Nessun leader dovrebbe ignorare la storia di chi l’ha preceduto per avere successo, diceva un francese di successo: Napoleone Bonaparte. A dar retta soltanto al brutto sguardo di Giorgia Meloni a Emmanuel Macron al G7 di Borgo Egnazia, verrebbe da pensare che Italia e Francia in questi giorni sono in freddo. Per via dei loro leader che la storia dovrebbero, invece, studiarla sempre, come ammoniva l’Imperatore. Tuttavia temiamo che al grande pubblico – italiano e francese – di diverbi politici e occhiatacce, interessi davvero poco. C’è altro di serio cui dare retta. Cioè?
Una delle ragioni del désintéressement sta sicuramente nel ciclo di eventi italiani “Passions Olympiques. L’Italia si fa bella!” in corso a Parigi fino a settembre. L’Istituto Italiano di Cultura in occasione dei Giochi Olimpici ha preparato un programma straordinario di arte, storia, tradizioni, letteratura, cinema, sport: in altre parole un viaggio nell’italianità. 41 giornate di programmazione, 59 eventi, 40 nella sede dell’Istituto Italiano di Cultura all’Hôtel de Galliffet, 12 fuori sede, 38 film e documentari, 200 tra artisti, tecnici e maestranze impegnati in una kermesse senza sosta.
Le prove generali dello sport
Parigi in questi giorni fa le prove generali delle Olimpiadi e le elezioni politiche che precederanno l’inaugurazione del 26 luglio, tutto sommato sono una variabile. Kylian Mbappé, il calciatore più famoso di Francia è entrato a gamba tesa (sic!) contro gli estremismi e ha fatto bene. Di politica si parla, certo, ma gli affari sono affari e il glamour della città più romantica e affascinante del mondo profuma di euro, dollari, yen, sterline. Arriveranno milioni di persone da tutto il mondo e ogni paese vorrà essere visibile, qui dove è già tutto visibile.
Allora, “Voilà, les italiens” che vogliono stupire, superare quella falsa inferiorità rispetto ai francesi e che hanno creato un palinsesto con mostre, spettacoli, concerti, proiezioni e performance mai visto prima. Nessuna concorrenza con i cugini (Giorgia Meloni stia serena) tant’è che per celebrare lo sport Antonio Calbi, direttore dell’Istituto Italiano di Cultura è ricorso a Pier Paolo Pasolini appassionato di calcio, che di sicuro non è nel Pantheon della premier: “Il calcio è l’ultima rappresentazione sacra del nostro tempo. È rito nel fondo, anche se è evasione. Mentre altre rappresentazioni sacre, persino la messa, sono in declino, il calcio è l’unica rimastaci”.
Arte, cinema, icone italiane
Eh sì, che mentre la Nazionale italiana di calcio gioca gli europei in Germania, a Parigi bisogna organizzarsi per vedere di cosa sono, sono stati, capaci gli italiani. Vuoi ammirare qualcosa di arte nella città del Museo più visitato al mondo ? C’è la mostra “Le sfide del corpo” con tre sculture a tema: “Il Pugile seduto”, bronzo del I° secolo a.C. ,”Il Discobolo Lancellotti”, “Le Forme uniche della continuità nello spazio” dell’artista futurista Umberto Boccioni. I francesissimi fratelli Luoise e Auguste Lumiere hanno inventato il cinematografo, però la italianissima Cinecittà è stato il ritrovo di tutti coloro che non volevano andare a Hollywood. Vuoi farlo sapere ? Voilà, dal 24 al 26 giugno, la rassegna “Les émotions des Jeux Olympiques sur l’écran” presenta il meglio delle produzioni cinematografiche su sport e cinema. Una carrellata emozionante dalle Olimpiadi di Roma 1960 a quelle di Tokyo 2020, dai ritratti di Enzo Ferrari a Bebe Vio, all’universo dei giovani dei quartieri di Napoli che frequentano palestre alla ricerca di un riscatto curato dall’attore Sasà Striano.
Tra il politicamente corretto e le illusioni di giovinastri squattrinati ti immergi poi in film come “Palombella Rossa” di Nanni Moretti o “Rocco e i suoi fratelli “di Luchino Visconti. La scena teatrale italiana ha dedicato negli ultimi anni una significativa attenzione allo sport, dicono all’Istituto di Cultura parigino. Per questo si presenta la Maratona di New York, tenuta a battesimo in Italia da Luca Zingaretti e Bruno Armando, la storia della squadra femminile di calcio che negli anni Trenta sfidò le norme di genere dell’epoca, quella di Alfonsina Strada, prima donna ad aver concorso al Giro d’Italia, di Muhammed Ali e di Roberto Baggio. Appuntamenti da non perdere che conducono alle radici di un paese che sa essere meglio di come viene rappresentato. In fondo i francesi non disdegnano di relazionarsi con gli italiani. Si incupiscono per fatti oggettivi.
“E i francesi che s’inc….”
Giro d’Italia e Tour de France sono il mito delle due ruote, la storia di campioni, di “francesi che si incazzano” ci ricorda Paolo Conte perché Gino Bartali al Tour era un italiano in gita. Qualcosa che ci fa ricordare le due ruote sono le dieci bici-generatori di energia elettrica in mostra e giusto per guardare al futuro. Musica ? E chi se ne dimentica. Speriamo di cantare a squarciagola nelle gare olimpiche, ma il Paese d’o sole nella performance espositiva abbatte i facili stereotipi, pur apprezzati dai francesi quando vengono en Italie . Qui si presenta con musica e canti popolari dalla Basilicata e dalla Sardegna. Giorgio Gaber e Enzo Jannacci sono, invece, i protagonisti di due documentari-ritratti di grande valore artistico. Infine, icone europee ma italiane ? Gae Aulenti, Arnaldo Pomodoro, Marcello Mastroianni, Sofia Loren, Altiero Spinelli, Anna Maria Ortese, Natalia Ginzburg, la moda nelle foto di Paolo Roversi e un’altra infinità di personaggi, talenti, racchiusi nei simulacri di avvenimenti che sono nella storia dell’Europa. Parigi li presenta. Macron e Meloni lo sanno ?