La freddezza degli italiani verso le tasse è nota. Però in tempi di magra e di patriottismi gratuiti, una bella tassa sulle industrie che inquinano ci starebbe. Ci pensi la premier Giorgia Meloni che nell’ultima indagine su clima ed energia dell’Ipsos non esce bene. La ricerca, fatta per conto di Earth4All e dell’Alleanza per i Beni Comuni, rileva che soltanto il 25% degli intervistati pensa che il governo Meloni possa prendere decisioni onerose per chi attenta all’ambiente. Non tutti i mali di cui soffre il Paese sono arrivati con il centrodestra a Palazzo Chigi e affermarlo sarebbe ingeneroso. Ma il ruolino di marcia sull’economia circolare e sui soldi da spendere, or sono più di un anno e mezzo, ha molti segni negativi.
L’indagine è stata condotta nei Paesi del G20 e il governo italiano sul punto specifico raccoglie il gradimento più basso. Un gradimento fiacco che fa pensare, perché al recente G7 di Borgo Egnazia, Meloni aveva parlato di straordinari risultati su energie rinnovabili, clima, tutela ambientale. Ieri nell’incontro elettorale a Parigi per le elezioni francesi, il candidato del Rassemblement National, Jordan Bardella, ha promesso ai francesi di ridurre l’Iva su carburanti, elettricità e gas del 5,5%. È un tema forte della destra che farà la differenza nel risultato elettorale fuori dalle grandi città.
Bolletta luce: in Italia paghiamo il 23% in più
L’Italia resta il paese dell’Ue nel quale le imprese pagano l’energia elettrica il 23% in più rispetto alla media europea. Va male anche per le famiglie che secondo Eurostat nel 2023 hanno speso più di 960 euro per le bollette della luce. La destra italiana è, dunque, meno realista di quella francese? Ha vinto le elezioni politiche ma l’economia sostenibile non è nelle sue corde e il caro energia la vede impreparata. I sondaggi fatti in casa dovrebbero indicare sfiducia in settori vitali, ma giova agitare lo sproposito della guerra civile, rifugiarsi nell’autonomia differenziata che su ambiente ed energia provocherà sfracelli.
È vero che gli intervistati da Ipsos in generale desiderano anche una tassa sulle grandi ricchezze, ma i desideri come i sogni muoiono sempre all’alba. Le persone vorrebbero tassare i ricchi pensando a un nuovo sistema economico. Per loro le tasse più alte servirebbero a redistribuire le risorse. Hanno sicuramente trascurato, gli intervistati, che il tema è largamente dibattuto e nei paesi dove questo è avvenuto ci sono stati mille escamotage per sfuggire a regole siffatte. Quanto a clima, ambiente e salubrità tutto come prima.
Nuovi indici per l’economia ?
Roma ha provato a mettere una tassa sui superprofitti delle company energetiche e si è incartata. La maggioranza degli adulti loquaci intervistati insiste: la tassa più pesante sui ricchi, è un “mezzo per cambiare i nostri stili di vita”. Di chi ? Da Chiara Ferragni allo stagista a 800 euro al mese? La paura che i cambiamenti climatici siano irreversibili è diffusa in tutti i paesi industrializzati. Nemmeno questo è un dato fresco, però quando al tema climatico si associa quello sulla salute, sulle polveri sottili e la mobilità dannosa, c’è da stare all’erta. Da questo punto di vista le maglie nere dell’Italia riempiono un armadio.
Un ultimo numero? Il 62% di coloro che hanno risposto all’Ipsos ritiene che il successo economico di un Paese dovrebbe essere misurato in base alla salute e al benessere dei suoi cittadini, non alla velocità di crescita dell’economia. È un pensiero squisito, un parametro accettabile ma ancora lontano dagli schemi dell’economia reale e della finanza. Una buona transizione energetica ed ecologica servirà a farlo crescere, evidentemente non dove governano nazionalisti e conservatori.