L’inflazione nell’area euro è in rapido calo, avvicinandosi all’obiettivo della Bce del 2%, rendendo così possibile un taglio dei tassi. E proprio in questa direzione va il consenso, emerso soprattutto nelle settimane più recenti, nell’ambito del Consiglio Direttivo della Bce. È quanto ha sottolineato Fabio Panetta, Governatore della Banca d’Italia e “colomba” della prima ora, fin da quando era nel board Bce, il quale ha anche ribadito l’urgenza di cominciare la “ritirata”.
Il modello Einaudi: ridurre l’inflazione senza ostacolare la crescita
L’occasione del discorso di Panetta è la celebrazione, nella Protomoteca del Campidoglio, dei 150 anni dalla nascita di Luigi Einaudi, l’uomo che, da Governatore e poi ministro del Bilancio nell’immediato dopoguerra, riuscì a piegare un’inflazione (che nel 1946 superava il 60%) senza compromettere la crescita, anzi gettando le premesse l’insperato miracolo economico.
Di fronte al Gotha dell’economia del Paese, con il presidente Sergio Mattarella seduto in prima fila, Panetta ha sottolineato il modello Einaudi: “Il risanamento monetario fu conseguito agendo su quattro fronti: riformando il regime di riserva obbligatoria e aumentando il tasso di sconto, assegnando alla Banca d’Italia la vigilanza sulle banche, ristabilendo un limite al finanziamento monetario dello Stato, reinserendo l’Italia nella comunità finanziaria internazionale con l’adesione agli accordi di Bretton Woods”. Con un mix sapiente di tutte queste misure, Einaudi riuscì a “piegare la dinamica dei prezzi, riacquisire il controllo delle aspettative e riassorbire la liquidità in eccesso senza penalizzare troppo l’attività produttiva e il credito”. Alcune componenti di quel mix non sono più possibili: il divorzio tra Tesoro e Bankitalia del 1981 esclude la monetizzazione del debito, mentre Bretton Woods era incentrata sul dollaro ma è stata superata tra l’altro dall’euro. Tuttavia un mix attualizzato è possibile, dice Panetta, per intraprendere il cammino di crescita.
La riduzione del debito innescherebbe un circolo virtuoso
Panetta apre anche un capitolo sul tema del debito pubblico italiano. “L’Italia ha un debito pubblico elevato, frutto di squilibri accumulati in molti anni” ha detto il Governatore. “Per ridurlo non si può non condividere il principio einaudiano di tendere, con la necessaria flessibilità, a un duraturo ribilanciamento dei conti pubblici”, ha sottolineato Panetta, spiegando che “ciò richiede una programmazione sia di breve sia di medio periodo della spesa e misure capaci di assicurare nel tempo una graduale ma costante riduzione del debito”.
Da lì partirebbe un circolo virtuoso, intanto perché “tanto più il percorso di riduzione sarà credibile, tanto minore sarà la compensazione che gli investitori richiederanno per detenere il nostro debito. E a sua volta questo poi aumenterà gli spazi di manovra per interventi fiscali di natura sociale e per fronteggiare future situazioni impreviste”, ha sottolineato Panetta.
Agire sul controllo della spesa, ma distinguere tra quella utile e quella improduttiva
Per liberarci “del fardello del debito” si dovrà agire “al tempo stesso sul fronte della crescita”. E a questo proposito Panetta richiama un altro insegnamento di Einaudi: “distinguere la spesa pubblica utile da quella improduttiva. In termini attuali, si potrebbe dire che egli riteneva essenziale migliorare la qualità del bilancio pubblico, riorientandone la composizione al fine di innalzare lo sviluppo potenziale dell’economia”.