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Unicredit, perché la Russia ha sequestrato conti e beni per 463 milioni (ma il titolo tiene). Le mosse di Orcel e le banche Ue nel mirino di Putin

Il provvedimento del tribunale di San Pietroburgo non sembra preoccupare investitori e analisti attenti però alle mosse dei gruppi bancari nell’area. Mosse russe analoghe anche per le tedesche Deutsche Bank, Commerzbank, Bayerische Landesbank e Landesbank Baden-Wurttemberg

Unicredit, perché la Russia ha sequestrato conti e beni per 463 milioni (ma il titolo tiene). Le mosse di Orcel e le banche Ue nel mirino di Putin

Tegola giudiziaria in Russia per Unicredit, ma anche per alcune banche tedesche. Il Tribunale arbitrale di San Pietroburgo e della regione di Leningrado ha posto sotto sequestro conti e proprietà della banca italiana per un valore di quasi 463 milioni. Lo riferiscono l’agenzia russa Tass e l’agenzia di stampa russa Interfax.

La decisione è stata presa su istanza della Ruskhimalyans, un’impresa per la produzione di gas liquido partecipata di Gazprom, nell’ambito di un contenzioso avviato nell’agosto 2023 contro UniCredit. In particolare, il progetto riguardava la costruzione di un complesso di trattamento e liquefazione del gas a Ust-Luga.

La misura decisa dal tribunale di San Pietroburgo riguarda Unicredit Russia e Unicredit Ag, la banca tedesca del gruppo che controlla la filiale russa. Tra gli asset sequestrati ci sono titoli, proprietà immobiliari e fondi, incluse le partecipazioni in UniCredit Leasing Llc e UniCredit Garant.

In Borsa il titolo Unicredit tiene

A metà mattina le azioni Unicredit tengono (-0,1%) in Borsa, e si confermano anzi ai massimi da circa 13 anni, sopra i 36 euro, dopo il caso Russia che non sembra preoccupare investitori e analisti attenti però alle mosse dei gruppi bancari nell’area. Le quotazioni sono stabili a fronte di un comparto fiacco in Italia come in Europa.

Provvedimenti russi anche contro Deutsche Bank e Commerzbank

Dopo lo stop imposto dalle sanzioni internazionali, Unicredit e le altre banche si rifiutarono di pagare le garanzie bancarie legate al progetto, arrivando così allo scontro aperto con la controllata di Gazprom. Provvedimenti simili sono stati presi anche contro altri istituti coinvolti nell’iniziativa, cioè le tedesche Deutsche Bank, Commerzbank, Bayerische Landesbank e Landesbank Baden-Wurttemberg. In particolare a Deutsche Bank e Commerzbank sono stati sequestrati rispettivamente beni per 210 e 7,5 milioni di euro.

La Corte ha parzialmente accolto la richiesta dei Rukhimallian di adottare misure provvisorie nella causa contro Unicredit. In precedenza, Ruskhimalliance aveva intentato una causa contro Unicredit Bank nell’ambito delle richieste di garanzie bancarie previste da un contratto con Linde.

Il commento di Unicredit

La banca “è stata informata dei recenti sviluppi del contenzioso pendente presso il tribunale russo fra RusKhimAlyans contro Unicredit GmbH ed Ao Unicredit Bank, chiamata in causa dalla parte attrice. Il provvedimento cautelare ha ad oggetto solo alcuni beni sufficienti a soddisfare le pretese della parte attrice in caso di vittoria, e non toccano quindi Uc Ao Bank nella sua totalità. La vicenda sarà oggetto di ulteriori analisi e monitorata con attenzione”, conclude la banca.

Il progressivo disimpegno di Orcel dalla Russia

La notizia si inserisce nel quadro di un progressivo disimpegno di Unicredit dalla Russia, sulla scia anche dei diktat Bce ad uscire dal Paese. Lo scorso 7 maggio, nel corso della presentazione dei conti del primo trimestre, Andrea Orcel, ad dell’istituto di Piazza Gae Aulenti, ha sottolineato che “a quanto ne so ogni singola banca in Europa che ha un’esposizione alla Russia di qualunque dimensione ha ricevuto la lettera” con cui la Bce chiede di ridurre l’esposizione verso Mosca. Nel contempo il banchiere ha precisato che l’esposizione cross border di UniCredit sulla Russia è scesa del 91% in due anni e la presenza locale del 67%. “La nostra strategia è di continuare a farlo in modo ordinato e accelerato”, ha spiegato. In questo modo “l’esposizione cross border sarà azzerata nei prossimi 12-15 mesi e la banca locale sarà significativamente più piccola”.

A interessarsi della vicenda giudiziaria di Mosca è anche la Farnesina, che nel prossimo tavolo ad hoc attivato dal ministro Antonio Tajani con le aziende e le istituzioni impegnate nel mercato russo, esaminerà il caso.

Il faro della Bce sugli impegni delle banche europee in Russia

La vicenda si intreccia con le recenti richieste arrivate dalla Bce che continua ad andare in pressing sugli istituti attivi nel paese. La vigilanza “sollecita le banche ad accelerare l’uscita dalla Russia, visto l’aumento del rischio reputazionale, legale e finanziario”, aveva spiegato l’ex responsabile Andrea Enria in una delle sue ultime uscite lo scorso anno. Nelle scorse settimane fonti finanziarie hanno riportato che Francoforte sarebbe pronta a chiedere al gruppo guidato da Andrea Orcel di ridurre le attività con il Paese. Le richieste rivolte a Unicredit sarebbero simili a quelle che la Vigilanza ha rivolto all’austriaca Raiffeisen Bank International (Rbi), la banca occidentale che ha la maggiore presenza a Mosca.

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