Il rimbalzo dei listini europei è andato progressivamente raffreddandosi nell’ultima parte della seduta, per una chiusura in verde, ma sotto i massimi di giornata.
Ad alimentare la volatilità ha contribuito il nervosismo in attesa delle Bce e l’avvio di Wall Street, nonostante un andamento sostenuto del Nasdaq (+1,4%), mentre gli investitori soppesano i dati macroeconomici del giorno in chiave di politica monetaria. Intanto oggi la Banca centrale del Canada ha tagliato i tassi di 25 punti base e domani toccherà alla Bce procedere con una decisione, che è attesa in allentamento nella stessa misura (-0,25%). Come nota Bloomberg sarebbe la prima volta che la banca europea anticipa le mosse della Fed. Oltre ai tassi saranno sotto i riflettori domani anche le nuove stime sull’inflazione dell’Istituto centrale e soprattutto le parole di Christine Lagarde sul percorso futuro. Il timore è che il taglio atteso sia uno zuccherino, ma che la Bce freni sull’azione nelle riunioni successive.
Europa in rialzo al traino dei titoli tech; a Wall Street Nvidia da record a due giorni dal frazionamento azionario
I listini europei sono in rialzo, al traino dei titoli tech e delle utility. Regina del continente è la piazza più tecnologica, Amsterdam +1,88%, seguita a distanza da Francoforte +0,94%, Parigi +0,87%, Madrid +0,55% e Londra +0,2%.
Piazza Affari si colloca nel mezzo, con un guadagno dello 0,68% che porta l’indice delle blue chip a 34.507 punti base, al seguito del titolo tech del listino Stm (+3,05%). Bene le utility, mentre le banche hanno rallentato il passo nella seconda parte della seduta.
Sono i tecnologici a dare sprint al Nasdaq a New York con dati macro che alimentano le speranze di una Fed più colomba. Nvidia (+3%) è nuovamente in rally e si avvicina al record di 3000 miliardi di capitalizzazione a pochi giorni (dopo la chiusura di venerdì 7 giugno) dello stock split annunciato nelle scorse settimane insieme alla brillante trimestrale. Il frazionamento azionario avverrà con il rapporto di 10 a 1, così da ridurre il prezzo delle azioni, mantenendo comunque invariato il valore della società. In questo modo sarà più conveniente per investitori e dipendenti acquistare titoli del colosso dei chip per l’intelligenza artificiale.
Buone e cattive notizie dal fronte macroeconomico
Anche se meteo-borsa oggi è orientata al bel tempo, si vede qualche nuvolaglia dovuta alle numerose notizie macro, che influenzano le previsioni sull’azione delle banche centrali.
In questo periodo ci siamo abituati all’idea che alcune cattive notizie macroeconomiche sono buone in chiave di politica monetaria. Altre però restano cattive e basta e in questo dubbio amletico si dibattono gli investitori, soprattutto a Wall Street. È un bene se l’economia si raffredda leggermente (perché salgono le probabilità che la Fed intervenga sui tassi a settembre), è un male se questa si raggela soprattutto in un contesto in cui l’inflazione perdura oltre il 2%.
Oggi negli Stati Uniti il quadro appare in chiaroscuro.
Sul piatto della bilancia tra le notizie cattive, ma buone si può mettere il fatto che le imprese private a maggio abbiano creato meno posti di lavoro del previsto: 152.000, dato più basso degli ultimi quattro mesi e sotto le previsioni di 175.000. Sullo stesso piatto della bilancia va il fatto che l’aumento annuale dei salari per chi cambia lavoro sia sceso per il secondo mese al 7,8%. La crescita dei salari per chi resta in servizio è rimasta invece stabile per il terzo mese al 5%.
Intanto però il settore dei servizi statunitense è tornato in modalità di crescita a maggio dopo una contrazione di breve durata nel mese precedente, con il più forte aumento dell’indice dell’attività delle imprese in tre anni e questo potrebbe rafforzare la cautela della Federal Reserve nei confronti di tagli ai tassi di interesse.
L’Institute for supply management (Ism) ha rilevato che l’indice dei responsabili degli acquisti del settore non manifatturiero è salito a 53,8 il mese scorso da 49,4 di aprile. Il valore di maggio, il più alto da agosto, ha ampiamente superato le stime.
Nella zona euro si teme molto meno un’economia effervescente e così non dovrebbe mutare l’atteggiamento della Bce e resta una buona notizia il fatto che l’attività commerciale nel blocco nel mese di maggio sia cresciuta al ritmo più rapido dell’anno, poiché l’espansione del settore servizi, dominante nell’area, ha superato la contrazione del manifatturiero.
L’indice HCOB PMI composito è salito il mese scorso a 52,2 punti da 51,7 di aprile, incrementando la distanza dalla soglia 50 che separa contrazione ed espansione.
Il settore servizi ha continuato ad espandersi in Italia (54,2 punti) e Germania (54,2), è scivolato invece in contrazione in Francia.
Euro-dollaro poco mosso; fallisce il rimbalzo il petrolio
Sul mercato valutario l’euro tratta poco mosso contro dollaro alla vigilia della Bce. Il cambio è in area 1,086, in leggerissimo calo.
Tra le materie prime fallisce il rimbalzo invece il petrolio, che ieri ha toccato i minimi da quattro mesi. Al momento il Brent, scadenza agosto, tratta intorno a 77,3 dollari al barile e il greggio texano, luglio 2024, è poco sopra i 73 dollari.
Rialza la testa invece l’oro, con il prezzo dello spot gold in crescita dell’1% a 2351,6 dollari l’oncia.
Piazza Affari, Telecom in maglia nera e banche contrastate
In Piazza Affari la maglia nera del giorno va a Telecom Italia -2,11%, nel giorno in cui Fastweb ha annunciato di avere venduto la sua quota in FiberCop (4,5%) a Optics Bidco (società controllata di Kkr), per un corrispettivo in cash di 438,7 milioni di euro, un valore in linea con il prezzo pro rata pagato da Kkr a Tim per la sua quota. La transazione rimane soggetta al completamento della transazione relativa a NetCo.
Le banche chiudono contrastate: arretrano Pop di Sondrio -1,83%, Banco Bpm -0,81%, Finecobank -0,76%. Si apprezzano Banca Mediolanum +2,17%, Monte Paschi +1,94%. Sale inoltre Nexi +22,4%. Bene l’auto con Iveco +2,14%, Ferrari +1,88%, Stellantis +1,28%.
Sono positive le utility a partire da Enel +1,14%.
Spread e tassi in calo
Chiude una seduta positiva la carta italiana, che vede scendere lo spread e i tassi.
Il differenziale di rendimento tra Btp decennale Bund di durata uguale chiude a 129 punti base e i tassi arretrano. Il titolo italiano è indicato al 3,76% e quello tedesco al 2,48%.