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Borsa, elezioni e Fed pesano ancora sui listini: Europa in rosso, Milano la peggiore. Lo spread continua a salire

Dopo un’apertura sopra la parità, peggiora l’umore delle Borse europee preoccupate per gli effetti delle elezioni in Germania e soprattutto in Francia. Milano cede oltre l’1% zavorrata dalle banche, lo spread tocca quota 145 punti base

Borsa, elezioni e Fed pesano ancora sui listini: Europa in rosso, Milano la peggiore. Lo spread continua a salire

Dopo un’apertura sopra la parità, le Borse europee peggiorano col passare delle ore e a metà giornata viaggiano in rosso con gli investitori ancora preoccupati per gli effetti delle elezioni europee dopo i ribaltoni avvenuti in Francia e Germania, ma anche curiosi di conoscere le prossime mosse della Fed, che domani potrebbe dare nuove indicazioni sui tassi. Non solo, sempre mercoledì, arriveranno dagli Usa i nuovi dati sull’inflazione, determinanti per comprendere quale sarà il futuro monetario a stelle e strisce. 

Ma i prezzi restano un tema centrale anche in Europa nonostante il taglio dei tassi della settimana scorsa, con il consigliere della Bce Francois Villeroy de Galhau che assicura che la Banca centrale europea riporterà l’inflazione all’obiettivo del 2% entro il prossimo anno, nonostante il previsto “rumore di disturbo” dei dati mensili di quest’anno. “Questo ‘rumore di disturbo’ non è molto significativo e quindi siamo ancora più ‘guidati dalle prospettive’ e seguiremo ancora più attentamente le previsioni sull’inflazione”, ha detto Villeroy. Dalla finlandia il banchiere della Bce Olli Rehn conferma: “È importante vedere il quadro generale. Sono stati compiuti notevoli progressi nel riportare l’inflazione verso l’obiettivo, soprattutto da settembre 2023”, ha detto Rehn in un comunicato. L’inflazione è scesa di oltre 2,5 punti percentuali dall’ultimo aumento dei tassi della Bce nel settembre 2023, ha aggiunto. L’inflazione dovrebbe tornare all’obiettivo di medio termine della Bce del 2% nell’anno a venire, nonostante il suo percorso discendente “sia rallentato un po’ negli ultimi mesi”, ha affermato Rehn.

Rimanendo sul fronte macro, occhi anche sul rapporto mensile sul mercato del lavoro pubblicato in Gran Bretagna, che ha mostrato un continuo indebolimento dell’occupazione, scesa di 139 mila nei tre mesi terminanti ad aprile rispetto ai tre mesi terminanti a gennaio. Il tasso di disoccupazione inglese è salito così al 4,4% nei tre mesi fino ad aprile rispetto al 4,3% nei tre mesi fino a marzo. I posti vacanti sono diminuiti per il 23° mese consecutivo. Il rapporto tra posti vacanti e disoccupati è sceso a 0,60, che è ora sostanzialmente in linea con il livello pre-pandemia alla fine del 2019. 

Le Borse europee peggiorano con l’incertezza elettorale

Gli effetti delle elezioni europee continuano a farsi sentire sulle Borse, con lo Stoxx 600 perde lo 0,6%. Tra i principali listini, Madrid è in rosso dello -0,94%, mentre Francoforte e Parigi cedono oltre lo 0,6%. Amsterdam segna -0,26%, mentre fuori dalla Ue Londra è in ribasso dello 0,6%. 

Sull’azionario occorre segnalare il crollo di Atos (-12,5%). Il gruppo tech francese ha accettato un’offerta di ristrutturazione del debito guidata dall’anchor investor David Layani, che diluirà in modo massiccio la partecipazione degli attuali azionisti. Ucb guadagna invece il 2,58% dopo che J.P.Morgan ha aggiornato la raccomandazione sui titoli del gruppo biofarmaceutico belga a ‘neutral’ da ‘underweight’. Naturgy scivola del 12% dopo che la holding Criteria ha abbandonato il piano di acquisizione dell’azienda spagnola del gas con Taqa di Abu Dhabi.

Milano in rosso zavorrata dalle banche

Dopo aver aperto in rialzo, a metà giornata Piazza Affari realizza la peggiore performance d’Europa cedendo l’1,17% a 34.137 punti. A pesare sul Ftse Mib sono soprattutto le banche, ancora in profondo rosso dopo le vendite di lunedì: Banco Bpm perde il 3,2%, zavorrata dal taglio del giudizio da parte di Morgan Stanley, da ‘Overweight’ a ‘Equal’. Tuttavia la banca d’affari ha innalzato il target price a 7,7 euro (da 7,10). Stesso rating per altre banche italiane, come Unicredit (da 40 a 43 euro), che perde l’1,94%) e Intesa Sanpaolo (da 4,2 euro a 4,7), in rosso dell’1%. Male anche Mps l’1,95% e Bper Banca l’1,85%.

Viaggia in ribasso del 2% Moncler, sotto la parità gli energetici: Saipem -1,86%, A2a (-1,48%), Snam (-1,25%).

Miglior titolo del Ftse Mib è invece Amplifon (+1,78%). Frazionali rialzi anche per Prysmian (+0,35%), Diasorin (+0,29%), Mediobanca (+0,14%).

Fuori dal paniere principale Solid World Group crolla del -9,39% dopo il lancio dell’aumento di capitale. Da segnalare anche Banca Profilo (+1,4%) dopo i rumors su un’offerta vincolante da parte di Barents Re. Secondo il Messaggero, il gruppo di riassicurazione europeo sarebbe pronto a fare “a breve” un’offerta vincolante sulla maggioranza e a lanciare un’opa sulle azioni residue. Barents Re agirebbe in cordata con due investitori italiani, tra cui il family office Lmdv, che fa capo a Leonardo Maria Del Vecchio.

Sale ancora lo spread, tensione sui rendimenti

Ma gli effetti delle elezioni europee si abbattono soprattutto sui titoli di stato con lo spread tra Btp e Bund che cresce ulteriormente toccando i 145 punti base dai 141 della vigilia. Il rendimento del decennale italiano benchmark si attesta invece al 4,12% dal precedente 4,08%. Il rendimento del Bund scende invece dal 2,67 al 2,65%. Ancora sotto i riflettori i bond francesi dopo che il presidente Emmanuel Macron, ha indetto le elezioni anticipate per fine mese, a seguito del risultato elettorale. Dopo i forti movimenti di ieri, oggi il tasso dell’Oat a 10 anni è al 3,27%. Gli analisti di Unicredit sottolineano che la reattività del mercato nelle ultime 24 ore “ha fornito a tutti un’idea di ciò che ci si potrebbe aspettare nel periodo precedente alle elezioni francesi, con l’incertezza che potrebbe durare fino al secondo turno di votazioni del 7 luglio”. Secondo gli esperti, la performance del Bund, invece, molto probabilmente inizierà presto a concentrarsi (ma non esclusivamente) sui driver di mercato “regolari” come le indicazioni della Bce, l’andamento dell’inflazione e i dati sul sentiment delle imprese,

Gli altri mercati

Le quotazioni del petrolio sono in ribasso mentre gli investitori attendono i dati sull’inflazione di Stati Uniti e Cina e l’esito della riunione politica della Federal Reserve per avere un quadro più chiaro della direzione dei prezzi e di come questo influirà sulla domanda di carburante. Alle 12.30 i futures sul Brent cedono lo 0,4% a 81,3 dollari il barile e i futures sul greggio statunitense West Texas Intermediate perdono quasi mezzo punto percentuale a 0,08%, a 77,36 dollari. È in rialzo quasi di un punto il gas a 34,8 euro al megawattora.

Sul valutario l’euro si muove a quota 1,074 dollaro, stesso livello della chiusura di ieri. 

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