Il direttore generale di Confindustria non è il capo della segreteria del presidente come sembra sia diventato negli ultimi anni. In realtà il direttore generale è il capo operativo, il responsabile della struttura, colui che dovrebbe portare avanti le decisioni “politiche” prese dal presidente e dal Consiglio direttivo. Non si tratta di svalutare il ruolo degli imprenditori i quali con il passare del tempo si sono sempre di più dedicati a ricoprire incarichi operativi, lasciando uno spazio sempre più ristretto al direttore generale e alle strutture professionali, ma di ripristinare un equilibrio che è nel vero interesse degli associati.
La nomina di Maurizio Tarquini
Ora con l’arrivo di Maurizio Tarquini si dovrebbe tornare alla stagione dei direttori generali di grande prestigio e peso sia interno che esterno all’organizzazione. Insomma si dovrebbe prendere ispirazione dalle figure che in passato hanno ricoperto quel ruolo per trarne ispirazione. Franco Mattei, figura di spicco della Confindustria degli anni ‘60 e ‘70, Paolo Annibaldi, negli anni ‘80 e Innocenzo Cipolletta per il decennio ‘90.
Del resto l’equilibrio su cui si regge il sistema confindustriale si basa appunto su una presidenza che ha una durata massima di quattro anni e su una struttura permanente guidata appunto dal direttore generale che deve assicurare la necessaria continuità pur nel mutare degli orientamenti politici che i vari presidenti vogliono imprimere per tener conto del mutamento del quadro esterno e delle esigenze degli associati.
Tarquini ha una lunga carriera nelle strutture della Confindustria. È la persona giusta per ripristinare quegli equilibri che hanno fatto di Confindustria una grande e rispettata associazione di imprenditori attenti non solo ai propri legittimi interessi di breve periodo, ma anche alle istanze necessarie alla crescita dell’intero paese.
Per ora c’è un coro di consenso intorno alle scelte del presidente Orsini. Anche se l’intervista di venerdì di Gozzi a la Repubblica non sembra in linea con il rinnovato clima unitario, è auspicabile che il rinnovamento basato sul tandem Orsini – Tarquini possa procedere con rapidità ed efficacia.