Le industrie manifatturiere italiane iniziano a vedere la luce in fondo al tunnel. Nel primo trimestre dell’anno i giudizi sulla situazione economica generale e sulle condizioni operative “sono divenuti meno negativi rispetto al periodo precedente”. Lo dice Bankitalia sulla base di un’indagine condotta da tra febbraio e marzo presso le imprese con almeno 50 addetti. Circa un terzo delle imprese manifatturiere ha tuttavia subito ritardi o rincari nell’approvvigionamento di input per effetto delle tensioni nel Mar Rosso.
Migliorano i settori dei servizi e delle costruzioni. Riprendono le vendite all’estero
La domanda, dice il rapporto, “risulta ancora debole ma nel complesso in miglioramento”. L’andamento è positivo nei servizi e nelle costruzioni e meno negativo nell’industria in senso stretto. “Dopo due trimestri di contrazione, un impulso favorevole è giunto anche dalle vendite all’estero”.
Oggi l’Istat ha reso noto che la produzione industriale in febbraio su base mensile è cresciuta dello 0,1%, in aumento rispetto al precedente -1,4%, sebbene inferiore alle attese di un +0,6%. Ieri sempre l’Istat ha detto che a febbraio sono migliorati i dati legati alle vendite al dettaglio, tornate a crescere in volume per la prima volta da maggio 2022, grazie anche al rallentamento dell’inflazione e al progressivo recupero del potere d’acquisto delle famiglie italiane. Nel secondo mese dell’anno, l’Istat stima per le vendite al dettaglio una crescita congiunturale dello 0,1% in valore e in volume, mentre su base tendenziale il dato è aumentato del 2,4% in valore e registrano un incremento in volume dello 0,3%.
Per il secondo trimestre prospettive in crescita
Bankitalia nella sua analisi dice che le prospettive per il secondo trimestre fanno pensare a una ripresa delle vendite, sostenute sia dalla domanda interna sia da quella estera. I giudizi sulle condizioni per investire e di accesso al credito, spiega l’istituto, “sono divenuti decisamente meno sfavorevoli rispetto alla scorsa rilevazione. Il saldo tra previsioni di aumento e di riduzione della spesa per investimenti nel 2024 si conferma positivo”.
Quanto agli altri indicatori economici, l’occupazione dovrebbe continuare a crescere anche nel secondo trimestre dell’anno, mentre l’inflazione dovrebbe decelerare ancora, scendendo all’1,5% alla fine dell’anno, raggiungendo in ogni comparto i livelli più bassi dal 2021.
“Negli ultimi 12 mesi i prezzi praticati dalle aziende hanno continuato a decelerare, con variazioni ben inferiori ai picchi raggiunti nel 2023” dice ancora la Banca d’Italia. “Le attese sull’inflazione al consumo sono scese all’1,5 per cento su tutti gli orizzonti temporali, raggiungendo in ogni comparto i livelli più bassi dal 2021″ sottolinea l’indagine.
Nei giorni scorsi Bankitalia aveva anche mostrato la situazione dei finanziamenti richiesti dalle imprese alle banche, mostrando che le imprese a causa soprattutto dei tassi alti hanno ridotto le richieste di fondi. La situazione potrebbe cambiare nei prossimi mesi visto che l’andamento disinflazionistico e le attese per i tagli ai tassi di interesse della Bce hanno fatto nuovamente scendere i tassi sui finanziamenti. I tassi di interesse sui nuovi prestiti alle imprese, dice Bankitalia, sono stati pari al 5,34% (5,48% nel mese precedente), mentre i tassi sui nuovi prestiti di importo superiore a tale soglia si sono collocati al 5%. I tassi passivi sul complesso dei depositi in essere sono stati pari all’1,02% (1% nel mese precedente).