A trainare la crescita esponenziale del settore dell’aviazione nei prossimi anni (previste 2,3 milioni di assunzioni con Boeing e Airbus che hanno in programma di costruire più di 80 mila nuovi aerei) c’è in prima linea uno dei paesi emergenti: l’India.
“Compriamo un aereo ogni 6 giorni, non c’è momento migliore per il settore dei voli” a dirlo è il Ceo di Air India, Campbell Wilson in un intervista al Sole-24 Ore. E pure il traffico aereo domestico premia il paese superando i livelli pre-pandemia e raggiungendo un nuovo record di 152 milioni di passeggeri, con un aumento del 8,34%.
Le ambizioni di Air India
Air India ha lanciato un ambizioso progetto di riqualificazione del suo parco aereo, investendo 400 milioni di dollari per aggiornare i suoi 43 aerei a lungo raggio. Questo progetto si aggiunge a un massiccio ordine di 470 nuovi velivoli, di cui 190 Boeing 737MAX, 20 Boeing 787, 10 Boeing 777X, 210 Airbus A320neo e 40 Airbus A350 per un valore di 70 miliardi di dollari a prezzi di listino (il secondo ordine più grande della storia dell’aviazione civile).
“Entro maggio un terzo della nostra flotta wide-body sarà di ultima generazione. Da agosto la vecchia flotta verrà aggiornata e all’inizio del 2026 avremo 70 moderni wide-body. Grazie all’ordine da 470 velivoli fatto meno di un anno fa riceveremo un aereo nuovo ogni sei giorni fino a fine anno” spiega Wilson.
La compagnia, privatizzata nel 2022 (è di proprietà del Gruppo Tata), punta così a consolidare la sua posizione nei cieli globali per i prossimi 50 anni. Il rinnovamento, include ogni aspetto della compagnia, compreso un rebranding con nuovo logo e livrea. Il tutto per cercare di superare la “cattiva reputazione” accumulata nel corso degli anni.
“Ci sono diverse persone convinte che l’acquisizione di Air India da parte del Gruppo Tata potesse trasformare da un giorno all’altro una compagnia con più di 100 velivoli, 200 se contiamo tutto il gruppo. Ma non puoi fare così tanti upgrade in breve tempo senza fermare l’operatività” – racconta al Sole Wilson – “Stiamo cercando di fare più in fretta possibile ma c’è un mismatch da superare“.
Al via anche strategia di consolidamento
Nel piano di rilancio, Air India sta attuando una strategia di consolidamento che include la fusione della low-cost Air India Express con la precedente AirAsia India. In seguito, è prevista l’unione di Air India con Vistara.
Wilson ha spiegato che “abbiamo due ex compagnie statali con una lunga storia e due compagnie private relativamente giovani con l’influenza di altri azionisti come AirAsia e Singapore Airlines”. Le due compagnie statali, Air India e Air India Express, eccetto il personale di volo, non hanno assunto nuovo personale da 15 anni e presentano lacune significative in termini di capacità, personale e sistemi. “Riunire queste quattro compagnie in due rappresenta una sfida” ma – secondo Wilson potrebbe essere il momento migliore per farlo, affrontando e risolvendo alcuni problemi chiave.
In arrivo il decennio dell’industria aerea indiana
Campbell Wilson è convinto che stiamo entrando nel decennio dell’industria aerea indiana, evidenziando le ampie opportunità presenti nel Paese: “Basta guardare alle opportunità. La popolazione, la crescita economica, l’emergere del ceto medio, lo spostamento delle supply chain, gli investimenti infrastrutturali, la fase di consolidamento e professionalizzazione del nostro settore”.
E sull’intelligenza artificiale Wilson prevede che sarà importante una parte importante per il futuro di Air India: “Le compagnie aeree generano una grande quantità di dati sull’efficienza delle prestazioni, l’usura dei componenti e altri aspetti dell’aeromobile. Poi ci sono i sistemi di gestione dei ricavi e i dati sulle prenotazioni, compresi quelli sulle tariffe e le previsioni di cancellazioni future e nuove prenotazioni. Tutto ciò si presta all’ottimizzazione informatica attraverso il machine learning o, in ultima analisi, l’intelligenza artificiale. Saranno entrambe fondamentali per la nostra organizzazione del futuro.”