La Cassazione conferma le condanne per la strage ferroviaria di Viareggio del 29 giugno 2009 che provocò 32 morti. Ma per la quantificazione degli anni di carcere è stato disposto il rinvio alla Corte d’Appello di Firenze per un processo ter davanti ai magistrati di Firenze, limitatamente alle attuanti generiche, per alcuni imputati tra i quali l’ex ad di Fs e Rfi, Mauro Moretti condannato nell’appello bis a cinque anni. La decisione dei supremi giudici porterà ad un abbassamento della pena.
Le fasi processuali
Lo scorso 4 dicembre il sostituto procuratore generale e l’avvocato generale della Cassazione Pietro Molino e Pasquale Fimiani avevano chiesto di confermare tutte le condanne emesse nel processo d’appello bis chiedendo di rigettare i 18 ricorsi presentati contro la sentenza della Corte di appello di Firenze emessa nel 2022. Nel processo di appello bis disposto nel 2021 dalla Cassazione erano state emesse 13 condanne per il disastro ferroviario di Viareggio, tra le quali, quella nei confronti dell’ex ad di Fs e Rfi Mauro Moretti, condannato a 5 anni di reclusione con l’accusa di disastro ferroviario, incendio e lesioni, mentre peril reato di omicidio colposo era scattata la prescrizione.
Secondo l’avvocato di Moretti, Ambra Giovene, “manca qualsiasi elemento di prova della responsabilità di Moretti sia come ad di Rfi che di Fs. In riferimento al primo ruolo anzi c’è la prova del contrario. Aveva firmato una prescrizione per tracciare i carri ferroviari esteri circolanti in Italia. Prescrizione che è stata dimenticata nel processo. Quanto invece al ruolo di ad di Fs, gli viene contestato di aver imposto di non tracciare i carri come previsto da una normativa europea che imponeva la libera circolazione dei carri in Unione europea – aggiunge – Ciò che viene addebitato a Moretti è di aver imposto ciò che era già previsto per legge”. L’avvocato ha aggiunto che “il ricalcolo della pena evita il rischio degli arresti per Moretti. Il carcere non lo rischia sicuramente: la riduzione della pena che potrebbe essere comminata a Firenze la farà scendere, non sarà più pari a cinque anni”.
“L’unica cosa che abbiamo capito è che sono state riconosciute le responsabilità – commenta Marco Piagentini, presidente di “Il mondo che vorrei”, l’associazione dei familiari delle vittime e che porta sul corpo si segni di quella tragedia-. Ora però vogliamo capire bene con i nostri avvocati il dispositivo della sentenza”.
La Corte ha, infatti, parzialmente accolto i ricorsi di alcuni imputati oltre a quello di Moretti, anche quelli di Andreas Schroter, Uwe Kriebel, Paolo Pizzadini, Daniele Gobbi Frattini, Michele Mario Elia (ex ad di Rfi), Rainer Kogelheide, Peter Linowski, Johannes Mansbart, Roman Mayer, Mario Castaldo ed Helmut Broder. I giudici hanno quindi annullato con rinvio la sentenza d’appelo-bis “limitatamente – spiega la Cassazione in una nota – all’entità della riduzione di pena inflitta a tali imputati per le circostanze attenuanti generiche, che era stata determinata in 1/9 dalla Corte di appello”.