Circa 700 realtà tra frantoi, aziende agricole e oleifici, 1300 oli assaggiati in tutta Italia di cui oltre un migliaio recensiti: è la fotografia di un settore vivace che registra molte novità con un numero sempre più consistente delle aziende che certificano in biologico l’intera filiera, quella che scaturisce dalla Guida agli Extravergini 2024, redatta da Slow Food Italia.
A raccontare storie di oli, territori, produttrici e produttori che rendono il settore olivicolo un elemento distintivo e identitario della nostra Penisola, una relazione straordinaria tra biodiversità, paesaggio agricolo e culturale che fa dell’Italia il Paese con la maggiore varietà colturale al mondo e uno dei maggiori produttori di olio EVO di qualità, si è impegnata una rete di 125 collaboratori, “che non sono solo esperti degustatori, ma persone presenti sul territorio, che conoscono le aziende dall’oliveto alla bottiglia”.
Aumentano le aziende che certificano in biologico l’intera filiera
Un connubio che, però, si interrompe – avvertono i curatori della Guida Slow Food – se entra in crisi la produzione di qualità a favore di modelli di agricoltura superintensiva, basati sull’eccessivo utilizzo delle risorse naturali, sull’abbassamento dei costi e sulla realizzazione del profitto come unico obiettivo. “L’olivicoltura di piccola scala non intensiva – si legge nella Guida – vive un momento difficile, a causa della crisi climatica, degli alti costi di produzione e della mancanza di personale. In alcune regioni italiane le campagne si spopolano, i territori più interni vengono abbandonati, i fenomeni di dissesto idrogeologico sono sempre più frequenti e l’ambiente è fortemente minacciato. Siamo consapevoli di questa urgenza e possiamo salvare i nostri paesaggi attraverso l’olivicoltura sostenibile, promuovendo pratiche attente all’ambiente, e al contempo salvaguardare la produzione e la tenuta delle comunità locali. La promozione del patrimonio olivicolo italiano rimane la principale missione di Slow Food, ogni anno, con la pubblicazione della Guida agli Extravergini» sempre più indirizzata a creare relazioni: tra produttori e cittadini, tra luoghi e prodotti.
Diversi i riconoscimenti assegnati dall’edizione 2024 della Guida Slow Food: la Chiocciola segnala le aziende (43) che si distinguono per il modo in cui interpretano i valori produttivi (organolettici, territoriali e ambientali) in sintonia con la filosofia Slow Food; il Grande Olio (80) è attribuito agli extravergini che si sono distinti per particolari pregi dal punto di vista organolettico e perché ben rispecchiano territorio e cultivar. A queste caratteristiche, il premio Grande Olio Slow (104) aggiunge il riconoscimento dedicato alle pratiche agronomiche sostenibili applicate. La Guida cerca anche di essere un invito a visitare queste realtà per incontrare i produttori e scoprire il patrimonio olivicolo: per questo segnala le aziende che offrono ristorazione (102) e quelle con possibilità di pernottamento (144).
Due curiosità che si possono trovare tra le pagine della Guida: per la prima volta sono recensite aziende del Piemonte; in due occasioni vengono superati i confini nazionali per provare a capire che cosa succede nelle vicine zone del Canton Ticino, in Svizzera, e della Slovenia. Come ormai d’abitudine da qualche edizione, la presentazione nazionale della nuova edizione della Guida agli Extravergini è anche l’occasione per attribuire alcuni riconoscimenti speciali, oltre ai premi.
Il premio speciale dedicato alla memoria di Diego Soracco, attivo leader di Slow Food per lunghi anni curatore della Guida è andato alla “caparbietà” di Nico Sartori, titolare dell’azienda Fattoria Altomena a Pelago (Fi) “perché da quando è arrivato dal Veneto, oltre trent’anni fa, si adopera per rendere vivo il paesaggio e contrastare il diffuso abbandono delle olivete in questo angolo di Toscana”.
Le menzioni speciali hanno premiato inoltre figure e progetti che popolano il mondo olivicolo italiano e rappresentano al meglio la scommessa di Slow Food sul futuro dell’extravergine italiano e sono andate a: Olive Gregori (Luca e Stefano Gregori) di Montaldo delle Marche (Ap) per l’olio biologico da una varietà autoctona del Piceno (la Lea) ormai quasi scomparsa a causa della scarsa produttività e delle difficoltà di gestione della pianta; la Comunità di prodotto e territorio Toccolana di Tocco da Casauria (Pe), che ha fatto un olio di comunità da oliveti secolari; e la Fraternità monastica di Bose di Ostuni (Br) per la cura dei maestosi olivi monumentali plurisecolari di varietà Ogliarola Salentina, in una zona che deve fare i conti con la piaga della Xylella, l’azienda di Vincenzo Marvulli di Matera, sessant’anni di cura a olivi secolari, perlopiù della locale Ogliarola del Bradano, cresciuti su terreni sassosi e calcarei, recuperati e coltivati senza alcun intervento chimico di fitofarmaci e concimi; e Cab Terra di Brisighella (Ra) per essere riusciti a ottenere l’olio del Presidio degli olivi secolari anche in questa difficile annata, quando l’alluvione che ha colpito la Romagna ha investito con numerose frane il territorio di Brisighella.
Gli oli extravergine di Oliva premiati con le Chiocciole Slow Food
Abruzzo
Tommaso Masciantonio – Casoli (CH)
Davide Iacovella – Chieti
Frantoio Mercurius – Penne (PE)
Giardini di Giulio – Tocco da Casauria (PE)
Calabria
Oleificio Torchia – Tiriolo (CZ)
Campania
Maria Ianniciello – Grottaminarda (AV)
Terre di Molinara – Molinara (BN)
Emilia-Romagna
Tenuta San Giuseppe – Saludecio (RN)
Liguria
Olio Pedro – Pietra Ligure (SV)
Lazio
Colli Etruschi – Blera (VT)
L’Oro delle Donne – Marino (RM)
Sciuga – Il Molino – Montefiascone (VT)
Silvi Sabina Sapori – Palombara Sabina (RM)
Paola Orsini – Priverno (LT)
Marche
Fiorano – Cossignano (AP)
Barbara Pacioni – Montegranaro (FM)
Paola e Tiziano Aleandri – Offida (AP)
Agrobiologica Foglini Amurri – Petritoli (FM)
I Tre Filari – Recanati (MC)
Molise
Giorgio Tamaro – Termoli (CB)
Terra Sacra – Termoli (CB)
Puglia
De Carlo – Bitritto (BA)
Vallillo – Serracapriola (FG)
Sardegna
Antonella Anna Maria Orrù – Siamaggiore (OR)
Masoni Becciu – Villacidro (CA)
Sicilia
Terraliva – Buccheri (SR)
Vernera – Buccheri (SR)
Agrobiologica Rosso – Chiaramonte Gulfi (RG)
Titone – Misiliscemi (TP)
Vincenzo Signorelli – Nicolosi (CT)
Tenuta Cavasecca – Siracusa
Toscana
Alle Camelie – Capannori (LU)
Tenuta Lenzini – Capannori (LU)
Stefano Spinelli – Lamporecchio (PT)
Fattoria Altomena – Pelago (FI)
Val di Lama – Pontedera (PI)
Lugudoro – San Vincenzo (LI)
Trentino-Alto Adige
Laghel7 – Archo (TN)
Maso Bòtes – Arco (TN)
Umbria
Marfuga – Campello sul Clitunno (PG)
Le Pietraie – Città di Castello (PG)
Fontanaro – Paciano (PG)
Veneto
La Contarina – Illasi (VR)