Labour Party non vinceva un’elezione partendo dall’opposizione e non dal Governo. Ce l’ha fatta adesso, con una vittoria a valanga che consegna nelle mani del partito una maggioranza granitica con 412 deputati eletti (la maggioranza è di 344). Un trionfo sonoro con il quale il Regno Unito svolta ufficialmente a sinistra, mentre il resto dell’Europa continentale cerca di resistere all’avanzata dell’estrema destra. È un successo notevole per Keir Starmer, capace nei suoi 5 anni di leadership di rinnovare profondamente il partito, riportandolo su posizioni moderate che lo hanno riavvicinato al ceto medio ed epurando qualsiasi radicalismo.
Non si può che annoverare tra i vincitori Nigel Farage che al suo ottavo tentativo dopo sette fallimenti è stato eletto per la prima volta alla Camera dei Comuni. Il suo Reform Uk ha conquistato il 14,3% dei voti a livello nazionale, ma a causa del sistema elettorale inglese, un maggioritario puro noto come First Past the Post che premia solo i vincitori dei collegi e dunque favorisce i partiti più grandi, i seggi sono solo 4, uno dei quali è il suo che ha stravinto nel collegio di Clacton-on-Sea, nell’Essex. Raggiunto anche un altro obiettivo: rubare voti a destra ai conservatori, ampliando il tonfo del partito.
Esultano anche i liberaldemocratici centristi (12,3%), che hanno conquistato 71 seggi, ottenendo il miglior risultato della loro storia. Alle elezioni del 2019 i libdem avevano eletto solo 8 deputati.
Migliorano la loro performance anche il Green Party (5 seggi, 2 in più del 2019), il partito gallese di Plaid Cymru (4 seggi, +2), il principale partito di centrosinistra dell’Irlanda del Nord, Sinn Féin (7 seggi) che per la prima volta ha superato il DUP (sceso da 8 5 seggi). Anche il Sdlp, il partito nazionalista dell’Irlanda del Nord, è riuscito ad entrare alla Camera dei Comuni con 2 deputati.
Nelle fila dei vincitori c’è infine l’ex leader laburista Jeremy Corbyn, esponente della sinistra radicale che è stato eletto nel collegio di Islington North a Londra. E lo ha fatto da candidato indipendente, dato che era stato espulso dal Labour proprio per mano del suo successore Starmer. Potrebbe essere questa l’unica nota negativa di una giornata trionfale per i laburisti.
Elezioni Regno Unito: chi ha perso
A livello nazionale, i laburisti hanno ottenuto il 33.7% dei voti, i Conservatori il 23,7% e da molte parti del Regno Unito arriva lo stesso commento: “Non hanno vinto i laburisti, hanno straperso i conservatori”. Le proiezioni indicano infatti che, rispetto al 2019, il partito laburista ha sì incrementato i propri voti, ma non tanto quanto ci si sarebbe aspettato (+1,8%). A perdere un numero record di suffragi (-19,9%) sono stati invece i conservatori di Rishi Sunak, scesi ai minimi della loro storia. “Il conto della Brexit è arrivato”, dicono in molti, ma nei 14 anni di governo conservatore c’è stato anche molto altro. Una serie innumerevole di scandali, il tracollo del sistema sanitario, il crollo della sterlina dopo il pasticcio fiscale di Liz Truss, la controversa legge sull’immigrazione voluta da Sunak per racimolare consensi. Il risultato finale di quanto accaduto è tutto nei numeri: 121 deputati eletti, 251 in meno rispetto a 5 anni fa.
Male, molto male, anche lo Scottish National Party che ha perso gran parte dei propri seggi nel Parlamento britannico. Gli indipendentisti scozzesi, che dominano la politica locale negli ultimi 15 anni, hanno conquistato solo 9 seggi, 28 in meno rispetto alle elezioni di cinque anni fa, retrocedendo da terzo a quinto partito. “Non è una buona notte per l’SNP”, ha ammesso l’ex primo ministro Nicola Sturgeon, mentre il leader dello SNP alla Camera dei Comuni, Stephen Flynn, ha parlato di uno «tsunami» ai danni del suo partito.
Quattordici ministri conservatori perdono il seggio
Nemmeno i ministri sono riusciti a tenersi il posto in Parlamento. E a rischio c’era anche il Premier uscente, che alla fine ce l’ha fatta. Rishi Sunak è stato eletto nella circoscrizione Richmond and Northallerton, nel North Yorkshire, dove era candidato per i conservatori. “Mi dispiace e mi prendo tutta la responsabilità della sconfitta”, ha detto Rishi Sunak nel suo ultimo discorso al Regno Unito pronunciato davanti a Downing Street, prima di andare a Buckingham Palace da re Carlo III e rassegnare le sue dimissioni. “Mi dimetterò dalla carica di leader conservatore, ma non immediatamente”, ha spiegato Sunak.
Rimangono fuori dalla Camera dei comuni quattordici ministri del governo uscente, tra i quali il ministro della Difesa, Grant Shapps, quella dell’Istruzione, Gillian Keegan e quello per la Scozia, Alister Jack.
Ha perso il suo seggio anche la ex premier britannica conservatrice Liz Truss ha perso il suo seggio nella circoscrizione di South West Norfolk, mentre alle ultime elezioni nel 2019 aveva ottenuto una maggioranza di oltre 26.000 voti. Truss, aveva guidato il governo Tory nel 2022 per soli 45 giorni, record negativo nella storia del Regno Unito.
I commenti
Dai leader internazionali arrivano i primi commenti e le tradizionali congratulazioni, la maggior parte dei quali su X, al nuovo Primo Ministro. Il presidente del Consiglio europeo Charles Michel è tra i primi a intervenire: “Congratulazioni Keir Starmer per la storica vittoria elettorale nel Regno Unito. L’Ue e il Regno Unito sono partner cruciali, che cooperano in tutti i settori di reciproco interesse per i nostri cittadini. Non vedo l’ora di lavorare con te e con il tuo governo in questo nuovo ciclo per il Regno Unito. Ci vediamo presto alla riunione della Comunità politica europea del 18 luglio nel Regno Unito, dove discuteremo delle sfide comuni, tra cui stabilità, sicurezza, energia e migrazione”.
“Congratulazioni Keir Starmer per la tua vittoria elettorale. Non vedo l’ora di lavorare con te in un partenariato costruttivo per affrontare le sfide comuni e rafforzare la sicurezza europea”, scrive su X la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen.
“Le mie congratulazioni a Starmer per la sua affermazione elettorale. Lo stato dei rapporti tra Italia e Regno Unito è eccellente e sono certa che continueremo a coltivare un rapporto di collaborazione forte e affidabile tra le nostre grandi Nazioni, nell’interesse dei nostri cittadini e in linea con gli obiettivi strategici comuni», ha scritto Giorgia Meloni su X.
“Congratulazioni Keir Starmer per la vittoria. Continueremo il lavoro iniziato con il Regno Unito per la nostra cooperazione bilaterale, per la pace e la sicurezza in Europa, per il clima e per l’intelligenza artificiale”, commenta il presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron.
Parole simili da parte del cancelliere tedesco Olaf Scholz: Faccio le mie congratulazioni a Keir Starmer. In quanto amici in Europa, i nostri Paesi sono strettamente legati nella politica, nell’economia e nella società civile. Sono ansioso di approfondire la nostra cooperazione nella Nato, nel G7 e tra i nostri governi”.
Congratulazioni a Starmer per la vittoria “convincente” anche dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky. “L’Ucraina e il Regno Unito sono stati e continueranno ad essere alleati affidabili nella buona e nella cattiva sorte. Continueremo a difendere e a portare avanti i nostri valori comuni di vita, libertà e ordine internazionale basato sulle regole”, ha scritto Zelensky. Molto più freddi invece i commenti arrivati dalla Russia. “Non vale la pena di aspettarsi cambiamenti significativi dal nuovo governo”, si legge su “Ria Novosti”, secondo cui i laburisti “sicuramente continueranno il corso dei predecessori in termini di russofobia ed escalation del conflitto in Ucraina”.
Il primo ministro canadese Justin Trudeau ha detto invece di voler lavorare da subito con Stramer per costruire “un futuro più progressista ed equo” per le persone su entrambe le sponde dell’Atlantico. “Andiamo al dunque, amico mio”, ha aggiunto Trudeau.
“Mentre si prepara a entrare a Downing Street come Primo Ministro, non vedo l’ora di lavorare insieme a lei e al suo nuovo governo per riportare a casa i nostri ostaggi, per costruire un futuro migliore per la regione e per approfondire la stretta amicizia tra Israele e il Regno Unito”, ha commentato su X il presidente israeliano Isaac Herzog.
(Ultimo aggiornamento: ore 15.30 del 5 luglio).