La settimana finanziaria europea si apre con una seduta positiva, guidata da Londra che chiude con un guadagno dell’1,64%, su attese di una banca centrale inglese più colomba delle previsto. Sul fronte opposto è Piazza Affari, -0,58%, zavorrata dallo stacco cedole da parte di ben otto blue chip che pesa sul listino principale per l’1,53%.
Nel resto d’Europa Parigi sale dello 0,22%, Francoforte +0,74%, Amsterdam +0,76%, Madrid +1,51%.
Il clima sembra migliorare, dopo la volatilità della scorsa ottava, grazie alla schiarita in Medio Oriente tra Iran e Israele che allontana per ora i timori di un’escalation nell’area. S’indebolisce anche il prezzo del petrolio (Brent -0,5%, 86,81 dollari al barile) e il ritorno della propensione al rischio appanna i prezzi dell’oro: lo spot gold perde circa il 2% allontanandosi ulteriormente dopo i massimi toccati la scorsa ottava.
Molto attesi questa settimana sono i dati trimestrali di alcune grandi banche in Europa e di alcune mega tech a Wall Street, oltre che alcuni dati macro come l’inflazione Usa. Intanto la borsa statunitense si muove in cauto progresso a metà giornata, dopo che S&P 500 e Nasdaq hanno archiviato venerdì la sesta seduta consecutiva in ribasso, serie peggiore da ottobre 2022. È negativa Tesla (-4,6%), che ha tagliato i prezzi in mercati importanti, compresi Cina e Germania, ma tenta un rimbalzo Nvidia, +1,4%, dopo una perdita intorno al 10% nell’ultima seduta.
Sterlina in ribasso con BoE accomodante
Sui mercati resta alta l’attenzione sull’orientamento delle banche centrali, con Bce e Fed che sembrano destinate a prendere strade diverse. La prima dovrebbe infatti tagliare il costo del denaro a partire dal mese di giugno, mentre la seconda probabilmente non si muoverà prima del mese di settembre.
In conseguenza l’euro continua a muoversi debolmente contro dollaro, in area 1,064 e il Financial Times scrive che, in ragione di questa diversa aspettativa, sale ora la quota di investitori che si aspetta una parità tra euro e dollaro. La possibilità è solo del 10% che questo appaiamento si palesi nei prossimi sei mesi, ma a inizio anno questa ipotesi era pari a zero.
A farsi notare oggi è soprattutto la sterlina, che viaggia in ribasso contro entrambe le valute alla luce dell’atteggiamento sorprendentemente accomodante del vice governatore della Banca d’Inghilterra David Ramsden, il quale, venerdì scorso, ha segnalano che la BoE vede un’inflazione al 2% questo trimestre e pensa che a tale livello resterà per i prossimi due anni.
Piazza Affari, “rosso relativo” con stacco cedole; vola Bioera
Piazza Affari arretra a 33.724 punti base, ma quello del listino principale di Milano è un “rosso relativo”, per dirla con Tiziano Ferro, visto che a pesare sull’indice è lo stacco cedola di ben 8 blue chip, al netto del quale la performance sarebbe positiva. In totale sono 15 i titoli milanesi al pagamento del dividendo.
La big cap peggiore del giorno è Iveco, -2,18%, che stacca la cedola insieme a Banca Mediolanum (+0,21%) Banco Bpm (+1,06%), Campari (+1,3%), Ferrari (-0,52%), Prysmian (-0,24%), Stellantis (+2,01%), Unicredit (+1,97%).
Secondo i principali osservatori Iveco è particolarmente penalizzata dal cambio a sorpresa dell’ad Gerrit Marx (che sarà sostituito da Olof Persson), a poco più di un mese dalla presentazione del nuovo piano industriale.
Tra i titoli più colpiti dalle vendite odierne anche Cucinelli -1,29%, Erg -1,07%, Saipem -0,8%.
La lista dei rialzi oggi però è più lunga e corposa e tra i settori più gettonati ci sono banche e salute. Tra i titoli degli istituti di credito brillano particolarmente Mps +3,05%, Bper +2,34%, Pop di Sondrio +2,23%, Intesa +1,53%.
A guidare il listino è Diasorin +4,12% e a poca distanza si colloca Recordati +2,49%, sui conti del primo trimestre. Bene Pirelli +2,13% ed Enel +1,58%. I progressi sono timidi per Interpump, +0,64%, dopo l’annuncio dell’acquisizione del 100% di Alltube Engineering per 2,3 milioni di euro.
Fuori dal paniere principale svetta Bioera +47,76%, sulla notizia di fondi per 3,6 milioni da parte di Hara Immobiliare, con proposta di eventuale fusione.
Spread in calo su conferma rating da S&P
La carta italiana chiude una seduta decisamente positiva, confortata anche dalla conferma (seppur attesa) del giudizio sul debito sovrano da parte di S&P, che ha lasciato il rating BBB, con previsione stabile.
Lo spread tra decennale italiano e tedesco si restringe a 134 punti base e i tassi si riducono: il Btp è indicato al 3,81% e il Bund al 2,47%.