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Il Superbonus è “un mostro. Basta modello Lsd. Ci vuole una stretta”: Giorgetti contro i compromessi

Per il ministro dell’Economia, le nuove regole europee non piaceranno a chi pensa a un modello di crescita basato su “lassismo, debito e sussidi”. E avverte che non accetterà compromessi

Il Superbonus è “un mostro. Basta modello Lsd. Ci vuole una stretta”: Giorgetti contro i compromessi

Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, non usa mezzi termini nel definire il Superbonus: è diventato un vero e proprio “mostro” che sta minando le fondamenta della finanza pubblica. Durante un discorso nell’Aula della Camera – dove il Def ha ottenuto l’approvazione con 197 voti a favore, 126 contrari e 3 astenuti – Giorgetti ha addirittura paragonato il bonus 100% a una droga psichedelica, un “Lsd” per i conti dello Stato, sottolineando la necessità di porre fine al lassismo, ai sussidi e all’accumulo di debito.

L’aumento del deficit al 7,4% nel 2023, il più alto nell’Unione europea, ha sollevato preoccupazioni tra le agenzie di rating. Fitch, che il prossimo 3 maggio aggiornerà il giudizio sul merito di credito italiano (attualmente BBB con outlook stabile), avverte che un rapporto debito/Pil al 110% potrebbe portare il debito a livelli insostenibili, mentre il governo spera di limitarlo al 139,6%. Anche Bankitalia ha lanciato un segnale di allarme a Palazzo Chigi con una memoria depositata in commissione Finanze del Senato: se l’ultima stretta non funziona, bisognerà eliminarlo prima del 2025. Giorgetti ha fatto capire anche ai suoi colleghi di maggioranza di non essere disposto ad accettare compromessi sulla questione. Egli propone un intervento drastico, come l’estensione da 4 a 10 anni del periodo di recupero dei crediti di imposta legati al Superbonus, insieme a nuove misure restrittive, incluse restrizioni sulla cessione dei crediti e sui lavori non avviati. È chiaro che Giorgetti è determinato a difendere la stabilità finanziaria del Paese, anche a costo di mettere in gioco il proprio incarico.

Giorgetti sul Patto di Stabilità: “È un compromesso, no a crescita modello Lsd”

La situazione diventa ancora più critica con il ritorno delle regole dell’Unione europea sulla finanza pubblica. Proprio Giorgetti ha commentato il via libera al nuovo Patto di stabilità Ue approvato due giorni fa. “È sicuramente un compromesso, non è la proposta che il sottoscritto aveva portato avanti in sede europea”, ma rappresenta comunque “un passo in avanti rispetto alle regole di bilancio che sarebbero tornate in vigore nel 2025”. Il ministro ha anche sottolineato che il modello di crescita del Paese dovrebbe fondarsi su sacrificio, investimento e lavoro, anziché sul “modello Lsd” di lassismo, debito e sussidi.

Nel frattempo, al Senato, Forza Italia cerca di allargare le maglie del decreto che regola lo sconto in fattura e la cessione del credito. Le richieste includono deroghe per immobili delle onlus e delle zone terremotate, nonché una proroga selettiva per i condomini. Ma dei 355 emendamenti presentati al decreto Superbonus in Senato rimarrà ben poco. Giorgetti è consapevole che queste richieste potrebbero ulteriormente complicare la situazione finanziaria già precaria, portando a un aumento del deficit.

Rispetto alle polemiche delle opposizioni sul mancato finanziamento di altre priorità, il ministro ha sottolineato che il Superbonus, se da un lato può stimolare la crescita economica, dall’altro crea dilemmi su come finanziare altre voci. In un tono sarcastico, il ministro ha osservato che coloro che hanno deciso questa politica hanno di fatto scelto di sottrarre fondi ad altri investimenti, alimentando così il debito. Il governo, stretto dalle priorità in ambito sanitario, educativo, culturale e sociale, ha infatti dovuto rimandare il bonus sulle tredicesime. Ma a complicare ulteriormente la situazione ci sono le nuove regole dell’Unione europea, che spingono il governo a rivedere gli obiettivi di finanza pubblica. In attesa delle linee guida dell’Ue a giugno, Giorgetti è ben consapevole che i prossimi anni saranno estremamente difficili.

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