Il presidente dell’Iran, Ebrahim Raisi, è morto in un incidente aereo insieme al ministro degli Esteri Hossein Amir-Abdollahian e ad altre alte cariche. L’elicottero su cui viaggiavano è precipitato nella provincia dell’Azerbaigian orientale, probabilmente a causa del maltempo. I rottami del velivolo sono stati ritrovati bruciati, senza superstiti, grazie all’ausilio di un drone turco. La TV di Stato iraniana ha confermato la notizia, definendo Raisi “martire del servizio” e annunciando che i dettagli sulla cerimonia funebre saranno resi noti a breve.
Le squadre di soccorso hanno lavorato per tutta la notte, sfidando una bufera di neve, per raggiungere il luogo dell’incidente, situato in una regione montuosa e impervia. A bordo dell’elicottero, oltre al presidente e al ministro degli Esteri, c’erano il governatore della provincia dell’Azerbaigian orientale, Malek Rahmati, e l’imam della città di Tabriz, Mohammad Ali Ale Hashem. Tra le vittime anche le guardie del corpo del presidente, il generale Mehdi Mousavi, e l’equipaggio dell’elicottero.
Cosa è successo
L’incidente è avvenuto a circa 100 chilometri da Tabriz, vicino al villaggio iraniano di Khoilar-Kalam, in una remota zona montuosa al confine con l’Azerbaigian dove il presidente Raisi aveva inaugurato una diga insieme al leader azero Ilham Aliyev. Il convoglio presidenziale era composto da tre elicotteri: due sono arrivati regolarmente a destinazione, mentre l’elicottero di Raisi è precipitato. Le prime notizie dai media iraniani parlavano di un incidente senza specificare se fosse coinvolto l’elicottero del presidente, seguite da aggiornamenti caotici e contraddittori.
Inizialmente, l’agenzia iraniana Mehr parlava di un Raisi in salvo, addirittura ripartito in auto; notizia poi cancellata dall’agenzia di stampa. Le conferme dello schianto si hanno avute con le parole del ministro dell’interno Ahmad Vahidi che parlava dell’incidente avvenuto a causa delle cattive condizioni meteorologiche. Difficili anche le ricerche del relitto con la nebbia che ha ostacolato i soccorsi nella zona. La Mezzaluna Rossa iraniana ha inviato 73 squadre di soccorso, supportate da cani da rilevamento, per cercare i sopravvissuti. L’Unione Europea ha attivato il servizio di mappatura satellitare Copernicus per aiutare nelle ricerche. Aiuti sono arrivati anche dalla Russia, che ha inviato due aerei, un elicottero e 50 uomini. La posizione dell’elicottero è stata poi individuata grazie a un drone turco che ha rilevato una fonte di calore. “Quando è stata scoperta la posizione dell’elicottero precipitato, non è stata trovata alcuna traccia di passeggeri vivi” ha confermato il capo della Mezzaluna Rossa iraniana, Pir Hossein Koolivand.
Chi era Ebrahim Raisi
Ebrahim Raisi, 63 anni, era stato eletto presidente della Repubblica islamica nel 2021. Conosciuto per la sua linea ultraconservatrice, Raisi aveva vinto le elezioni con un’affluenza alle urne tra le più basse di sempre, dopo che gran parte dei candidati riformisti erano stati esclusi. Durante la sua presidenza, Raisi aveva inasprito le leggi sulla moralità e represso duramente le proteste antigovernative.
Nato nella città di Mashhad, uno dei luoghi più sacri dell’Islam sciita, Raisi aveva perso il padre a soli cinque anni e aveva frequentato vari seminari islamici prima di diventare pubblico ministero. Sposato con Jamileh Alamolhoda, figlia di un religioso ultraconservatore, aveva due figlie. Prima di diventare presidente, Raisi aveva ricoperto diversi incarichi di rilievo nel sistema giudiziario iraniano.
La sua presidenza si era concentrata sul rafforzamento dei legami con Cina e Russia, abbandonando gli sforzi per migliorare le relazioni commerciali con l’Occidente. Questo approccio segnava una netta rottura rispetto al periodo del suo predecessore, Hassan Rouhani, che aveva cercato di instaurare migliori rapporti con gli Stati Uniti e l’Europa.
Raisi era noto per la sua dura opposizione agli Stati Uniti ma soprattutto a Israele che è culminata con un il primo attacco iraniano in territorio nemico durante la guerra a Gaza. La sua morte potrebbe aprire una fase di instabilità in Iran, influenzando i già fragili equilibri del Medio Oriente, nonostante le rassicurazioni del leader supremo iraniano, Ayatollah Ali Khamenei sulla stabilità del sistema. Intanto, fonti israeliane non ufficiali hanno dichiarato di non avere responsabilità nell’incidente e che la colpa è attribuibile al maltempo.
Cosa succede ora?
Con la morte di Raisi, il sistema politico duale dell’Iran, diviso tra l’establishment clericale e il governo, si trova a dover affrontare un momento di incertezza. Khamenei, leader supremo dal 1989, che detiene l’ultima parola sulle principali politiche iraniane, già da ieri ha cercato di rassicurare la popolazione affermando che non ci saranno interruzioni negli affari di stato. Khamenei. La morte di Raisi apre la strada al figlio di Khamenei, Mojtaba, come possibile successore.
Secondo la legge iraniana, le funzioni di Raisi passano ora al vicepresidente Mohammad Mokhber, 68 anni, che rimarrà in carica fino a nuove elezioni entro 50 giorni. Mokhber, conservatore vicino a Khamenei, è stato nominato da Raisi nel 2021. La vicepresidenza in Iran è una posizione nominata e Mokhber ha assunto alcuni poteri del primo ministro dopo l’abolizione della carica nel 1989. Prima della sua nomina, Mokhber ha guidato per 14 anni il Setad iraniano, un potente conglomerato economico.