A Wall Street dieci titoli, che valgono 15 mila miliardi di dollari, hanno in mano oltre il 30% del mercato e ne dettano il ritmo. In cima alla classifica ci sono naturalmente le Magnifiche 7, le regine del Big Tech, e cioè Apple, Microsoft, Amazon, Alphabet (ex Google), Meta, Nvidia e Tesla (per la verità un po’ ammaccata per la crisi cinese e le follie di Elon Musk), poi Netflix, Broadcom e la farmaceutica Eli Lilly.
Chi è che comanda a Wall Street
Sono loro che dominano e orientano il mercato, anche se il peso delle grandi banche non va sottovalutato. In America – commenta ironicamente sul Sole 24 Ore di stamattina Morya Longo -“si ostinano a chiamarlo indice S&P 500, come se avesse davvero 500 aziende che giocano nello stesso campionato” ma non è più così, perché i titoli che contano realmente sono quelli delle 10 maggiori aziende quotate a Wall Street che da sole valgono il 34% dell’indice S&P, 15 mila miliardi di dollari, e cioè quanto il Pil della Cina (!).
Chi ha in mano il potere della Borsa e il ruolo della IA
Non era mai successo che nella storia dell’America il potere della Borsa fosse concentrato in 10 società e soprattutto in quelle del Big Tech e in parte il miracolo lo si deve all’Intelligenza artificiale che sta aprendo praterie sterminate alle aziende più dinamiche. Secondo JP Morgan le 10 maggiori aziende di Wall Street producono il 25% del totale dei profitti dell’indice S&P. Impressionante.
Tutto bene, dunque, sotto il cielo di Wall Street? Per ora sì, ma, nota ancora Longo, per tenere questo ritmo i profitti devono continuare a crescere incessantemente e poi “c’è il timore di sempre: che prima o poi la legislazione Antitrust possa in qualche modo mettere un bastone tra le ruote a questi colossi”. Insomma, i rischi non mancano ma per ora godiamoci la festa.