Il Piano integrato energia e clima (Pniec) sarà sottoposto a una nuova consultazione popolare. Lo ha detto il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin per raccogliere altri pareri prima di consegnarlo definitivamente alla Commissione europea. Pichetto ha motivato la nuova iniziativa con il fatto che sulla prima consultazione del 2023 “qualcuno ha sostenuto che i quesiti non erano omnicomprensivi e rischiava la domanda di indirizzare la risposta”. In realtà il Piano aveva ricevuto osservazioni di merito dalla Commissione su molti punti. Un dato è finora certo e non dipende dal governo italiano: il Pniec deve essere portato a Bruxelles entro giugno 2024.
Dato che la precedente consultazione ha richiesto del tempo dobbiamo augurarci che la nuova riuscirà a rispettare i tempi imposti dalla Commissione. In buona sostanza ci sono tre mesi buoni per fare tutto su un Piano che fino al 2030 vale da solo oltre 27 miliardi di euro. “Mi auguro che non arrivino tutti tomi da 500 pagine, perché il Pniec noi lo dobbiamo approvare definitivamente, concordato con l’Unione europea entro il 30 giugno”, ha detto il Ministro evidentemente preoccupato anch’egli da eventuali tempi lunghi per la consultazione.
Cosa contiene il Piano?
Ė una programmazione strategica che rispetta le linee guida dell’Unione per il passaggio a un’economia circolare intervenendo in tutti i settori della vita sociale. La sua applicazione ha bisogno del concorso di cittadini, imprese, enti locali, istituzioni. La consultazione è uno strumento sicuramente valido e a quella del 2023 hanno risposto 925 soggetti. Il 72% sono stati cittadini, il 22% imprese e associazioni di categoria, il 3% rispettivamente associazioni ambientaliste, istituzioni ed enti di ricerca.
La percentuale delle aziende è indicativa di quello che c’è da fare per adeguare le produzioni agli standard di sostenibilità. Nel Pniec ci sono autorizzazioni, valutazioni di impatto ambientale, profili normativi complessi, che incideranno sulla vita delle imprese e sui fatturati. La quota di investimenti pubblici comprende anche altre voci indirette, come quelle del Fondo di sviluppo e coesione che andranno a integrare i capitoli specifici del Piano.
Energia: piatto forte
Gli aspetti energetici sono quelli che risaltano maggiormente dalla precedente consultazione. “Le rinnovabili sono state l’ambito di maggior interesse per i partecipanti (34%), seguite dall’efficienza energetica (24%), dalla sicurezza energetica (13%), dalle emissioni (12%), dalla ricerca (9%), dal mercato (4%) e da altri temi (3%)”. Solo nel fotovoltaico nel periodo 2023-2030 sono previsti circa 20 miliardi di investimenti. Il settore è in crescita in tutta Europa per gli investimenti diretti delle aziende che in Italia, tuttavia, scontano ancora ritardi nelle autorizzazioni VIA.
Per raggiungere gli obiettivi rinnovabili al 2030 sarà necessario stimolare nuovi comportamenti in ogni campo. Le infrastrutture energetiche obsolete saranno soggette a revamping e repowering. Il modello nazionale di produzione e trasmissione va declinato in base alle esigenze crescenti della popolazione, tenuto conto sia della diversa allocazione tra Nord e Sud che degli squilibri strutturali. Da questo punto di vista bisogna vedere anche che tipo di relazione correrà tra il Pniec e l’annunciato Piano Mattei del governo. L’aspirazione italiana di hub energetico va molto in là negli anni e supera i traguardi al 2030 del Piano di Pichetto Fratin. Ameno che il governo non faccia confusione.