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Borsa chiusura 4 giugno: il primo taglio dei tassi atteso dalla Bce colpisce le banche che con i petroliferi mandano in rosso i listini

Se non ci saranno colpi di scena, giovedì la Bce dovrebbe tagliare i tassi dello 0,25 e le banche soffrono in Borsa. Il calo dei prezzi del petrolio pesa su Saipem ed Eni. In India la risicata vittoria elettorale di Modi fa precipitare la Borsa

Borsa chiusura 4 giugno: il primo taglio dei tassi atteso dalla Bce colpisce le banche che con i petroliferi mandano in rosso i listini

Il petrolio viaggia anche oggi in ribasso e il rebus banche centrali resta irrisolto, così i listini europei chiudono la seduta odierna in calo, senza trovare spunti rialzisti nell’avvio debole di Wall Street.

Piazza Affari cede l’1,14% e arretra a 34.276 punti base, appesantita da titoli bancari e titoli petroliferi.

Francoforte è in maglia nera, -1,15%%, con il tonfo di Siemens Energy (-6,13%) e Allianz (-3,05%). Limitano i danni sotto l’1% Parigi -0,75%, Amsterdam -0,38%, Londra -0,39% e Madrid -0,97%.

Dal fronte asiatico le indicazioni sono state miste: sono andate bene le borse cinesi e Hong Kong (+0,22%), mentre i principali indici indiani sono sprofondati del 6% circa (Bse Senex -5,76%, Nse Nifty -5,93%), con il conteggio dei voti che ha rivelato una vittoria meno schiacciante per il primo ministro Narendra Modi, che punta al suo terzo mandato dopo le recenti elezioni. Ieri gli exit poll avevano mandato in orbita la piazza di Mumbai e la rupia, ma oggi l’impatto con la realtà dello spoglio ha travolto borsa e moneta indiane.    

Ancora incertezza sulla politica monetaria. Usa a rischio stagflazione? 

In Europa come a New York il clima si è spostato oggi sull’avversione al rischio, soprattutto a causa dell’incertezza sulla politica monetaria. Gli investitori restano in stand by o procedono con qualche realizzo, in vista della riunione della Bce di giovedì e di quella della Fed della prossima settimana. La prima dovrebbe tagliare i tassi dello 0,25%, ma quanto farà in futuro resta un’incognita. La seconda passerà oltre questa riunione e potrebbe intervenire sul costo del denaro con un leggero allentamento nel mese di settembre. Gli ultimi dati macro statunitensi però dipingono un quadro imprevisto, che da un lato fa salire le probabilità dell’atteso allentamento a settembre, ma dall’altro inquieta perché rivela alcune crepe nella granitica economia a stelle strisce. In un contesto di inflazione persistente (comunque superiore al target del 2% della banca centrale), l’economia ha cominciato a indebolirsi e questo richiama il fantasma della stagflazione (alta inflazione e bassa crescita), uno spettro assai temuto dagli investitori e che può lasciare la Federal Reserve in un guado difficile da attraversare.

Qualche importante indicazione in settimana arriverà dal rapporto sull’occupazione, mentre in giornata sarà pubblicato il rapporto Jolts sulle offerte di lavoro.

Anche oggi intanto i prezzi dei titoli del Tesoro statunitensi sono in rialzo, dopo che ieri l’indice Ism manifatturiero è sceso a maggio a 48,7 punti dai 49,2 di aprile (confermato), contro stime per 49,6.

Petrolio e oro in rosso

Continua a deprezzarsi il petrolio, fiaccato dai dati Usa e dal complesso accordo sulla produzione da parte dell’Opec+. Dopo il tonfo della vigilia al momento i future di Brent e Wti cedono entrambi oltre l’1,5%. Sul mercato valutario il dollaro rialza la testa. 

Sono in profondo rosso i future dei metalli e il lingotto, consegna immediata, cede l’1,4% per un prezzo di 2317,70 dollari l’oncia.

Sul mercato dei cambi il dollaro rialza la testa e l’euro tratta intorno a 1,0877.

Piazza Affari, bene Cucinelli, Stm e utility

La giornata è no sul principale listino di Piazza Affari, ma Cucinelli +2,3% e Stm +1,87% contribuiscono ad addolcire la pillola finale. In particolare il gruppo italo-francese ha annunciato un accordo di fornitura a lungo termine di carburo di silicio (Sic) con Geely Auto Group, produttore cinese di automobili e veicoli a nuova energia.

Nel complesso archivia una seduta positiva il comparto delle utility a partire da Terna +1,63% e Snam +1,56%. Quest’ultima Snam ha confermato di aver presentato un’offerta vincolante finalizzata all’acquisto del 100% di Edison Stoccaggio. L’offerta – si spiega in una nota congiunta – fa seguito all’avvio delle trattative in esclusiva tra Edison e Snam annunciate lo scorso 24 febbraio.

Nel settore sanitario si apprezza Amplifon +1,79%.

Il rosso è intenso invece per banche e petroliferi.

La lista dei ribassi si apre con Saipem, -4,3% e procede con Unicredit -4,15%, Monte Paschi -3,53%, Bper -3,16%, Eni -2,8%, Intesa -2,44%.

Le prese di beneficio penalizzano Telecom -2,18%.

Spread poco mosso

L’obbligazionario continua a muoversi in acque piuttosto calme. Lo spread tra decennale italiano e tedesco chiude a 133 punti base, con tassi rispettivamente al 3,82% e 2,52%.

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