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Hamas accetta l’accordo sulla tregua ma Israele lo rifiuta: bombarda Rafah e blocca il valico per aiuti umanitari

Hamas ha accettato la tregua proposta da Egitto e Qatar, ma Israele boccia l’accordo e porta avanti l’offensiva su Rafah. Gli aiuti verso Gaza sono bloccati sia a Rafah sia a Kerem Shalom

Hamas accetta l’accordo sulla tregua ma Israele lo rifiuta: bombarda Rafah e blocca il valico per aiuti umanitari

Hamas ha accettato un accordo sulla tregua proposto dall’Egitto e dal Qatar, ma Israele rimane sul piede di guerra determinato a proseguire l’operazione a Rafah. Dopo intense trattative e crescente pressione internazionale, il leader di Hamas, Ismail Haniyeh, ha comunicato personalmente l’approvazione del movimento jihadista all’accordo al primo ministro del Qatar, Mohammed bin Abdulrahman Al Thani, e al capo dell’intelligence egiziana, Abbas Kamel. Ma mentre i palloni di speranza si alzano nell’aria, l’ombra della cautela persiste, poiché Israele ha definito l’accordo “unilaterale” e “inaccettabile” e il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha annunciato che invierà una delegazione al Cairo per negoziare, ma che l’operazione a Rafah continuerà. Nel frattempo, la chiusura del valico di Rafah, sia dal lato palestinese che da quello egiziano, ha interrotto completamente il flusso degli aiuti verso la Striscia di Gaza.

Cosa prevede la proposta accettata di Hamas rifiutata da Israele?

Hamas ha pubblicato una proposta di cessate il fuoco e di liberazione degli ostaggi, che include la liberazione graduale di 33 ostaggi israeliani (donne, bambini, anziani e malati) detenuti a Gaza e il ritiro graduale delle truppe israeliane dall’intera enclave. Israele aveva precedentemente affermato che non avrebbe accettato né il ritiro completo delle sue forze né un cessate il fuoco permanente come parte di un accordo per il rilascio degli ostaggi. Si stima che vi siano ancora 132 persone detenute nella Striscia di Gaza dal 7 ottobre, non tutte ancora in vita.

Israele bombarda Rafah e prende il controllo del valico

Tuttavia, Tel Aviv prosegue la sua offensiva nella città meridionale della Striscia: dopo l’evacuazione dei civili di Rafah, una pioggia di raid e razzi si è abbattuta sulla città causando almeno 15 morti, secondo Al Jazeera. Inoltre l’esercito israeliano ha riferito di aver preso il “controllo operativo” del lato palestinese del valico di frontiera di Rafah tra Gaza ed Egitto. Questa interruzione ha portato al blocco del flusso degli aiuti verso Gaza, sia da Rafah che da Kerem Shalom. Attualmente, è incerto come gli aiuti entreranno nella Striscia alla luce di queste restrizioni imposte dall’occupazione israeliana. Dal canto loro, le forze di difesa israeliane (Idf) hanno riferito di aver avuto “informazioni di intelligence” sul fatto che “il valico di Rafah nella parte orientale veniva usato per scopi terroristici” e per questo hanno attaccato. Si è tratta di un’operazione “mirata”, come si legge in una nota condivisa su Telegram, durante la quale sono stati uccisi circa 20 miliziani di Hamas e sono stati “scoperti tre tunnel operativi”.

In questo braccio di ferro tra potenze, la comunità internazionale ha implorato la pace, temendo un nuovo bagno di sangue. Il presidente Usa Joe Biden ribadisce la contrarietà degli Stati Uniti all’operazione, mentre il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha definito “intollerabile” l’ipotesi di un’invasione terrestre israeliana a Rafah, sottolineando le gravi conseguenze umanitarie che potrebbero derivarne.

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