È Alberta Figari la candidata per la presidenza di Tim. A ventiquattro ore di distanza dal Capital Market Day, il consiglio di amministrazione della società ha reso nota la lista dei candidati per il rinnovo del board che sarà presentata all’assemblea dei soci in programma il prossimo 23 aprile. Come da attese, Pietro Labriola sarà ricandidato per un nuovo mandato, mentre per la poltrona di presidente attualmente occupata da Salvatore Rossi, che da tempo ha reso nota la propria indisponibilità a rimanere, sarà candidata Alberta Figari, avvocata d’affari, partner dello studio Legance e già consigliere di Generali.
Il nuovo board di Tim
Il mese scorso il cda aveva approvato la “long list” di candidati che nel pomeriggio di oggi si è trasformata in una short list.
Come previsto, il cda ha deliberato all’unanimità di proporre la nomina, con mandato triennale, di un board composto da nove membri, sei in meno degli attuali quindici, “tenuto conto del perimento di business che risulterà dall’esecuzione del Piano di Delayering e coerentemente con il trend di lungo periodo in società comparabili, con la prassi in atto in varie società quotate di grandi dimensioni e con l’opportunità di un contenimento dei costi vivi della governance societaria”, si legge nella nota della società.
Nonostante ciò la lista approvata oggi è comunque composta da 15 candidati, nel caso in cui l’assemblea dei soci non desse il via libera alla riduzione e confermasse l’attuale numero di consiglieri.
Tim: ecco la lista dei consiglieri
Ad Alberta Figari, candidata al ruolo di presidente, e Pietro Labriola indicato come Ad (ruolo che ricopre dal gennaio 2021), si aggiungono: Giovanni Gorno Tempini, Paola Camagni, Federico Ferro Luzzi, Maurizio Carli e tra i nuovi consiglieri Domitilla Benigni. Completano la lista Jeffrey Hedberg, Paola Tagliavini, Romina Guglielmetti, Leone Pattofatto, Antonella Lillo, Andrea Mascetti, Enrico Pazzali e Luca Rossi.
Jeffrey Hedberg, Paola Tagliavini, Maurizio Carli, Romina Guglielmetti, Leone Pattofatto, Antonella Lillo, Andrea Mascetti, Enrico Pazzali, Luca Rossi. Gorno Tempini, Camagli, Luzzi e Carli sono già consiglieri di Tim dal 31 marzo 2021.
Si tratta di una rosa di candidati composta da 6 donne e 9 uomini, per un totale di 13 indipendenti, “selezionata in modo tale da garantire, da un lato, un certo grado di continuità che consenta di valorizzare al meglio le attività e le operazioni straordinarie avviate dal Consiglio uscente e, dall’altro, di assicurare l’inserimento di candidature esterne di elevato profilo, portatrici di esperienze diversificate, che possano contribuire allo sviluppo futuro della società”, spiega Tim.
È adesso da capire come si comporterà Vivendi, primo socio con il 23,7%, che potrebbe decidere di presentare una propria lista contenente solo consiglieri indipendenti.
Nella prospettiva che l’Assemblea accolga favorevolmente la proposta di ridurre a nove il numero degli amministratori, il Cda ha approvato all’unanimità di proporre la riduzione a 1.300.000 euro annui lordi (dagli attuali 2.200.000 euro) del compenso complessivo massimo dell’intero organo (esclusi i consiglieri investiti di speciali cariche), la cui ripartizione sarà deliberata dal nuovo board.
Tim dimezza le perdite e presenta il nuovo piano industriale 2024-2026
Tim ha presentato i risultati del 2023. La guida di Pietro Labriola ha portato a un notevole miglioramento finanziario nel 2023, con le perdite dimezzate a 1,4 miliardi di euro contro i 2,9 miliardi del 2022. Questo risultato è stato raggiunto non solo grazie alla riduzione dei costi, ma anche grazie all’effetto positivo della gestione degli oneri non ricorrenti, valutati a 680 milioni di euro. Il gruppo ha confermato che questo andamento positivo riflette il miglioramento del business domestico e la crescita significativa di Tim Brasil. Tim ha confermato che questo trend positivo riflette il miglioramento del business domestico e la forte crescita del gruppo brasiliano, superando gli obiettivi per il secondo anno consecutivo, un risultato notevole dopo il 2010.
Ma le novità non finiscono qui. Durante l’ultima riunione del board, è stato votato all’unanimità il nuovo piano industriale per il triennio 2024-2026, denominato “Free to Run”. Questo piano si concentra su due pilastri fondamentali che guideranno Tim verso l’assemblea del 23 aprile, durante la quale verrà discussa, tra le altre cose, la cessione di Netco a Kkr.
Il nome stesso del piano, “Free to Run”, riflette l’obiettivo di ridurre il peso del debito finanziario, permettendo a Tim di liberarsi da vincoli e accelerare verso una crescita sostenibile. Uno dei principali passi sarà la cessione di Netco a Kkr, un’operazione prevista per ridurre il rapporto debito/ebitda after lease da 3,8 volte attuali a 1,6-1,7 volte entro il 2026, escludendo la remunerazione degli azionisti.
Cosa aspettarsi dal Piano
- Crescita sostenuta: Tim prevede un aumento annuo dei ricavi del gruppo (inclusa Sparkle) del 3%, partendo dai 14,4 miliardi del 2023. Per Tim Domestic, ci si aspetta un incremento annuo del fatturato del 2% nel triennio.
- Aumento dell’ebitda: Un aumento stimato dell’ebitda organico after lease del 8% medio annuo per il gruppo (da 3,5 miliardi nel 2023) e del 9-10% medio annuo per Tim Domestic (da 1,9 miliardi). Per il 2024, si prevede un aumento dell’8-9% per il gruppo e del 9-10% per Tim Domestic. L’ebitda organico after lease-capex del Gruppo è previsto in aumento da 1,3 miliardi di euro pro-forma nel 2023 a circa 2,2 miliardi di euro nel 2026. Per quanto riguarda Tim Domestic, si prevede un ebitda organico ater lease-capex in crescita a circa 1,1 miliardi di euro, rispetto ai 0,6 miliardi di euro pro-forma del 2023. Nel dettaglio, per il 2024 è attesa una crescita del 15-17% a livello di Gruppo e dell’11-12% per Tim Domestic.
- Investimenti mirati: la differenza tra l’ebitda organico after lease e i capex del gruppo dovrebbe crescere di 900 milioni in tre anni, passando da 1,3 a 2,2 miliardi di euro. Tim Domestic, in particolare, prevede un salto da 600 milioni a 1,1 miliardi.
- Efficienza e riduzione dei costi: Tim punta a ridurre la percentuale di capex rispetto ai ricavi dal 15% attuale al 14% entro il 2026. Inoltre, si prevede un aumento dell’efficienza, con obiettivi di risparmio incrementali fino a 400 milioni entro il 2026.
Un’attenzione particolare, infine, l’avrà la sostenibilità ambientale di Telecom. Il piano stabilisce obiettivi chiari, come il raggiungimento del 100% di approvvigionamento energetico da fonti rinnovabili entro il 2025 e l’obiettivo di raggiungere l’impronta di carbonio zero entro il 2040. Si prevede inoltre una crescita dei servizi e prodotti Esg-driven, con soluzioni per le Pubbliche amministrazioni, le smart city e la digitalizzazione del patrimonio culturale.
Obiettivi per le diverse unità di business
Per quanto riguarda le diverse unità che compongono il gruppo, il piano industriale prevede le seguenti linee strategiche:
- Tim Consumer: si mira a un aumento progressivo dell’Arpu fisso e mobile, con un’attenzione particolare alla convergenza tra i due settori, e in parallelo sarà sviluppato il modello di Customer Platform, con un focus sulla crescita dei ricavi beyond connectivity attraverso nuove partnership eopportu nità nel settore delle famiglie e delle piccole e medie imprese.
- Tim Enterprise: sfruttare il posizionamento per accelerare nei ricavi da servizi, con un focus specifico sul settore del cloud.
- Tim Brasil: continuare a essere un pilastro trainante, con una previsione di crescita a doppia cifra nella generazione di cassa.
Labriola: “Serve fiducia, free cash flow positivo”
Il Ceo di TIM, Pietro Labriola, ha sottolineato che il nuovo piano aziendale fino al 2026 prevede una “flessibilità finanziaria” che consentirà di “distribuire dividendi agli azionisti“, confermando che una parte degli utili sarà destinata alla remunerazione degli investitori.
“Bisogna capire che nel 2024 abbiamo ancora elementi che possono determinare impostazioni diverse, dobbiamo riprendere la fiducia, stiamo facendo bene, veniamo da un decennio di risultati negativi” ha spiegato Labriola. “La cosa più importante è il fatto che noi possiamo arrivare all’1,6 per la leva, e “siamo partiti da 3,8, con situazione che era destinata a peggiore”, ha aggiunto. “Nessuno – ha sottolineato – pensava di avere positivo l’equity free cash flow nel domestico, non lo facciamo nel 2024, ma nel 2025-26, se metto tutti questi pezzi è una storia industriale completamente diversa”.
“Certo dobbiamo chiarire meglio che il 2024 è un anno in cui saremo ancora per più metà dell’anno integrati verticalmente, e quindi dobbiamo ricordare la cassa che bruciamo mentre siamo verticalmente integrati, quindi il punto di partenza del livello del debito è vicino a 7,5 miliardi di euro, che non è una comunque una guidance”.
Un pensiero poi anche sull’operazione Fastweb-Vodafone: “Io non credo che Fastweb-Vodafone sia l’optimum del consolidamento del mercato, avrei preferito Iliad-Vodafone. La nuova telco sarà certamente “un competitor per il segmento corporate” spiega Labriola “ma non va dimenticato che noi abbiamo 16 data center, e ciò vuol dire che se qualcuno vuole entrare in questo mercato deve costruirli”. Sul mobile invece “dobbiamo fare quello che abbiamo fatto in Brasile e mettere i soldi da parte perché ci sarà senz’altro qualcuno che muore”.
“Non è un piano aggressivo, è un piano sfidante ma se faremo gli sforzi che dobbiamo fare ce la faremo” ha spiegato il direttore finanziario di Tim, Adrian Calaza. “Crediamo che i numeri ci consentano di pensare a una remunerazione per gli azionisti, è una cosa su cui rifletteremo nel 2024, è l’obiettivo di ogni società e non lo abbiamo fatto per alcuni anni”, ha sottolineato.
“Non siamo qui a darvi numeri migliori di quelli che possiamo fare: come ha detto l’ad Labriola per noi è importante confermare la vostra fiducia, dobbiamo mantenere le nostre promesse. “La società genererà cash in questi tre anni anni, con un andamento negativo nel 2024 e positivo nel 2025 e 2026. Anche il settore domestico sarà positivo nell’arco del piano: dobbiamo tenere il passo anche sul domestico perché il Brasile sta già facendo tutto quello che deve”.
“Chiaramente nel 2024 continueremo a essere una società integrata, almeno per la prima parte dell’anno, e con tutto quello che questo comporta” ha spiegato Calaza annunciando che il closing dell’operazione speciale sarà “probabilmente sarà tra giugno e agosto” e quindi “continueremo a gestire il gruppo per come è adesso fino a questa data”.
Aggiornato giovedì 7 marzo alle ore 18,40