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La Tavola dei 300 in costiera: Massa Lubrense mette in piazza i suoi gioielli gastronomici, alimentari, paesaggistici tutti da scoprire

Il 19 e 20 giugno una lunga tavolata in piazza per trecento persone con i piatti di chef stellati, ristoranti bistrot e i prodotti di una terra regno di biodiversità. Una cultura gastronomica unica, dagli spaghetti alle zucchine, ai grandi ristoranti stellati, ai formaggi come il Provolone del Monaco ai profumatissimi limoni femminielli

La Tavola dei 300 in costiera: Massa Lubrense mette in piazza i suoi gioielli gastronomici, alimentari, paesaggistici tutti da scoprire

Un vero e proprio gioiello paesaggistico e naturalistico sulle propaggini della penisola sorrentina, incastonato in un meraviglioso e unico angolo di mare che guarda e si specchia  con Capri, Ischia, Procida, Capo Miseno, Nisida, il Golfo di Napoli e il Vesuvio: la cittadina di Massa Lubrense ricca di storia, di cultura e di straordinari e incantevoli paesaggi, rivendica la sua tradizione agricola e enogastronomica accendendo i riflettori sui suoi prodotti, sui suoi artigiani e sui sapori e profumi della sua cucina e della sua terra  con una iniziativa, “La tavola dei 300”, che mette in tavola le carte migliori e vincenti del suo territorio .

Apprezzata prima dai Greci che vi approdarono e avviarono la coltivazione dell’Ulivo – testimoniata da un tempio alla Dea Minerva venerata per aver donato agli uomini la pianta dell’ulivo come simbolo di pace ma soprattutto di ricchezza che costituirà la fortuna delle popolazioni locali; successivamente dai romani che avviarono una fiorente attività agricola per la qualità dei terreni resi produttivi dalle polveri delle eruzioni vesuviane (il nome Massa deriva da mansa, termine altomedievale che indicava un luogo adibito a coltura), Massa Lubrense nel seicento divenne famosa nel mondo per la produzione dei suoi famosi limoni, grazie al gesuita padre Vincenzo Maggio che avviò nell’esteso giardino della Compagnia del Gesù nella conca di “Guarazzano”, un esempio di prima coltivazione razionale del limone, tutt’ora rigorosamente rispettato dai contadini massesi.

Una lunga tavolata in piazza per trecento persone con i piatti di chef stellati e ristoranti bistrot e i prodotti di una terra regno di biodiversità

Terra fascinosa che Omero indicò – secondo Plinio il Vecchio – come la dimora delle Sirene che tentarono invano di incantare Ulisse, Massa Lubrense è come un libro aperto sul passato. Per sua fortuna le rotte del turismo di massa che fluttuano fra Sorrento e Positano non l’hanno contaminata e ancora oggi decine e decine di chilometri di piccoli sentieri consentono ai viaggiatori di inoltrarsi nella sua storia, nel fascino di panorami mozzafiato e scorci di territori antichi, immutati nel tempo costellati da torri saracene, fortificazioni, suggestivi borghi contadini. Ma soprattutto Massa Lubrense ha conservato intatto il fascino dei sapori di una terra che sa esprimere sensazioni uniche ai cinque sensi. Ed è grazie a questo mondo incontaminato che Massa Lubrense, regno di biodiversità, ha sviluppato nei secoli una cultura gastronomica che l’ha resa celebre nel mondo: dai suoi celebri spaghetti alla Nerano della famosa baia della Marina del Cantone ai grandi ristoranti stellati che costellano il territorio – dal mitico Don Alfonso  a Sant’Agata sui due Golfi della famiglia Iaccarino a Tonino Mellino dei Quattro Passi,  a Antonio Caputo della Taverna del Capitano che hanno aperto la strada ad una pioggia di stelle che oggi costella tutto il firmamento meridionale, ai suoi straordinari formaggi come il Provolone del Monaco o la treccia di fiordilatte di Agerola, o i profumatissimi e dolci limoni femminielli.

Una cultura gastronomica unica, dagli spaghetti alle zucchine, ai grandi ristoranti stellati, ai formaggi come il Provolone del Monaco ai profumatissimi limoni femminielli.

La tavola dei 300 che attirerà migliaia di enogastronauti da ogni parte d’Italia è stata concepita come promozione e tutela degli antichi borghi di questo prezioso lembo di terra delle tradizioni e innovazioni culinarie delle tipicità e sapori del territorio. Per due giorni il 19 e il 20 giugno i borghi di Massa e di Sant’Agata si trasformeranno in uno scenario gastronomico a cielo aperto all’insegna della buona cucina e di emozioni sensoriali uniche. Una data non casuale, gli organizzatori hanno scelto il solstizio d’estate per dare il benvenuto al risveglio della natura che da mare a terra rende esclusivo ogni tour in questo territorio baciato da Dio e dal sole, dall’area Marina protetta di Punta Campanella alle cime del Monte San Costanzo.

Si parte il 19 giugno con un aperitivo in piazza aperto alla città con musica, partner e stampa a Massa centro. Una sorta di taglio del nastro con le istituzioni. A seguire cena con ristoratori sponsor e stampa.

Il 20 giugno seguirà la grande cena, La tavola dei 300, che si terrà nella piazzetta centrale del borgo antico di Sant’Agata sui due golfi addobbata a festa con  luci e fiori a richiamo delle antiche feste del territorio massese con un lungo tavolo che ospiterà 300 persone che potranno assaggiare il menù dei borghi.

“Bellezze, bontà del territorio e accoglienza conviviale saranno i grandi protagonisti di La Tavola dei 300 – afferma Francesco Gargiulo, Presidente dell’Associazione Ristoratori Lubrensi – saranno coinvolti in tanti, per condividere la suggestiva atmosfera di due serate esclusive tra i borghi massesi, dando naturalmente ampio spazio all’intero Paese, dai cittadini ai commercianti, amministrazioni locali e partner della manifestazione, uniti per promuovere bellezze, bontà e professionalità di Massa Lubrense”.

L’associazione ristoratori Lubrense è stata fondata da un gruppo di storici imprenditori di Massa Lubrense da antiche osterie, celebri ristoranti stellati, ristoranti bib gourmand, chiocciole Slow Food, locali storici d’Italia, trattorie, pub ed enoteche, che da decenni rendono unica l’accoglienza e l’ospitalità a Massa Lubrense. Solo per citarne alcuni ne fanno parte ristoranti stellati come il Relais blu, la Taverna del capitano, i Quattro passi, ristoranti bistrot super citati nelle guide gastronomiche come lo Stuzzichino di Mimmo De Gregorio la Torre onfire di Amelia Mazzola a Santa Maria Annunziata, Mary’s di Luigi Mollo a Nerano,  La Primavera a Massa, Trattoria Eughenes Termini, Funiculì Funicolà nel magico porto di Marina della Lobra,  e poi ancora ristoranti storici come l’antico Franceschiello 1909, Maria Grazia, Lo Scoglio e Il Pappone a Marina del Cantone. L’associazione si è costituita con l’’obiettivo di promuovere il proprio territorio, i borghi massesi e le esperienze culinarie che li contraddistinguono.

Il Vervece, scoglio amato e temuto, il primato di apnea subacquea di Enzo Maiorca, la processione alla madonna degli scomparsi in mare, e la leggenda sulla … qualità delle donne massesi

Tant’è che per la loro immagine e per il logo dell’associazione è stato scelto il profilo stilizzato del Vervece, isolotto situato davanti al porto di Marina della Lobra, sotto Massa Lubrense ricco di storie e di leggende.  “O’Revece”, ovvero il Vervece (dal latino Vervex=caprone) è sempre stato guardato con timore e con affetto dal borgo dei pescatori del porto. Chi navigava nell’antichità di notte cercando l’approdo doveva fare sempre particolare attenzione a evitarlo per non naufragare. Ma c’è anche una simpatica leggenda che ha il Vervece per protagonista. Leggenda narra che le donne della Marina della Lobra, per proteggere le proprie case da burrasca e mareggiate, decisero di tirare a riva il Vervece. Prepararono delle enormi funi e si disposero sulla spiaggia donne, vecchie e bambine. A nulla valsero i tentativi degli uomini di farle desistere, le donne “tenevn a’capa tosta”.  Cominciarono a tirare e tirare, ma il gigante non si muoveva di un passo. E tirarono …e tirarono ancora, fino a che… le corde si spezzarono e le donne finirono a gambe all’aria, battendo il fondoschiena a terra. Da quel giorno, si dice che tutte le donne della Lobra abbiano il sedere piatto…

Il Vervece, grazie alle sue acque limpide, ha legato il suo nome a una importante impresa sportiva. Il 28 settembre 1974 l’apneista Enzo Maiorca vi stabilì il primato mondiale di apnea raggiungendo gli 87 metri di profondità. Per ricordare l’impresa a 12 metri di profondità su un piano roccioso rivolto a levante fu collocata una statua in bronzo della Madonna. Ma la statua divenne anche monumento di devozione per commemorare le vittime del mare. Ed è per questo che ogni anno, a settembre, si tiene una processione via mare con centinaia di imbarcazioni: alcuni sub depongono corone di fiori ai suoi piedi, in memoria di tutti gli scomparsi in mare, in particolar modo i sub.

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