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Migranti, nel Regno Unito il Parlamento dice sì al piano Ruanda: gli irregolari saranno deportati. Onu: “Pericoloso precedente”

Il controverso piano del Regno Unito di deportare i migranti illegali in Ruanda ha ottenuto l’approvazione parlamentare, nonostante le accese critiche e le preoccupazioni per i diritti umani. Primi voli già da luglio. Soddisfatto il primo ministro Sunak ma da Onu e Consiglio d’Europa arrivano dubbi e preoccupazioni

Migranti, nel Regno Unito il Parlamento dice sì al piano Ruanda: gli irregolari saranno deportati. Onu: “Pericoloso precedente”

Il Parlamento britannico ha finalmente dato il via libera alla controversa legge che permette al governo di deportare i migranti illegali nel Ruanda, un passo che ha suscitato intense polemiche e critiche da parte di vari attori internazionali.

Dopo mesi di dibattiti accesi e un lungo rimpallo tra le camere dei Lord e dei Comuni, la legge è stata approvata a tarda notte. I membri non eletti della Camera alta, infatti, hanno ripetutamente rimandato il piano emendato alla Camera bassa, ma alla fine hanno accettato di non apportare ulteriori modifiche, permettendo così al ddl di diventare legge. La legge dovrebbe ricevere “l’assenso reale” di Re Carlo III oggi o domani, necessario per la sua entrata in vigore. I primi voli diretti verso il Ruanda dovrebbe partire già da luglio.

Migranti, cos’è il piano Ruanda

La nuova legge, denominata “Safety of Rwanda bill“, è stata proposta dal governo britannico come soluzione per affrontare il problema dell’immigrazione irregolare attraverso il canale della Manica. Tuttavia, il suo contenuto ha scatenato numerose controversie, soprattutto in merito alle garanzie sui diritti umani e alla reale sicurezza offerta dal Ruanda come paese di accoglienza.

Soddisfatto il premier Rishi Sunak che si era impegnato a “fermare le barche di migranti” che sbarcano sulle coste inglesi a qualsiasi costo.

Migranti, da luglio partono i primi voli per il Ruanda

I primi voli per il Ruanda sono previsti per luglio, anche se non è chiaro quali linee aeree accetteranno il compito, dato che persino RwandAir si era rifiutata temendo di danneggiare la sua reputazione.

Il piano di deportare i migranti in Africa, proposto originariamente nell’aprile 2022 sotto il governo di Boris Johnson, è stato oggetto di vari contenziosi legali. La Corte Suprema lo scorso anno ha bocciato il piano, stabilendo che il Ruanda non può essere considerato “un asilo sicuro”.

Il trattato tra Regno Unito e Ruanda prevede la creazione di un nuovo tribunale d’appello sotto la legge ruandese, supervisionato da due copresidenti, uno ruandese e l’altro di un altro paese del Commonwealth, oltre all’istituzione di un collegio di giudici di diverse nazionalità per esaminare i ricorsi nel caso in cui la domanda di asilo venga respinta. Il governo ruandese ha sottolineato che questa partnership riflette il suo impegno a proteggere le persone vulnerabili e ha garantito che chiunque arrivi in Ruanda in base al nuovo trattato sarà accolto e riceverà il sostegno necessario per costruire una nuova vita nel paese. Il governo inglese, per facilitare l’attuazione di questo nuovo accordo quinquennale, ha investito 290 milioni di sterline per rilanciare la crescita economica del Paese, con particolare attenzione all’istruzione, all’agricoltura e alla sanità, con ulteriori 50 milioni di sterline che saranno inviati a Kigali ora che la legge è stata approvata, portando il totale dell’investimento a 340 milioni di sterline.

Migranti, ecco le critiche al piano Ruanda

Molte le critiche al progetto. Un punto centrale di critica riguarda l’assenza di un meccanismo indipendente per valutare se il Ruanda sia effettivamente un “Paese sicuro“, come sostenuto dalla legge. Inoltre, la legge è stata oggetto di un acceso dibattito per via dei suoi costi elevati e dei dubbi sollevati riguardo alla sua efficacia nel dissuadere i migranti dal cercare rifugio nel Regno Unito. Lo stesso Re Carlo che ora dovrà a suo malgrado firmare la legge in passato l’aveva definita “spaventosa”

Il piano del Governo è stato valutato come molto costoso dal National Audit Office, che stima un costo di 1,8 milioni di sterline per ognuno dei primi 300 migranti trasferiti in Ruanda, benché ciò rappresenti solo una frazione dei 29.437 migranti sbarcati lo scorso anno. Nonostante ciò, il premier Rishi Sunak sostiene che la legge servirà da deterrente, scoraggiando i migranti dall’affrontare la pericolosa traversata della Manica e danneggiando così le organizzazioni di trafficanti di esseri umani.

Lo stesso ministero degli Esteri britannico ha pubblicato un rapporto che sembra contrastare la premessa della legge. Secondo il rapporto, il Ruanda è un paese problematico, con oltre il 56,5% della popolazione che vive con meno di 1,90 dollari al giorno, un governo che non ha fatto progressi significativi nel ridurre la povertà negli ultimi dieci anni, malnutrizione endemica e aiuti alla popolazione che sono molto inferiori al necessario. Di altra opinione, invece, il governo britannico che dipinge un quadro ben diverso, definendo il Ruanda un paese sicuro e adatto ad accogliere coloro che non hanno diritto di restare nel Regno Unito.

Molte organizzazioni umanitarie, contrarie al piano del governo, prevedono di contestare la legge in tribunale, sottolineando che la prospettiva di essere trasferiti in Ruanda non sarà un deterrente sufficiente per le migliaia di persone disperate che rischiano la vita attraversando il canale della Manica.

Onu: “Il piano Ruanda è un pericoloso precedente”

L’opposizione al piano britannico è stata evidenziata anche a livello internazionale, con le Nazioni Unite e il Consiglio d’Europa che hanno espresso preoccupazione per l’impatto negativo sulla tutela dei diritti umani e sullo stato di diritto.

Le Nazioni Unite hanno invitato il Regno Unito a riesaminare i piani di espulsione dei richiedenti asilo in Ruanda, poiché ritengono che questa misura, approvata dal Parlamento britannico, minacci lo stato di diritto e crei un “pericoloso precedente a livello mondiale”. L’Alto Commissario per i Diritti Umani, Volker Türk, e il suo omologo responsabile per i rifugiati, Filippo Grandi, hanno invitato il governo di Sunak “a prendere invece misure pratiche per combattere i flussi irregolari di rifugiati e migranti, sulla base della cooperazione internazionale e del rispetto del diritto internazionale dei diritti umani”.

Dubbi anche dal Consiglio d’Europa che ha sollecitato il Regno Unito a rinunciare al controverso piano: “Il governo del Regno Unito dovrebbe astenersi dal rimuovere le persone sulla base del piano Ruanda e invertire l’effettiva violazione dell’indipendenza della magistratura da parte del disegno di legge”, ha affermato il commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa, Michael O’Flaherty.

Soddisfatto, invece, il governo del Ruanda: “Siamo lieti che il disegno di legge sia stato approvato dal Parlamento britannico”, ha dichiarato Yolande Makolo in un comunicato, aggiungendo che il governo di Kigali non vede l’ora di “dare il benvenuto a coloro che sono stati trasferiti in Ruanda”.

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