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Spagna, la Corte suprema nega l’amnistia a Puigdemont, trema anche il governo Sánchez

Secondo la Corte Suprema l’amnistia approvata dal Governo spagnolo si applica al reato di disobbedienza, ma non a quello di appropriazione indebita, quindi Puigdemont rimane ricercato

Spagna, la Corte suprema nega l’amnistia a Puigdemont, trema anche il governo Sánchez

Nonostante la legge varata dal Governo Sánchez lo scorso maggio, la Corte Suprema spagnola ha negato la concessione dell’amnistia al leader catalano Carles Puigdemont, uno dei principali promotori del referendum indipendentista della Catalogna, che dal 2017 vive in esilio in Belgio per evitare l’arresto. Si tratta di un colpo durissimo per i partiti indipendentisti catalani, che da sempre vedono Puigdemont come un punto di riferimento. L’ex presidente catalano inoltre è il leader del partito Junts, che fa parte della coalizione che tiene in piedi l’attuale governo. E sono in molti a pensare che la decisione del Tribunale supremo potrebbe avere contraccolpi anche sulla tenuta del fragile esecutivo spagnolo

La Corte Suprema Spagnola nega l’amnistia a Puigdemont

“Il giudice della Corte Suprema ha emesso oggi un’ordinanza in cui dichiara l’amnistia non applicabile al reato di appropriazione indebita nel caso contro l’ex presidente della Generalitat Carles Puigdemont”, ha affermato la corte in un comunicato, precisando che il mandato d’arresto nei suoi confronti rimane in vigore. Per i massimi giudici iberici, restano validi anche i mandati d’arresto spiccati nei confronti di due stretti collaboratori dell’ex presidente della Catalogna, Toni Comín e Lluís Puig, che come lui fuggirono all’estero dopo il referendum. 

La decisione dei giudici dell’Alta Corte arriva a meno di due mesi di distanza dal via libera definitivo del Governo Sanchez alla legge che concede l’amnistia ai leader catalani incriminati o sotto procedimento giudiziario per il loro coinvolgimento nel processo indipendentista catalano, poi fallito. 

La Corte suprema dice No all’amnistia per Puigdemont

Secondo la Corte suprema, l’amnistia si applica al reato di disobbedienza, ma non a quello di “malversaciòn”, vale a dire di appropriazione indebita perché compiendo quest’ultimo gli imputati hanno ottenuto un beneficio personale patrimoniale. Una tesi che nelle ultime settimane ha creato non poche polemiche in Spagna e che è stata respinta dalla Procura e dall’Avvocatura di Stato. 

Il risultato però non cambia: Puigdemont, che era stato incriminato per appropriazione indebita, disubbidienza e terrorismo, non può godere dell’amnistia e resta comunque ricercato. Se tornerà in Spagna andrà incontro all’arresto. Dopo aver appreso la notizia, il leader catalano ha scritto su X: “La Toga Nostra”, un riferimento all’organizzazione mafiosa Cosa Nostra.

Le possibili conseguenze per il Governo spagnolo

E sono in molti a chiedersi quali saranno adesso le conseguenze della decisione per il Governo Sánchez, nato proprio in seguito all’accordo sull’amnistia tra socialisti e indipendentisti catalani. L’intesa era arrivata lo scorso novembre, mentre la legge sull’amnistia era stata approvata in via definitiva a maggio garantendo la cancellazione della “responsabilità penale, amministrativa e contabile” per più di 300 leader e attivisti indipendentisti incriminati di vari reati.

Pochi giorni fa era arrivata la prima pronuncia nei confronti di Miquel Buch, un esponente di Junts per Catalunya, che era stato condannato a quattro anni e mezzo di carcere e a 20 anni di interdizione dai pubblici uffici per aver usato impropriamente fondi pubblici e per aver commesso atti contrari al proprio dovere d’ufficio.

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