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Francia: Glucksmann apre con riserva all’unità delle sinistre, Hollande boccia Melenchon, Bolloré finanzia le nozze tra gollisti e Le Pen

Destra e sinistra francese in piena fibrillazione. Che si fa se l’unione delle sinistre non basta a battere l’estrema destra di Le Pen? Bolloré getta definitivamente la maschera e sponsorizza le nozze tra i gollisti di Ciotti e Le Pen

Francia: Glucksmann apre con riserva all’unità delle sinistre, Hollande boccia Melenchon, Bolloré finanzia le nozze tra gollisti e Le Pen

La scena politica francese è in fermento, con tensioni interne e inaspettate alleanze che si stanno formando in vista delle elezioni anticipate del 30 giugno. Raphaël Glucksmann, leader progressista, sta cercando di unire strategicamente le forze di sinistra per contrastare le destre unite, mentre Vincent Bolloré, magnate miliardario e figura politica influente, sarebbe la mentre dietro il patto tra il Rassemblement National di Marine Le Pen e i gollisti. Nel frattempo, il presidente Emmanuel Macron, affronta la sua sfida personale. Nonostante i suoi trionfi elettorali passati, l’inquilino dell’Eliseo sta vivendo un crescente dissenso tra gli elettori francesi. Mentre cerca di rinvigorire la sua immagine pubblica, la sua leadership è sempre più contestata, soprattutto fuori da Parigi, aprendo la strada a alternative politiche che promettono di scuotere lo status quo.

Bolloré, la mente dietro l’unione delle destre francese

Vincent Bolloré è da tempo un sostenitore chiave dell’unione delle destre in Francia. Come riportato dal Corriere della Sera, il magnate miliardario ha orchestrato il finanziamento di un’inedita coalizione tra i Repubblicani e il Rassemblement National. Con la sua capacità di plasmare alleanze politiche, Bolloré ha facilitato i colloqui tra le fazioni conservatrici con l’obiettivo di unire una destra moderata con una più identitaria sotto una sola bandiera. Questa coalizione, descritta da Le Monde e ispirata al modello italiano, si articola in tre fazioni: il Rassemblement National di Marine Le Pen e Jordan Bardella, posizionato centralmente come Giorgia Meloni e Fratelli di Italia; una destra più radicale e identitaria guidata da Eric Zemmour, con posizioni simili a quelle di Matteo Salvini e Lega; infine i Repubblicani, moderati, liberali e leggermente europeisti, che hanno visto il loro consenso scendere al di sotto del 10%, seguendo un percorso analogo a quello di Forza Italia prima di un repentino recupero nelle elezioni europee. L’intenzione di Bolloré è chiara: mitigare la frammentazione interna e consolidare un fronte conservatore unito e potente.

Repubblicani nel caos: Ciotti espulso ma non si arrende

L’accordo tra i gollisti e Rn non è stato esente da contrasti interni. L’annuncio di Ciotti ha incontrato forte opposizione tra i dirigenti del partito, suscitando perplessità anche da parte di Nicolas Sarkozy. Xavier Bertrand, noto per aver battuto Marine Le Pen nella regione Hauts-de-France, ha espresso indignazione, definendo Ciotti privo di onore e coraggio e contribuendo alla sua destituzione. Questo ha portato alla nomina di Annie Genevard come nuovo leader, ma Ciotti, eletto dai membri del partito, ha ribadito la sua posizione: “Rimango il presidente della nostra formazione politica”.

Nella famiglia Le Pen, si è verificato un dramma simile. Marion Maréchal, nipote sia di Marine Le Pen sia del fondatore Jean-Marie Le Pen, ha abbandonato il partito per unirsi a Riconquista, il movimento di Eric Zemmour. Tuttavia, il suo tentativo di creare un’alleanza tra Riconquista e Rassemblement National è stato smentito da Bardella, intensificando le tensioni e le divisioni all’interno del partito di Zemmour.

Glucksmann sostiene “l’unione della sinistra” ma boccia Mélenchon, come Hollande

Il dramma politico si estende anche alla sinistra francese, dove è stato rivitalizzato il concetto di Fronte Popolare. Questa alleanza storica, risalente agli anni ’30, si configura oggi come una forza di opposizione unita contro l’ascesa delle destre unite. Nonostante le prime proiezioni che indicano buone prospettive, con previsioni di conquistare tra 150 e 190 seggi, rimane in secondo piano dietro al Rassemblement National, proiettato tra 220 e 270 seggi, lontano dalla maggioranza assoluta di 289 seggi. Al centro delle discussioni c’è Raphaël Glucksmann, leader di Place Publique che dopo quattro giorni di silenzio ha manifestato sostegno per un’unità strategica a sinistra in vista delle elezioni legislative, ma ha escluso di aderire al nuovo cartello elettorale della sinistra in costruzione. “L’unione della sinistra è cruciale per evitare che il Rassemblement National vinca e prenda il governo del Paese”, ha sottolineato l’artefice della resurrezione della sinistra moderata, che con l’Alleanza tra Socialisti e il suo movimento Place Publique ha ottenuto alle europee il 14%.

Glucksmann ha motivato la sua posizione facendo riferimento alle garanzie ottenute sul sostegno all’Ucraina e sulla condanna dell’antisemitismo, accordate dalle forze che compongono la coalizione, inclusi i radicali di sinistra di Jean-Luc Mélenchon, leader di La France Insoumise. Tuttavia, ha chiaramente escluso Mélenchon come potenziale leader della coalizione, preferendo una figura più conciliante e meno divisiva per rappresentare l’opposizione.

Parallelamente, l’ex presidente François Hollande ha gettato benzina sul fuoco criticando apertamente Mélenchon. Durante un’intervista televisiva su TF1, l’ex inquilino dell’Eliseo ha accusandolo di polarizzare e frammentare il panorama politico di sinistra. Il suo appello è stato a favore di una strategia più pragmatica e moderata per unire le forze progressiste contro il pericolo rappresentato dall’estrema destra.

L’annuncio di queste alleanze e le reazioni polarizzate hanno acceso il dibattito pubblico mentre la Francia affronta sfide economiche e sociali sempre più pressanti. Con un elettorato incerto, l’esito delle prossime elezioni potrebbe cambiare radicalmente il corso politico del paese. Il destino dell’Europa pende sulla bilancia mentre si attende di vedere l’impatto di queste coalizioni sul voto degli elettori e sul futuro governo francese.

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