Salgono i rendimenti dei titoli di Stato e scende l’azionario, in un contesto d’incertezza geopolitica e in attesa di conoscere l’andamento dell’inflazione degli Stati Uniti, in uscita giovedì e venerdì.
In Europa si chiude una seduta a due facce, positiva in mattinata, in scia al top da 30anni toccato a Tokio e poi fiacca, con l’apertura stonata di Wall Street.
Piazza Affari è in calo dello 0,53%, a 30.408 punti base, indebolita dalle banche, mentre Pirelli guida il listino con un balzo del 4,33%. Vanno a ruba inoltre i bond e il collocamento del Tesoro di due Btp sindacati (7 e 30 anni) ha registrato una domanda record, mentre Unicredit (-1,67%) e Bper (-3,84%) collocano due bond subordinati con rendimenti fino all’8,4%.
Tornando all’azionario europeo: archiviano una seduta debole Parigi -0,32%, Francoforte -0,18%, Amsterdam -0,19%, Londra-0,12%.
Il ribasso è robusto per Madrid, -1,42%, a causa delle perdite di Grifols (-25,7%). Il titolo dell’azienda farmaceutica spagnola è precipitato a causa del fatto che l’hedge fund Gotham City sostiene che i ratio di indebitamento sono molto più alti di quanto riportato ufficialmente. Grifols ha smentito categoricamente, ma ciò non è bastato ad arginare le vendite.
Oltreoceano Wall Street non sembra destinata a replicare la buona performance della vigilia e a metà giornata tratta in ribasso: DJ -0,6%, S&P 500 -0,3%, Nasdaq -0,13%. Resta sugli scudi però Nvidia (+1,16%), che ha raggiunto il livello top di 1.300 miliardi di capitalizzazione, spinta dai nuovi processori grafici desktop (GeForce Rtx 40 Super) che sfruttano l’Intelligenza Artificiale e sono destinati agli appassionati di videogiochi. Inoltre il colosso tech ha annunciato anche altri componenti e software innovativi basati sempre sull’AI, la nuova tecnologia che nel 2023 ha permesso al valore del titolo di triplicare.
L’azionario, nel suo complesso, sembra in questi giorni prigioniero del dubbio e soffre la concorrenza dei rendimenti dei titoli di Stato che restano alti. Il Treasury decennale tratta oltre il 4% e le scommesse sul taglio dei tassi a marzo si riducono ogni giorno leggermente, anche a causa di dichiarazioni di banchieri della Fed molto prudenti (Bostic parla di due tagli di 25 base quest’anno). Nuovi lumi potranno arrivare dai prezzi al consumo e alla produzione dei prossimi giorni.
Rimbalza il petrolio
Sul mercato valutario l’euro è in calo contro dollaro per un cambio di 1,0922.
Tra le materie prime recupera terreno oggi il petrolio, dopo le perdite di ieri: Brent e Wti si apprezzano del 2% circa.
Non riesce a risalire invece il gas, sulla piazza di Amsterdam nonostante l’ondata di gelo in Europa, che non sembra però destinata a durare, mentre le riserve sono piene. Il prezzo del future febbraio 2024 è intorno a 30,670 euro al Mwh.
Piazza Affari, brilla Pirelli
In Piazza Affari brilla Pirelli, con il mercato che sembra apprezzare il rafforzamento di Camfin nell’azionariato del gruppo di pneumatici leggendolo come un segnale di fiducia nelle prospettive della società. La MTP, holding del vicepresidente esecutivo Marco Tronchetti Provera, ieri sera ha annunciato che aumenterà la sua partecipazione indiretta nel produttore di pneumatici al 20,58% dall’attuale 14,1% grazie a due operazioni finanziarie. La mossa rinsalda il ruolo di Camfin e MTP SpA “quali azionisti stabili e ribadendo la fiducia e l’impegno nel sostenere i progetti industriali di Pirelli”, si legge in una nota.
Riprende quota Moncler +1,31% e si mettono in luce utility come Italgas +1,73% e Snam +1,28%. Bene Recordati +1,49%.
I maggiori ribassi del giorno sono per i titoli bancari: Banco Bpm -4,86%, Bper, Mps -3,34%, Unicredit, Intesa -1,38%. Si confermano deboli i titoli petroliferi, Saipem -2,32%.
Spread in calo e tassi in rialzo
Sul mercato secondario scende lo spread tra Btp e Bund decennali, con la pressione che si riversa soprattutto sul secondo, anche a causa dell’imprevisto calo della produzione industriale tedesca a novembre rispetto al mese precedente, il sesto calo consecutivo su base congiunturale.
Il Btp a fine giornata mostra un tasso del 3,84% (dal 3,79% di ieri) e il Bund del 2,19% (dal 2,12%).
Sul primario intanto tocca un record la domanda di Btp sindacati che il Tesoro italiano ha collocato sul mercato, un settennale con scadenza nel febbraio 2031 e la riapertura di un trentennale con scadenza ad ottobre 2053. Il primo, di cui sono stati collocati 10 miliardi di euro, ha raccolto una domanda superiore a 73 miliardi, il secondo, di cui ne sono stati venduti 5 miliardi, ha totalizzato ordini per oltre 82 miliardi di euro. La fortissima domanda, pari complessivamente a 155 miliardi, ha permesso di ridurre i rendimenti offerti di due punti base sia per la scadenza a sette anni che per quella a trent’anni. Al settennale è stato applicato uno spread di sei punti base rispetto al Btp con scadenza novembre 2030 mentre al trentennale uno spread di 21 punti base rispetto al Btp con scadenza settembre 2052.