Il ceo di Unicredit Andrea Orcel vuole fare shopping in centro-est Europa, un motore di crescita grazie alla sua “grande modernizzazione, popolazione giovane e i migliori talenti”. Questa dichiarazione è emersa dallo stesso Orcel durante un’intervista a Cnbc nel contesto del World economic forum di Davos. Nell’intervista, il manager ha ribadito l’importanza strategica dell’Europa dell’est nei piani di sviluppo della banca italiana, che ha già avviato due operazioni in Grecia e Romania nei mesi precedenti. Le sue parole mettono le ali al titolo Unicredit che a metà seduta guadagna quasi il 3%.
Le opportunità dell’Europa centrale e orientale
Il numero uno di Gae Aulenti ha sottolineato che, in termini di crescita del credito e margini, la parte centrale dell’Europa può presentare alcune sfide, ma l’Europa centrale e orientale offre opportunità concretamente vantaggiose: “c’è crescita, piena occupazione, aumento della ricchezza e stiamo iniziando a offrire servizi come asset management e assicurazioni, cose che non facevamo cinque anni fa. Quindi, siamo molto positivi su questa area”.
M&A necessarie ma al momento impossibili
Orcel ha affrontato il tema delle fusioni e acquisizioni, spiegando come le banche europee siano oscurate dai colossi Usa. Osservando la situazione in modo più ampio, l’Europa necessita di M&A, ma l’ad riconosce due ostacoli, come la mancanza di progressi nell’unione bancaria “senza la quale qualsiasi accordo transfrontaliero sarà quasi impossibile” e disallineamenti nelle valutazioni. “Ogni volta che ti poni un obiettivo il valore si disallinea e questo rende la transazione non economica per gli azionisti o gli acquirenti. Questo significa che proseguiremo con questa danza per un lungo periodo e non ci saranno movimenti”, ha precisato il top manager.
Orcel sul taglio dei tassi: “Mercati troppo ottimisti”
Orcel ha commentato le previsioni sulla politica monetaria, suggerendo che, nonostante le curve forward prevedano tagli dei tassi, la sua impressione è che potrebbero essere meno significativi. “I tassi saranno in diminuzione, ma alla fine la media del 2024 sarà simile a quella dell’anno precedente – ha dichiarato -. Pertanto, per i profitti delle banche, incluso Unicredit, non costituirà un problema. Anzi, la nostra strategia di rafforzamento delle attività bancarie interne porterà a una maggiore redditività in futuro. Abbiamo una maggiore flessibilità rispetto ad altre banche sul fronte delle commissioni. Il punto è che i mercati prezzano un calo dei tassi molto più significativo di quanto effettivamente si verificherà, e ciò potrebbe generare volatilità”.
Orcel respinge voce su Pop di Sondrio, nessun rimpianto per Mps
Orcel ha anche respinto le voci di stampa riguardanti un interesse di Unicredit per Popolare di Sondrio, liquidando tali indiscrezioni come “rumore”. In un’intervista a Bloomberg Tv, ha commentato le continue speculazioni sulla banca: “Ogni volta che vengo intervistato c’è qualcosa. Ieri era Commerzbank, oggi Popolare di Sondrio”, sottolineando la disciplina della sua istituzione nel valutare l’aspetto strategico e la coerenza in termini di valutazione in qualsiasi potenziale transazione. La banca è “interessata a tutto al giusto prezzo”, ha aggiunto.
Riguardo la trattativa fallita con Mps nell’autunno 2021, il manager ha dichiarato di non aver rimpianti, sottolineando che, sebbene il Monte Paschi abbia avuto successo, Unicredit è comunque andata meglio: “La decisione, dalla nostra prospettiva, di concentrarci internamente e comprare nostre azioni era corretta”.