Tre nuovi elettrodotti e 3,2 miliardi di euro portano la Sicilia al primo posto degli investimenti di Terna nelle Regioni. Il 2024 sarà l’anno dell’inizio di nuovi lavori.
L’infrastruttura con il valore simbolico più importante è sicuramente il collegamento marino tra Priolo e Rossano, in Calabria. I cavi sottomarini serviranno a rafforzare l’affidabilità della rete siciliana e incrementare i flussi energetici con il continente. Gli altri due elettrodotti sono il Caracoli – Ciminna e il Fulgatore- Partinico.
I nuovi investimenti sono la sostanza di un Protocollo d’intesa firmato da Calogero Giuseppe Burgio ed Enrico Maria Carlini in rappresentanza della Regione Sicilia e di Terna. Le opere rientrano nel Piano di Sviluppo della Rete Elettrica Nazionale e dovranno migliorare la programmazione e la localizzazione degli impianti. Dall’altro lato il documento dovrebbe far cadere ogni pregiudizio sulle autorizzazioni verso chi decide di investire. Le premesse del documento sono buone ma come si sa non tutto finisce con le firme.
Le richieste di connessione alla rete per impianti rinnovabili sono un punto centrale per una Regione che non brilla per efficienza elettrica. L’estate scorsa ha sofferto di black out e lunghe interruzioni di corrente. Palermo, Catania, Trapani, a causa delle forti ondate di calore sono rimaste al buio per ore e ore. Il Ministro della protezione civile Nello Musumeci, ex presidente della Sicilia, si è lamentato dello stato della rete elettrica e dei ritardi infrastrutturali. Qualche settimana prima il suo successore Renato Schifani ha fermato le richieste per gli impianti fotovoltaici perchè l’energia non sarebbe andata ai siciliani. Una bizzarra antinomia di rilievo nazionale, oggi molto beffarda. Non basta il 4 dicembre la Regione ha sospeso il bando per le persone fisiche “per l’acquisto e l’installazione di impianti fotovoltaici con accumulo”. Il bando concede 5 mila euro a famiglia.
L’accordo ha una durata di cinque anni e Terna si è impegnata, tra l’altro, ad attrezzare una piattaforma digitale per uno scambio di informazioni più rapido in vista del potenziamenti della produzione da fonti rinnovabili. Oggetto dei lavori i collegamenti Tyrrhenian Link (un ramo Sicilia – Sardegna e un ramo Sicilia – Campania) e TUNITA (Tunisia – Italia).
Non bloccare più gli investimenti
Schifani ha parlato dell’isola come “hub energetico nazionale” che al 2030 dovrebbe avere oltre 10 gigawatt di potenza installata. Ad oggi sono state concesse autorizzazioni per circa 5 gigawatt. Potevano essere di più se ad aprile scorso non avesse deciso di sospendere le richieste delle imprese fatte mesi prima. L’hub chiaramente si costruisce collaborando con chi mette i soldi non ostacolando. La Regione, i cittadini, le imprese ne subiscono solo danni.
L’Osservatorio economico di Unioncamere Sicilia li ha evidenziati a novembre in un convegno. La Sicilia è stato detto è decima fra tutte le Regioni per numero di imprese e di addetti al settore rinnovabile: 1.400 aziende con 2.083 dipendenti. Terna ora la ricompensa facendola diventare prima per spesa assorbita con nuovi elettrodotti. Il Piano di sviluppo di Terna finisce nel 2032, ma prima si fa meglio è.
Si punta ad un sistema più interconnesso e sostenibile, che garantisca sicurezza, affidabilità ed economicità. La transizione green nell’isola abbatterà la confusione della politica ? Terna per il suo ruolo non può rispondere ad una simile domanda. Dichiara, tuttavia, che “grazie allo scambio di energia prodotta da fonti rinnovabili, allo sviluppo di interconnessioni con l’estero e all’accelerazione del processo di decarbonizzazione” perseguirà gli obiettivi della transizione energetica. La Regione ha firmato e non potrà che onorare l’atto.