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Riconoscimento della Palestina, alla Camera fumata nera

Niente da fare alla Camera per la mozione dedicata al riconoscimento dello Stato di Palestina. Dopo alcuni interventi, il Governo ha rinviato la questione a data da destinarsi

Riconoscimento della Palestina, alla Camera fumata nera

Fumata nera alla Camera sul riconoscimento dello Stato di Palestina. La discussione in aula sulle mozioni presentate dal Movimento 5 stelle e Avs che appunto impegnano il governo al riconoscimento dello Stato palestinese si è conclusa con un nulla di fatto e l’aggiornamento a data da definirsi. Lega e Forza Italia non sono intervenuti nel dibattito.

Per il governo parla solo un deputato di FdI

Per i partiti di governo ha preso la parola solo il deputato di Fdi Giangiacomo Calovini: “fughe in avanti o azioni politiche unilaterali potrebbero avere, oggi, una forte eco mediatica, ma non andrebbero nella direzione auspicata da tutti”, ha scandito, insistendo sul fatto che “il governo italiano ritiene doveroso che la creazione di uno Stato palestinese debba essere parte di un più ampio processo politico, coordinato a livello internazionale. Questa posizione, insieme agli alleati, è stata ribadita durante la riunione dei Ministri degli Esteri del G7 a Capri del 19 aprile: si è sottolineato che una soluzione territoriale per lo Stato palestinese debba essere definita attraverso negoziati, nel contesto di un assetto globale, riconoscendo anche lo Stato palestinese e il suo status di membro, a pieno titolo, all’interno delle Nazioni Unite.”

Opposizione, Boldrini: “Dare esecuzione a risoluzione del 2015”

Sul fronte dell’opposizione, Laura Boldrini (Pd-Idp) ha ricordato che “Il Parlamento italiano approvò già nel 2015 una risoluzione che impegnava il Governo a riconoscere lo Stato di Palestina e sarebbe ora di dare esecuzione a quell’indirizzo parlamentare. Uno Stato per i palestinesi serve a colmare un’ingiustizia verso un popolo che ha diritto, come tutti i popoli, alla propria autodeterminazione e anche a sanare una lacerazione nel tessuto del diritto internazionale che dura da 77 anni, ma serve anche a garantire la pace”.

Ovviamente favorevole al riconoscimento della Palestina anche M5s, con gli interventi di Stefania Ascari, Andrea Quartini, Carmen Di Lauro. “Significa riconoscere formalmente la sovranità dei confini di quel territorio- ha detto Stefania Ascari- e il diritto all’autodeterminazione del popolo che lo abita; significa dare ad esso la possibilità di stringere accordi con altri Stati, relazioni diplomatiche, essere parte di organizzazioni internazionali, soprattutto sedersi, finalmente, ai tavoli e stipulare negoziati; significa porre fine all’occupazione illegale di territori altrui da parte di Israele, che è la prima causa di radicalizzazione, oltre all’assenza totale di diritti in capo al popolo palestinese; significa dare finalmente un vero segnale di disaccordo con la strategia terrorista di Netanyahu”.

Duro col governo Devis Dori, di Alleanza Verdi e Sinistra: “in aula affermò di volere il riconoscimento dello Stato di Palestina parlando di due popoli e due Stati, ma poi, nei fatti, nel voto di sulla risoluzione Onu del 10 maggio scorso l’Italia si è astenuta sul riconoscimento della Palestina come qualificata per diventare a pieno titolo membro delle Nazioni Unite”.

Esauriti gli interventi dei vari deputati e non essendoci poi ulteriori iscritti a parlare, il governo si è “riservato di intervenire successivamente” e quindi la discussione si è chiusa con un rinvio.

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