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Banca d’Italia, Panetta nelle Considerazioni finali: “Non siamo condannati alla stagnazione ma occhio al debito”

Banca d’Italia, le Considerazioni finali del Governatore Panetta: “L’economia italiana soffre di problemi gravi ma non siamo condannati alla stagnazione”. I temi ineludibili? Il “debito pubblico elevato” che rappresenta una “zavorra” e il Mezzogiorno. Demografia e produttività i nodi per crescere. Il ruolo cruciale della IA. E sul taglio dei tassi: “No a politica monetaria eccessivamente restrittiva, Bce tempestiva e graduale”

Banca d’Italia, Panetta nelle Considerazioni finali: “Non siamo condannati alla stagnazione ma occhio al debito”

“L’economia soffre di problemi gravi”, tuttavia “non siamo condannati alla stagnazione“. Perché “guardando al futuro, l’Italia potrà conseguire ritmi di sviluppo sostenuti se saprà, da un lato, affrontare le conseguenze del calo e dell’invecchiamento della popolazione e, dall’altro lato, imprimere una decisa accelerazione alla produttività”. Parole che non rappresentano un manifesto politico, ribadisce la Banca d’Italia. Ma una “lucida e rigorosa analisi economica“. Le Considerazioni finali del governatore Fabio Panetta, oggi all’esordio a Palazzo Koch davanti al gotha dell’economia e della finanza, insistono su tassi, inflazione (le percentuali dell’Eurozona appaiono “in linea con le nostre previsioni, dice), banche che sono “solide ma non bisogna abbassare la guardia”, debito – quello “pubblico italiano è una zavorra” -, futuro della Ue e, in maniera diffusamente inedita, sul ruolo che la tecnologia, Intelligenza artificiale in primis, avrà nel giocare la partita del futuro, per l’Italia come per il resto d’Europa. Cosa fare per crescere? I nodi su cui concentrarsi, secondo il Governatore che incassa un lungo applauso finale, sono demografia e produttività: “Se applaudite ancora faccio il bis“, è la chiosa rivolta alla platea, al termine del discorso.

Panetta: “Ancora problemi gravi per l’economia italiana”

L’economia italiana soffre ancora di “problemi gravi, alcuni radicati e di difficile soluzione” ma “non riesco a credere che un Paese con la nostra storia, le nostre risorse, le nostre potenzialità, che insieme agli altri Stati membri ha saputo creare una comunità che ha garantito sviluppo, benessere e convivenza pacifica a milioni di europei, non possa oggi superare difficoltà che sono sotto gli occhi di tutti, su cui tutti concordiamo”, ha detto il Governatore nelle sue Considerazioni finali. “L’Italia – ha aggiunto – ha concorso a fondare l’Unione europea: ora può e deve concorrere al suo progresso. È con la forza di questa prospettiva che dobbiamo guardare con fiducia al futuro”.

Panetta: “Non siamo condannati alla stagnazione”

“Non siamo condannati alla stagnazione. La ripresa registrata dopo la crisi pandemica è stata superiore alle previsioni e a quella delle altre grandi economie dell’area”. Secondo Panetta, infatti, alcuni indicatori “sembrano oggi dirci che un’inversione di tendenza è possibile“. Il Governatore avverte però che “non dobbiamo farci illusioni: la nostra economia soffre ancora di problemi gravi, alcuni radicati e di difficile soluzione” e cita in primis il ritardo economico del Sud e l’elevato debito pubblico, “questioni ineludibili per la politica economica”.

Panetta: “Debito e Mezzogiorno temi ineludibili”

L’Italia, infatti, ha un “debito pubblico elevato” e “una tale zavorra ci costringe ogni anno a impegnare considerevoli risorse pubbliche per pagare interessi, sottraendole all’innovazione e allo sviluppo. Panetta aggiunge inoltre che “l’elevato debito, insieme al Mezzogiorno, sono questioni ineludibili per la politica economica”. Affrontare il problema del debito, dice Panetta, richiede “un piano credibile volto a stimolare la crescita e la produttività, e nel contempo a realizzare un graduale e costante miglioramento dei conti pubblici. Tale piano dovrà collocare il debito in rapporto al prodotto su una traiettoria stabilmente discendente. Quanto più la prospettiva di riduzione del debito sarà credibile, tanto minori saranno i rendimenti che gli investitori chiederanno per detenerlo. Ciò renderà a sua volta meno arduo l’aggiustamento”.

Panetta: “Su taglio tassi, Bce tempestiva e graduale”

Nel definire il percorso di riduzione dei tassi ufficiali da parte della Bce “bisognerà considerare che un’azione tempestiva e graduale permetterà di contenere la volatilità macroeconomica rispetto a un’azione tardiva e precipitosa”. Nel complesso, aggiunge il Governatore, l’azione dell’Eurotower sui tassi è “stata necessaria” per contenere l’inflazione ma ora dobbiamo “evitare che la politica monetaria diventi eccessivamente restrittiva, spingendo l’inflazione al di sotto dell’obiettivo simmetrico della Bce”.

Se i dati risulteranno coerenti con le attuali previsioni si profila, secondo Panetta, un allentamento delle condizioni monetarie nei mesi a venire. “Ciò – prosegue il Governatore – non interromperà l’azione volta a ripristinare la stabilità dei prezzi. L’orientamento monetario rimarrebbe infatti restrittivo anche con più tagli dei tassi ufficiali: il livello atteso dei rendimenti reali desumibile dai mercati finanziari, che pure incorpora una riduzione dei tassi di riferimento di 60 punti base nel corso del 2024, rimane per molti mesi superiore a qualsiasi stima plausibile del tasso naturale”. Su questo versante le decisioni della Federal Reserve degli Stati Uniti saranno “un elemento di cui tenere conto, non un vincolo, nella fase di allentamento delle condizioni monetarie” dal momento che “un orientamento monetario statunitense più restrittivo delle attese potrebbe determinare un deprezzamento del cambio dell’euro e generare pressioni inflazionistiche”. Analisi empiriche indicano, tuttavia, che questo effetto sarebbe “sovrastato dall’impatto negativo che la restrizione monetaria statunitense avrebbe sulla domanda mondiale e sulle condizioni finanziarie globali, e quindi sull’inflazione nell’area dell’euro”.

Panetta: “Banche solide ma non abbassare la guardia”

“Il 2023 è stato un anno molto favorevole per le banche italiane. Il rendimento del capitale ha superato il 12 per cento. La redditività ha beneficiato di un’eccezionale congiuntura di mercato, in cui l’abbondante liquidità in circolazione ha frenato l’aumento del costo della raccolta, mentre il rialzo dei tassi ufficiali si è rapidamente trasmesso a quelli sui prestiti, alimentando il margine di interesse. Il capitale è salito al 15,6 per cento delle attività a rischio”. Dunque, ha sottolineato a seguire Panetta, “per il sistema bancario nel suo complesso, i progressi reddituali e patrimoniali riflettono un percorso pluriennale di recupero di efficienza e di rafforzamento dei bilanci. La solida condizione in cui si trovano oggi gli intermediari rappresenta un punto di forza per l’intera economia italiana. Nei mesi scorsi ho fatto presente tuttavia che non dobbiamo abbassare la guardia. Lo ribadisco: non possiamo farci cogliere impreparati da tensioni che potrebbero emergere in futuro”. Riguardo ai rischi connessi con il quadro macroeconomico, si rilevano due aspetti. “Il primo è la qualità del credito – ha spiegato Panetta -. Il secondo aspetto riguarda la liquidità. Il rimborso delle operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine sta avvenendo in maniera ordinata. Ma rimane prioritaria un’attenta gestione del passivo, nella consapevolezza che la liquidità aggregata continuerà a ridursi, spingendo al rialzo il costo della raccolta”.

Panetta: “Nel 2024 Pil mondiale sotto la media dei primi vent’anni del secolo”

“Nei mesi scorsi – ha detto quindi Panetta – l’economia globale ha continuato a espandersi, nonostante il tono ancora restrittivo della politica monetaria in molti Paesi e l’incertezza provocata dalle tensioni e dai conflitti in atto in più regioni del mondo. Le prospettive a breve termine rimangono tuttavia deboli. Nel 2024 il prodotto mondiale crescerebbe del 3 per cento, sensibilmente sotto la media dei primi vent’anni di questo secolo. Dopo avere ristagnato nel 2023, quest’anno il commercio tornerebbe ad aumentare, ma meno che in passato. Nei prossimi anni l’economia mondiale risentirà di una dinamica contenuta della produttività in molte aree, dell’esaurirsi degli stimoli fiscali introdotti per contrastare la pandemia e – soprattutto – di relazioni internazionali che non accennano a rasserenarsi. Secondo il Fondo monetario internazionale, la crescita globale resterebbe intorno al 3 per cento fino alla fine del decennio”.

Panetta: “Da IA cambiamenti dirompenti, iniziative comuni”

“L’Intelligenza artificiale determinerà cambiamenti potenzialmente dirompenti nell’economia mondiale. Essa sosterrà la produttività e la crescita, anche se costi e benefici potrebbero distribuirsi in modo disomogeneo tra settori e nella società, soprattutto nel breve termine; comporta inoltre enormi consumi di energia”, ha sottolineato Panetta. “È auspicabile l’ingresso di aziende europee nello sviluppo di questa tecnologia. Iniziative comuni tra operatori di diversi paesi consentirebbero di reperire più agevolmente le enormi risorse finanziarie necessarie per competere con i produttori esteri e di fare leva sulla ricerca scientifica di eccellenza condotta nell’intera Unione; permetterebbero inoltre di contrastare il potere di mercato dei giganti tecnologici esteri”.

Panetta: “Calo demografico pesa sul lavoro, servono immigrati”

Decisi aumenti dei tassi di occupazione “potrebbero arrivare a controbilanciare gli effetti del calo demografico e mantenere invariato il numero degli occupati. È inoltre possibile che un sostegno all’occupazione derivi da un flusso di immigrati regolari superiore a quello ipotizzato dall’Istat”. Secondo Panetta, dunque, “occorrerà gestire” il flusso “in coordinamento con gli altri Paesi europei” e “rafforzando le misure di integrazione”. C’è poi il tema giovani: “molti hanno cercato migliori prospettive di lavoro all’estero”, 525mila tra il 2008 e il 2022, e “l’esodo indebolisce la dotazione di capitale umano del nostro Paese”.

Panetta: “Redditi orari dei lavoratori inferiori del 25% a Francia e Germania”

Quanto ai salari, il Governatore ha incalzato: “Nell’area dell’euro, l’economia italiana è quella con la minore crescita del prodotto per abitante nell’ultimo quarto di secolo. La produttività del lavoro è rimasta ferma; solo nel 2023 gli investimenti sono tornati a superare il livello precedente la crisi finanziaria, mentre le ore lavorate totali non lo hanno ancora recuperato. L’evoluzione dei salari ha riflesso il ristagno della produttività: i redditi orari dei lavoratori dipendenti sono oggi inferiori di un quarto a quelli di Francia e Germania. In termini pro capite, il reddito reale disponibile delle famiglie è fermo al 2000, mentre in Francia e in Germania da allora è aumentato di oltre un quinto”.

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