In eToro, società di servizi finanziari cui oggi fanno capo nel mondo 34 milioni di utenti registrati, Massimo Citoni ci è arrivato da giovanissimo nel 2015, giusto in tempo per mettere a frutto le sue qualità nel nascente Fintech. Anzi, la storia vuole che Citoni abbia addirittura anticipato i tempi della sua formazione come account manager. “Ho cominciato con la clientela di basso profilo, per poi passare ad occuparmi delle relazioni con i clienti high net worth”, spiega.
Fin dal primo momento, insomma, l’obiettivo di questo manager della finanza è stata l’efficienza del servizio combinata con un costante riferimento all’educazione finanziaria, materia in cui certo non brilla il mondo del risparmio italiano in cui l’incompetenza si è spesso accompagnata alla pigrizia.
E qui entrano in gioco le caratteristiche e i servizi di eToro, da sempre ispirati da tre concetti essenziali: semplicità, trasparenza e innovazione continua. Una lezione che Citoni, da ieri alla guida della regione italiana di eToro, intende valorizzare sempre di più sulla base dell’esperienza maturata in questi anni a partire dalla rivoluzione del copy trading, un’invenzione del 2010 che ha avuto immediato successo in Italia, la terza piazza europea dopo Uk e Germania per gradimento.
Copy trading e Popular Investor: ecco cosa sono
“Il copy trading offre la possibilità di mettersi in scia di altri investitori osservando ed eventualmente copiando in tempo reale le scelte di portafoglio di quelli che vengono chiamati “Popular Investor”- riferisce ancora Citoni. “I popular investor non vendono nulla e mettono in giocò i propri soldi, ma per una maggiore tutela di chi li copia, sono a loro volta sottoposti ad un costante scrutinio sulle scelte effettuate e sul grado di rischio dei loro investimenti. È un sistema che funziona molto bene in un Paese come l’Italia, dove scarseggia la cultura degli investimenti. E per questo credo che le prospettive di crescita di questa formula nel nostro Paese siano molto alte”.
Il tema dell’innovazione nel Fintech è oggi di grande attualità. Assistiamo a un rapido e costante sviluppo tecnologico e a un radicale cambiamento di abitudini. Anche le banche stanno cambiando il loro modello in un’ottica digitale ed esperienze come quella di eToro sono certamente significative.
Oltre ai Popular Investor, eToro ha infatti inventato anche i portafogli intelligenti, ovvero dei panieri di titoli selezionati che permettono agli utenti di investire in settori chiave come quello dell’intelligenza artificiale, di seguire i trend di grandi finanzieri come Warren Buffet e ancora le Big Tech americane. In questo modo, anche i meno alfabetizzati sono in grado di avvicinarsi a questi settori, di capire l’investimento e di cavalcare i trend più importanti dei mercati e dell’economia globale. Allo stesso tempo, si tratta di strumenti che eToro riesce agilmente e tempestivamente a perfezionare e ad aggiornare in risposta ai trend economici più importanti.“ L’Italia è per noi uno dei mercati europei più importanti e anche se nell’offerta di eToro predomina la componente di azioni Usa, l’offerta di titoli italiani è stata recentemente raddoppiata raggiungendo quota 80” aggiunge Citoni. “Tengo a dire che eToro offre anche la possibilità di acquisti frazionati dei titoli, in modo che chiunque possa avere accesso alle società più capitalizzate”.
eToro e l’arrivo di Citoni: cresce la partecipazione sul territorio
Come inciderà l’arrivo di Citoni sul Fintech di casa nostra? “Crediamo fermamente che la crescita di eToro passi anche attraverso una maggiore presenza e partecipazione sul territorio”, è la risposta del regional manager. “Per questo abbiamo già sviluppato e continueremo a sviluppare partnership con istituti di credito locali e aderito ad associazioni come il Fintech District di Milano e AssoFintech, dove porteremo la nostra esperienza e con cui collaboreremo per il progresso dell’ecosistema fintech in Italia e la sua regolamentazione”.
Le armi da usare? “La semplicità, l’innovazione, il valore della comunità”. Nessun proclama, bensì un semplice richiamo a un atteggiamento che accomuna i suoi investitori, di età compresa tra i 35 e i 45 anni, che hanno già archiviato le prime esperienze on line e hanno un’idea chiara di cosa voler fare. Un sistema buono per radicarsi sul territorio in un anno che si prospetta difficile. In cui sarà importante reggere alle difficoltà che non mancheranno. Un anno da Toro, insomma. Pronto però a scattare alla prima occasione.