Condividi

Borsa chiusura 31 maggio: nessun Sell in May ma listini deboli in Europa e in ribasso negli Usa

Piazza Affari e le principali Borse del Vecchio continente chiudono maggio in altalena (ma Milano ha guadagnato il 2% nel mese) mentre l’allontanarsi del calo dei tassi della Fed fa soffrire le Borse americane e soprattutto il Nasdaq. Smentito però il vecchio detto “Sell in May and go away”

Borsa chiusura 31 maggio: nessun Sell in May ma listini deboli in Europa e in ribasso negli Usa

L’inflazione della zona euro è salita leggermente nel mese di maggio, mentre l’indice PCE statunitense è rimasto fermo in aprile: i mercati oggi non hanno trovato in questi attesissimi dati la sperata spinta in chiave di politica monetaria. Così le borse europee del blocco chiudono poco mosse e Wall Street è contrastata a metà giornata, dopo un avvio timidamente positivo. Il DJ sale dello 0,15%, ma il Nasdaq cede l’1,27%. La condanna di Donald Trump non ha, per ora, innescato terremoti, nonostante il candidato presidente sia il primo ex inquilino della Casa Bianca a subire una condanna penale. Arretrano sulla piazza di New York le azioni Trump Media -5,3%.

Europa debole, si riflette sulle mosse della Bce dopo giugno

Il Toro resta imbrigliato anche oggi in Eurolandia, alle prese con un’inflazione che non piega del tutto la testa.

Piazza Affari (+0,13%) e Parigi (+0,18%) sono timidamente positive, Francoforte perde lo 0,1%, Amsterdam lo 0,22%, Madrid lo 0,17%. Fuori dalla zona della moneta unica svettano invece Zurigo +1,09% e Londra +0,56%.

La giornata era particolarmente attesa dai mercati per i dati sull’inflazione, ma la montagna ha partorito un topolino.

Secondo Eurostat i prezzi al consumo nei 20 paesi che condividono l’euro sono aumentati del 2,6% su base annua a maggio, allontanandosi leggermente dall’obiettivo del 2% della Bce dopo aumenti del 2,4% nei due mesi precedenti. 

Il dato non dovrebbe incidere sulla riunione della Banca centrale europea del 6 di giugno. Giovedì prossimo infatti Christine Lagarde dovrebbe ridurre i tassi d’interesse di 25 punti base. Dopo giugno però lo scenario si fa più incerto. Come nota Bloomberg nelle ultime settimane la presidente e i colleghi hanno sì cementato l’aspettativa per una mossa in anticipo rispetto alla Fed, ma poi i dati hanno mostrato una pressione sui salari ancora attiva e un’inflazione vischiosa, così le posizioni dei falchi hanno acceso la discussione sui passi successivi.

Per il governatore della Banca d’Italia Fabio Panetta in ogni caso l’aumento del tasso era atteso e quindi si tratta di una notizia “né buona né cattiva”.

Anche l’indice dei prezzi Usa per le spese destinate ai consumi personali (PCE) ha rispettato le previsioni nel mese di aprile e si è confermato al 2,8%, su base annua. Si tratta di un’indicazione che non sposta le previsioni viste fin qui, di una Fed prudente nel mettere mano al costo del denaro. L’istituto centrale Usa ha varato da marzo 2022 a questa parte una stretta monetaria pari a complessivi 525 punti base, nel tentativo di raffreddare la domanda e l’inflazione. Inizialmente i mercati finanziari si aspettavano un primo taglio dei tassi in marzo, poi a giugno e adesso a settembre.

Sul mercato dei cambi l’euro tratta in lieve rialzo contro dollaro, in area 1,085. Il biglietto verde si avvia verso il primo calo mensile del 2024. I prezzi dei Titoli del Tesoro Usa vedono al momento prezzi in rialzo e rendimenti in calo.

Tra le materie prime tratta debole il petrolio.

Piazza Affari, rimbalza Pirelli, tonfo di Telecom

In Piazza Affari anche oggi sono state protagoniste Pirelli +2,81% e Telecom -2,81%.

Le azioni della Bicocca agguantano un rimbalzo, dopo lo scivolone di ieri provocato dal collocamento della quota in mano al fondo cinese Silk Road.

Le azioni di Tim invece chiudono in profondo rosso, dopo essere arrivate a perdere in giornata fino al 6%. Nella seduta della vigilia il titolo era precipitato negli stessi abissi, ma era riuscito a chiudere in rialzo dell’1,5% grazie a uno scatto finale innescato dal via libera incondizionato della Commissione europea alla cessione di NetCo a Kkr.

Tra i maggiori rialzi del giorno si segnalano inoltre Leonardo +2,08%, Recordati +1,98%, Hera +1,19%. Poste Italiane si apprezza dello 0,56%. Il titolo è “buy” per Banca Akros, grazie ai fondamentali solidi. Secondo il broker potrebbe essere positiva anche la notizia che il Tesoro abbia fissato al 51% la soglia minima della quota pubblica, ridimensionando i piani di disimpegno iniziali.

Sono in ribasso le azioni di Saipem -1,68% e Stellantis -1,34%. Realizzi su Unipol -1,51% e Diasorin -1,7%.

Chiudono una seduta poco mossa le banche.

Spread in rialzo, stasera Moody’s

Lo spread tra Btp e Bund, entrambi di durata decennale, chiude poco variato a 133 punti base. Scendono leggermente i rendimenti, rispettivamente al 3,95% e 2,62%.

A mercati chiusi Moody’s aggiornerà il giudizio sull’Italia, attualmente “BAA3” (un gradino sopra il livello “spazzatura”), con outlook stabile. Il ministro Giorgetti è ottimista sulla valutazione dell’agenzia di rating. Intanto oggi il governatore di Bankitalia Panetta, nelle sue prime considerazioni finali, ha sottolineato che “l’economia italiana soffre di problemi gravi ma non siamo condannati alla stagnazione”.

Commenta