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Prodi durissimo con Schlein, Meloni e Tajani: “Chi chiede il voto e poi non va a Bruxelles ferisce la democrazia”

Severa reprimenda dell’ex premier contro Schlein, Meloni e Tajani ma Prodi è deluso soprattutto dalla segretaria del Pd che sta addirittura pensando di mettere il suo nome nel simbolo del partito scatenando la tempesta all’interno

Prodi durissimo con Schlein, Meloni e Tajani: “Chi chiede il voto e poi non va a Bruxelles ferisce la democrazia”

Sono parole dure come pietre quelle che il padre dell’Ulivo, Romano Prodi, ex premier ed ex Presidente della Commissione europea, ha pronunciato contro il vizio di chi si candida alle elezioni europee sapendo che, se eletto, non andrà a Bruxelles ma preferirà restare nel Parlamento italiano. “Così si ferisce la democrazia”. I destinatari della reprimenda di Prodi sono tre: Elly Schlein, Giorgia Meloni e Antonio Tajani. Ma tutti hanno capito subito che il padre dell’Ulivo ce l’ha soprattutto con la segretaria del Pd: “Queste sono cose che fa la destra, ma il Pd non può farlo”. E invece la Schlein, anche a costo di spaccare il partito, non solo si candiderà come capolista nel Centro e nelle Isole, ma pretendeva di inserire il proprio nome nel simbolo, cosa che in passato aveva fatto solo Walter Veltroni ma che nel 2014 Matteo Renzi, che poi prese il 40% alle Europee, si guardò bene dal fare. Per fortuna almeno su quest’ultimo punto Schlein ha fatto marcia indietro o è stata costretta a farlo. “Candidarsi e poi non andare a Bruxelles? Non è questo il modo di servire la democrazia” tuona Prodi, perché “così il popolo non conta niente, vota per uno e poi ci va un ‘altro”. Parole sante che purtroppo hanno il sapore delle einaudiane “Prediche inutili”. Ma, comunque vada, Prodi merita solo applausi.

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