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Borsa chiusura 9 aprile: i venti di guerra non salvano Leonardo che crolla (-8,9%) e trascina giù Piazza Affari. Oro record

È la giornata dei paradossi: dal Medio Oriente e dall’Ucraina arrivano segnali inquietanti ma in Borsa l’industria della Difesa soffre e Leonardo ne fa le spese. Ma sul ribasso di tutte le Borse in America e in Europa pesano anche le risorgenti incognite sui tassi

Borsa chiusura 9 aprile: i venti di guerra non salvano Leonardo che crolla (-8,9%) e trascina giù Piazza Affari. Oro record

Il crollo dei titoli del settore difesa pesa oggi sui listini europei, che chiudono in ribasso, innervositi nel pomeriggio dalla volatilità di Wall Street, in attesa del dato chiave sull’inflazione Usa di marzo che uscirà domani. Giovedì inoltre la Bce terrà la sua riunione di politica monetaria, mentre venerdì si aprirà la stagione delle trimestrali negli Stati Uniti con le grandi banche.

Non si abbassa però la febbre dell’oro, con il prezioso metallo che, tra speculazioni e incertezze, oggi ha sfondato i 2.380 dollari l’oncia.

Rialzano la testa infine i titoli di Stato.

Europa in rosso, Milano sotto 34mila punti; Goldman Sachs vede rischi al ribasso per i titoli della difesa

Piazza Affari perde l’1,08% e scivola sotto la quota psicologica dei 34 mila punti base (a 33.946) appesantita dal tonfo di Leonardo -8,94% e Iveco Group -6,96%, due tra i titoli che hanno corso di più negli ultimi mesi. A farsi sentire è stato un report di Goldman Sachs che vede più rischi al ribasso che al rialzo per le valutazioni borsistiche del settore difesa, mentre ci si avvicina al 2025. Secondo il broker americano nell’ultimo anno il comparto è stato sostenuto dall’espansione dei budget di spesa ma i multipli ora si trovano ai massimi storici. Gli investitori hanno quindi colto l’occasione per massicci realizzi, nonostante Josep Borrell, alto rappresentante dell’Ue per gli affari esteri e la sicurezza, abbia detto che, a causa della guerra in Ucraina. l’Unione è entrata nella terza fase della storia, quella della costruzione di una difesa comune, poiché la Russia è una minaccia. Bloomberg inoltre stima che le spese per le armi saliranno al 4% del pil.

In sintonia con Milano, Francoforte perde l’1,28%, zavorrata da Rheinmetall -5,96%. A Parigi, -0,86%, Thales cede il 4,55%. A Londra, -0,12%, Bae Systems arretra del 4,58%. Sono in rosso anche i titoli del lusso, con gli investitori che si preparano a un rallentamento nel settore quando verranno pubblicati i risultati del primo trimestre. Aprirà le danze Lvmh (-1,51) il 16 aprile.

Nel resto d’Europa Madrid scende dello 0,87%, Amsterdam -0,43%.

L’euro tiene contro il dollaro, cosa dirà Christine Lagarde?

Sul mercato dei cambi l’euro-dollaro si mantiene su livelli stabili, intorno a 1,086. Questa resistenza della moneta unica stupisce alcuni analisti. Le previsioni sul comportamento di Bce e Fed su un prossimo allentamento monetario infatti ormai divergono. Dalla Bce ci si attende un primo taglio dei tassi a giugno, mentre dalla Fed le probabilità di una mossa in questo senso nello stesso mese si sono ridimensionate per la forza dell’economia a stelle e strisce. È possibile quindi che la presidente della banca centrale europea stupisca con un atteggiamento più severo del previsto? Al momento non sembra e in ogni caso  giovedì la Bce non dovrebbe toccare il costo del denaro.

Per quanto riguarda la Fed l’andamento dei prezzi al consumo nel mese di marzo che verranno resi noti domani potranno fare chiarezza sulle future mosse di Jerome Powell. Al momento le previsioni su un allentamento da parte della Federal Reserve di circa 60 punti base complessivi nel corso dell’anno sono le più basse da ottobre, secondo i dati di Lseg, rispetto ai 150 punti base previsti all’inizio del 2024. Secondo il FedWatch Tool del Cme, i trader vedono quasi il 51% di possibilità di un taglio di almeno 25 punti base a giugno, in calo rispetto al 64% della scorsa settimana.

Infine sono attesi anche i verbali della riunione di marzo della Fed, in cui la banca ha mantenuto la propria guidance di tre tagli dei tassi quest’anno e potrebbero essere fondamentali per valutare la posizione dell’istituto centrale.

Intanto si rianimano gli acquisti sui T-Bond, che vedono prezzi in rialzo e rendimenti in ribasso.

Materie prime, metalli in volo

Tra le materie prime prendono il volo i metalli, che non vivono solo della luce riflessa dell’oro. In particolare i prezzi del rame di Shanghai sono stati scambiati oggi ai massimi record grazie a un ritrovato ottimismo per l’andamento delle produzioni dalle principali economie. I futures del rame globale guadagnano circa il 10% da inizio anno.

Il petrolio galleggia (Brent 90,14 dollari al barile), mentre si attenuano le speranze di una tregua a Gaza.

Piazza Affari, bene Diasorin, Tim e Fincantieri, giù le banche

La giornata di Piazza Affari si è tinta di rosso a causa dei titoli della difesa, ma anche di quelli delle banche. Perdono quota infatti Popolare di Sondrio -3,88%, Mps -2,69%, Unicredit -2,44%.

Tra le blue chip peggiori del giorno c’è inoltre Amplifon, -2,43%, appesantita dal fatto che l’Antitrust ha chiuso un’indagine conoscitiva (avviata a settembre) sul mercato degli apparecchi acustici, segnalando criticità nella trasparenza delle offerte al pubblico e delle forniture e al Servizio Sanitario Nazionale.

Nel lusso, con i colleghi europei, vanno giù Cucinelli -2,16% e Moncler -1,27%.

Le note positive arrivano anche oggi da Diasorin +3,52%, che guarda ai buoni conti del competitor francese BioMerieux, che ha chiuso il primo trimestre con un aumento del fatturato del 6,6% a 965 milioni di euro.

Bene Telecom Italia +1,42%, con i principali proxy advisor, Iss e Glass Lewis, che hanno suggerito agli investitori di votare per la lista presentata dal Cda uscente per il rinnovo del board all’assemblea del 23 aprile.

Sale Stm +1,29%, sull’eco del balzo del produttore di Chip taiwanese Tsmc (+4,6%), ai massimi storici dopo l’accordo con l’amministrazione Usa su 11,6 miliardi di dollari, di cui 6,6 miliardi in sovvenzioni e fino a 5 miliardi in prestiti, per aumentare la produzione di tecnologia critica con una terza fabbrica in Arizona, a Phoenix.

Fuori dal paniere principale la stella del giorno è Fincantieri +3,86%, che ha annunciato una maxi commessa di Norwegian Cruise Line Holdings Ltd. Si tratta di un ordine per la realizzazione di quattro navi da crociera di nuova generazione: due destinate al brand Regent Seven Seas Cruises e due per il brand Oceania Cruises. Navi all’avanguardia per la leadership costante nella tecnologia, nel comfort e nell’intrattenimento a bordo oltre che in termini di sostenibilità ambientale.

Spread in calo

La seduta è positiva per i titoli di Stato italiani, che vedono scendere lo spread con il decennale tedesco a 137 punti base. I tassi sono in calo: il Btp è indicato al 3,71% e il Bund al 2,34%.

Sotto l’aspetto dei conti pubblici la cinghia appare però sempre più corta: il Cdm ha dato via libera oggi al Documento di economia e finanza, dove il pil del 2024 scende al +1%, da +1,2% stimato precedentemente. E il rapporto debito-pil è indicato al 137,8% quest’anno, al 138,9% nel 2025, al 139,8% nel 2026.

Il debito pubblico in risalita previsto dal Def “è pesantemente condizionato dai riflessi per cassa del superbonus nei prossimi anni” ha ribadito il ministro dell’economia Giancarlo Giorgetto, ma successivamente al 2026 “comincerebbe a scendere”.

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