I listini europei chiudono oggi in frazionale rialzo, guardando ai risultati in chiaroscuro di importanti società e al sostegno di Pechino ai mercati.
Sul fronte occidentale invece Wall Street, poco mossa in avvio, viaggia contrastata dopo le perdite di ieri dovute al fatto che gli investitori si sono ormai convinti che i tagli dei tassi della Fed arriveranno più tardi di quanto sperato. A rafforzare questa percezione è stata oggi la banca centrale australiana, che ha mantenuto invariato il costo del denaro, ipotizzando però nuovi rialzi a causa di un’inflazione persistente.
Al contrario in Asia le sofferenti borse cinesi hanno volato e Hong Kong ha recuperato il 4,04% dopo che il fondo d’investimento statale Central Huijin Investment ha deciso di espandere i suoi acquisti di fondi indicizzati (Etf) per dare sollievo ai mercati cinesi piegati dalla crisi immobiliare e dal rallentamento dell’economia.
Milano oltre i 31 mila punti; Europa positiva
Piazza Affari chiude la seduta in progresso dello 0,53% a 31.116 punti base e aggiorna i suoi massimi da 15 anni spinta da Pirelli +4,24% e Leonardo +3,72%, mentre le banche si confermano ben intonate. Intesa, titolo più scambiato del giorno, si apprezza dell’1,27%, dopo aver presentato conti brillanti e un utile cresciuto nel 2023 del 76,4% a 7,72 miliardi di euro: “il miglior anno di sempre” ha commentato l’ad Carlo Messina.
A tenere alto l’umore sul listino milanese hanno contribuito inoltre la fiducia di consumatori e imprese, salita a gennaio secondo i dati Istat, mentre la Consob nel suo bollettino statistico, come già visto ieri, ha sottolineato che il valore complessivo di mercato delle azioni è salito a fine 2023 a 574 miliardi, massimi dalla crisi del 2008.
Regina d’Europa è Londra +0,89%, nonostante i problemi di salute che hanno colpito la corona e l’annuncio, ieri sera, che Re Carlo III ha un tumore. A dare sprint al principale indice londinese sono i titoli petroliferi grazie al balzo di Bp (+5,46%), che ha registrato un utile di 3 miliardi di dollari nel quarto trimestre, oltre le attese e ha accelerato il ritmo del programma di buyback.
Bene Francoforte, +0,77%, nonostante le perdite di Infineon (-2,7%), che ha tagliato le proprie previsioni di ricavi per l’intero anno a causa della debolezza della domanda nel settore dei chip. Anche il produttore di chips norvegese Nordic Semiconductor quasi il 20% stimando un calo dei ricavi nel 2024 a causa di problemi di settore nel segmento dell’Internet of Things. Tra i minori va anche oggi in orbita la tedesca Morphosys (+43,04%) dopo che ieri Novartis (-1,44%) ha annunciato l’acquisizione dell’azienda per 2,7 miliardi di euro.
Parigi sale dello 0,65%, con Amsterdam +0,82% e Madrid +0,59%.
In controtendenza Zurigo, -0,25%, appesantita da Ubs (-4,28%), dopo i conti e la completa integrazione di Credit Suisse.
Sale il petrolio, euro-dollaro piatto
Tra le materie prime sale oggi il petrolio, sorretto dalle decisioni cinesi. Il Brent si apprezza dell’1% a 78,77 dollari al barile.
Sul valutario l’euro-dollaro è poco mosso, con la moneta unica che resta vicina a 1,07, dopo il recente recupero della monta statunitense.
Sul fronte Bce oggi si registra il periodico sondaggio sull’inflazione da parte della banca centrale europea. Le aspettative mediane per i prezzi al consumo nei prossimi 12 mesi sono diminuite a dicembre per il terzo mese consecutivo (al 3,2% dal 3,5%), mentre quelle a tre anni sono aumentate (al 2,5% dal 2,4%).
Le tensioni sull’obbligazionario oggi si sono allentate in entrambi i continenti. Il Treasury decennale vede al momento un tasso in leggero calo al 4,120%.
Piazza Affari, tonfo di Interpump
In Piazza Affari non è solo festa. Interpump infatti perde il 6,92%, in attesa dei conti e dopo che Intermonte ha retrocesso il titolo a neutral da outperform, con target price a 51,5 euro.
La trimestrale taglia le ali a Finecobank, -1,91%, su prese di profitto che non preoccupano i vertici. Il 2023 si è chiuso infatti con un utile in crescita del 42% (a 609,1 milioni di euro) e agli azionisti viene proposto un dividendo di 0,69 euro per azione (+41%).
Le vendite in borsa hanno colpito oggi le utility: Erg -1,57%, A2a -1,05%, Snam -0,99%, Enel -0,83%. Il colosso elettrico ed Hera (+0,9%) si sono aggiudicati più della metà dei circa 4,5 milioni di clienti domestici non vulnerabili, rimasti nel regime di maggior tutela dell’elettricità a seguito della completa liberalizzazione del settore decisa dal governo, con un prezzo di aggiudicazione ben al di sotto della base d’asta.
In cima al listino campeggia oggi Pirelli, seguita da Amplifon +4%. Bene Leonardo dopo l’intesa con l’Arabia Saudita per sviluppare investimenti e opportunità di collaborazione nei settori dell’aerospazio e della difesa.
In progresso il settore oil: Prysmian +2%, Tenaris +1,86%, Eni +1,59%. Recupera Stellantis +1,78%.
Spread in calo
Chiude in verde anche l’obbligazionario. Lo spread tra Btp 10 anni e Bund di medesima durata scende a 158 punti base (-1,02%) e si ridimensionano leggermente anche i rendimenti. Il titolo italiano è indicato in chiusura al 3,85% e quello tedesco al 2,27%.