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La Bce taglia i tassi di 25 punti base, ma resta prudente sulle prossime mosse e alza le stime sull’inflazione

Dopo tre anni di politica monetaria restrittiva, arriva il primo taglio dei tassi dal 2016, ma la Bce avvisa: “Restano forti le pressioni sui prezzi”. Le nuove stime su Pil e inflazione

La Bce taglia i tassi di 25 punti base, ma resta prudente sulle prossime mosse e alza le stime sull’inflazione

Tasso sui depositi: dal 4 al 3,75%. Tasso sui rifinanziamenti principali: dal 4,50 al 4,25%. Tasso sui prestiti marginali: dal 4,75% al 4,50%. Come ampiamente atteso, dopo tre anni finisce l’era della politica restrittiva e si apre quella dell’allentamento monetario.

La Banca Centrale europea ha tagliato i tassi d’interesse di 25 punti base per la prima volta dal 2016 e le Borse, che nelle ultime settimane avevano già ampiamente digerito la mossa, proseguono al rialzo senza scossoni. L’attesa, infatti, è tutta proiettata sulle parole che Christine Lagarde pronuncerà nel corso della conferenza stampa in corso a Francoforte. Dal comunicato del Consiglio Direttivo, neanche una parola in più: le prossime decisioni, sottolineano ancora una volta i banchieri centrali, saranno prese “meeting dopo meeting” anche perché “le pressioni sui prezzi restano forti, dal momento che la crescita dei salari resta elevata e l’inflazione resterà verosimilmente a livelli più alti del target fino al prossimo anno”.

L’allentamento monetario rischia dunque di essere lento. “Sembra improbabile che la Bce effettui più di due tagli dei tassi in solitaria prima che la Fed inizi quest’anno. – afferma S&P – Inoltre, si prevede che le riduzioni dei tassi della Fed si protrarranno fino al 2026, ben oltre il completamento dei tagli da parte della Bce”. A confermare l’ipotesi anche le previsioni sull’inflazione riviste al rialzo. “Supponendo che l’inflazione si allinei ai target e che la crescita raggiunga il potenziale entro la metà del prossimo anno, come previsto, è probabile che la Bce limiti i tagli dei tassi a non più di uno per trimestre fino al terzo trimestre del 2025, con un tasso di deposito al minimo al 2,5%”, continua l’agenzia di racing.

Bce: “Opportuno moderare il grado di restrizione della politica monetaria”

“Sulla base di una valutazione aggiornata delle prospettive di inflazione, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria, è ora opportuno moderare il grado di restrizione della politica monetaria dopo nove mesi di tassi di interesse invariati”, si legge nel comunicato della Bce, con il Consiglio Direttivo che sottolinea: “Da settembre 2023, l’inflazione è diminuita di oltre 2,5 punti percentuali e le prospettive di inflazione sono migliorate notevolmente. Anche l’inflazione di fondo è scesa, rafforzando i segnali di un indebolimento delle pressioni sui prezzi, e le aspettative di inflazione hanno registrato una flessione su tutti gli orizzonti. La politica monetaria ha mantenuto restrittive le condizioni di finanziamento”. “Frenando la domanda e facendo sì che le aspettative di inflazione restassero ben ancorate – aggiunge l’Eurotower – ciò ha contribuito in misura rilevante al rientro dell’inflazione”.

Bce: le nuove previsioni sull’inflazione e sul Pil 

“Malgrado i progressi degli ultimi trimestri, persistono forti pressioni interne sui prezzi poiché la crescita delle retribuzioni è elevata; l’inflazione resterà probabilmente al di sopra dell’obiettivo fino a gran parte del prossimo anno”, spiega la Bce che poi passa alle percentuali.

L’Eurotower prevede una crescita dell’inflazione al 2,5% nel 2024, al 2,2% nel 2025 e all’1,9% nel 2026, mentre le stime sull’inflazione core parlano di 2,8% nel 2024, 2,2% nel 2025 e al 2,0% nel 2026. A marzo gli esperti della Banca Centrale avevano previsto una crescita dell’inflazione pari al 2,3% nel 2024, al 2,0% nel 2025 e all’1,9% nel 2026, mentre le stime sull’inflazione core erano per una crescita del 2,6% nel 2024, del 2,1% nel 2025 e del 2,0% nel 2026.

Per quanto riguarda il Pil, invece, la Bce si aspetta una crescita del prodotto interno lordo dell’Eurozona pari allo 0,9% nel 2024, all’1,4% nel 2025 e all’1,6% nel 2026. A marzo gli esperti avevano previsto una crescita del pil pari allo 0,6% nel 2024, all’1,5% nel 2025 e all’1,6% nel 2026.

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