I listini europei chiudono oggi in ripresa, scaldandosi nel pomeriggio al tiepido tepore di Wall Street, positiva nelle prime ore di scambi dopo le perdite della vigilia.
Piazza Affari sale dello 0,45%, spinta dai titoli finanziari e dall’improvviso balzo di Telecom +5,19%. Male invece l’’obbligazionario; si allarga lo spread.
A livello globale il terribile terremoto che ha colpito Taiwan e di conseguenza il settore dei microchip del mondo non sembra avere, per ora, conseguenze devastanti sotto il profilo finanziario. Le borse riescono così a trovare qualche spunto tra dati macro e storie aziendali, in attesa che alle 18,10 (ora italiana) il presidente della Fed Jerome Powell faccia nuovamente sentire la sua voce.
Intanto continuano a correre le materie prime. L’oro aggiorna i suoi record, il petrolio sale sul rischio di rallentamenti nelle forniture e grazie alla forza dell’economia a stelle e strisce.
Il metallo prezioso con consegna spot ha toccato in seduta un massimo a 2.284,68 dollari mentre i future con consegna giugno hanno superato i 2.300 dollari a quota 2.305. In rialzo sui massimi da due anni anche l’argento, a 26 dollari l’oncia e crescono i prezzi del rame, accendendo qualche campanello di allarme sull’inflazione. I future di Brent e greggio texano intanto guadagnano circa l’1%.
Sul valutario l’euro è in recupero contro dollaro in area 1,082.
L’Europa chiude in cauto rialzo, mentre scende l’inflazione nella zona euro; focus sulle banche centrali
Piazza Affari si apprezza a 34.480 punti base, anche se Stellantis zavorra il listino -1,82%, insieme ad altri titoli industriali.
Nel resto d’Europa: Francoforte +0,44%, Parigi lo 0,29%, Amsterdam +0,3%, Madrid +0,48%. È piatta Londra.
A infondere un po’ di fiducia sui listini del blocco, in mattinata, è stata la stima flash di Eurostat sull’inflazione nell’area, che a marzo è scesa, su base annua, al 2,4% dal 2,6% di febbraio. I servizi restano la componente più elevata (stabile al 4%), seguiti da alimentari, alcol e tabacco (2,7%, dal 3,9% di febbraio), beni industriali non energetici (1,1%, dall’1,6%) e energia (-1,8%, contro -3,7% a febbraio).
Un andamento che può portare a un taglio dei tassi a giugno, secondo il consigliere Bce Pablo Hernandez de Cos.
Quadro macroeconomico e banche centrali
A dettare gli umori sui mercati sono ancora le previsioni sulle prossime mosse delle banche centrali sulle due sponde dell’Atlantico. I forti dati macro, visti recentemente negli Stati Uniti, hanno fatto scattare ieri vendite sui titoli di Stato e sull’azionario nel timore che la Fed tagli i tassi dopo giugno e solo due volte quest’anno, invece delle tre previste dagli stessi banchieri. Oggi, a rafforzare questi timori, contribuiscono i dati sull’occupazione nel settore privato, oltre le previsioni. Secondo il rapporto mensile redatto da Adp, l’agenzia che si occupa di preparare le buste paga, negli Usa a marzo sono stati creati 184.000 posti di lavoro rispetto a febbraio, contro stime di 150.000. I salari sono cresciuti del 5,1% su base annuale, come il mese precedente, minor rialzo dall’agosto 2021.
Per il falco Rphael Bostic, presidente della Fed di Atlanta, la banca centrale Usa abbasserà i tassi solo una volta quest’anno e bisognerà attendere il quarto trimestre.
Wall Street tenta il rimbalzo; Taiwan limita le perdite
Il quadro macro, al momento, non sembra avere un impatto negativo su Wall Street, che si muove in frazionale crescita. Il miglior titolo sul Dow Jones è Caterpillar, +1,8% alla notizia che Dave Calhoun, il dimissionario amministratore delegato di Boeing, lascerà il consiglio di amministrazione dopo 13 anni.
Anche il settore dei chip non appare particolarmente sotto pressione, anche se Intel perde il 6,87%, dopo che la società tech, che produce i propri chip, ha comunicato una perdita operativa di 7 miliardi di dollari nel 2023 per il settore della produzione di semiconduttori, su ricavi di 18,9 miliardi di dollari. Nel 2022, la perdita era stata di 5,2 miliardi, su ricavi di 27,5 miliardi.
La borsa di Taiwan d’altra parte ha chiuso le contrattazioni con lievi perdite (-0,6%), nonostante l’isola sia stata colpita da un terremoto spaventoso. In particolare le azioni Taiwan Semiconductor (Tsmc) limitano i danni all’1,3%. L’azienda è tra i principali fornitori di chip di Apple e Nvidia e ha inizialmente evacuato alcuni impianti di produzione, ma ha poi comunicato che i dipendenti sono tornati al lavoro dopo che i siti sono stati ispezionati per garantire la sicurezza.
Obbligazionario sotto pressione negli Usa e in Europa; sale lo spread
A restare sotto pressione è l’obbligazionario, sia in Europa sia negli Stati Uniti. Anche oggi infatti i prezzi risultano in calo e i tassi in rialzo.
Negli Usa il tasso del Treasury decennale aggiorna ulteriormente il suo massimo da diversi mesi con un piccolo progresso a +4,391%, dopo aver toccato brevemente il 4,4%.
In Europa la carta italiana chiude in rosso. Lo spread tra Btp decennale e Bund decennale sale a 145 punti base (+4,19%), con rendimenti che si portano rispettivamente +3,83% e +2,38%.
Piazza Affari, positiva in scia a Finecobank
Oggi è Finecobank, +5,97% (14,38 euro per azione), a guidare il principale listino di Piazza Affari. Il titolo ha visto volumi intensi, circa il doppio della media giornaliera delle ultime trenta sedute dopo un report di JP Morgan nel quale si dice che l’azione è sottovalutata. La banca d’affari ha quindi portato la raccomandazione overweight e il target price a 16,30 euro, con un aumento del 20% rispetto all’ultima quotazione.
Tra le migliori blue chip del giorno è comparsa improvvisamente, nelle battute finali, anche Telecom, alle prese in questi giorni con la diatriba sulle frequenze con Elon Musk e con le vicende della Rete.
La seduta è stata ampiamente positiva anche per il settore bancario, con Bper +2,38%, Banco Bpm +2,05%, Popolare di Sondrio +2,07%, Intesa +1,66%, Unicredit +1,42%,
Si conferma in denaro Unipol +2,35%, mentre tra i titoli oil brilla Tenaris +1,86%.
Il settore auto è contrastato. Pirelli mette a segno un rialzo del 2,06%, mentre Stellantis veste la maglia nera le immatricolazioni di nuove auto in Italia scese a marzo dell’11,5%. Il Belpaese rappresenta però meno del 10% delle vendite complessive del gruppo. La seduta è negativa per Ferrari -0,82%.
Tra le maggiori perdite del giorno ci sono inoltre Hera -1,74%, Interpump -1,33%, Campari -1,24%.
Fuori dal paniere principale Ovs +4,13%, è stata premiata dagli acquisti dopo l’annuncio dell’accordo vincolante d’investimento in Goldenpoint. L’operazione, cosiddetta ‘bolt-on’, è giudicata positivamente dagli analisti per logica industriale a fronte di un costo contenuto.