Un’ esposizione da non perdere magari in occasione di una visita a Parigi durante le vacanze natalizia è quella dedicata a Mike Kelley che si tiene alla Borsa di Commercio di Parigi. Artista della collezione Pinault che assieme ad altri artisti come Mira Schor e Lee Lozano, contribuiscono insieme ad un ritratto aspro o disilluso dell’America e dei suoi miti, attraverso temi che riguardano la società contemporanea in generale.
MIKE KELLEY Ghost and Spirit
Questa nuova retrospettiva dedicata all’artista americano, tra i più influenti dalla fine del 20 e l’inizio del 21 secoli, offre un nuovo sguardo a quest’opera maggiore e inclassificabile, attraverso i suoi pezzi più importanti, alcuni dei quali appartengono presso la Collezione Pinault. È organizzata dalla Tate Modern (Londra), in collaborazione con Collezione Pinault (Parigi), K21—Kunstsammlung Nordrhein-Westfalen (Düsseldorf) e il Moderna Museet (Stoccolma).
La mostra viene presentata per prima alla Bourse de Commerce, a Parigi, durante l’autunno e l’inverno del 2023, prima di continuare la sua itineranza
Dai suoi anni da studente a Los Angeles, Mike Kelley (1954-2012) sequestrò del genere performativo, traendo ispirazione dalle pratiche femministe militanti per evidenziare propone un approccio innovativo alla creazione, destabilizzandone i canoni. Partecipa a diversi gruppi musicali nel corso della sua vita, incluso il gruppo proto-punk Destroy All Monsters dal 1974 e lavora regolarmente in collaborazione con altri artisti. Le sue opere più famose sono sculture fatte a mano con umorismo cigolante, poi installazioni fatte di peluche che mettono in risalto il condizionamento di genere e commerciale dei più giovani. Memoria traumatica e le disfunzioni dell’istruzione sono idee sviluppate nel corso della sua carriera culminato nella mostra “Day Is Done” (2005), parzialmente ricostituito alla Bourse de Commerce. “Ghost and Spirit” presenta una sequenza di diversi corpi di lavoro o ambienti immersivi realizzati dall’artista, tra i quali sono presentati, nelle Rotonde, le spettacolari Kandor, città del futuro sotto campane di vetro. Anche ritagliato le “storie minori”: disegni, fotografie e scritti preparatori che illuminano il visitatore sui suoi pensieri. Il lavoro di Mike Kelley è sempre stato nutrito da riferimenti subculturali e da una tensione tra la profondità del pensiero critico che ha sviluppato e l’apparente superficialità un’estetica pop che a volte gioca sulla seduzione, oppure un’estetica trash. Non lo avrà ha smesso anche di mettere in scena il ruolo dell’artista e il modo in cui lo fa appare o scompare.
Visionario, Mike Kelley è stato un grande esploratore di concetti ancora attuale nel calore dei dibattiti contemporanei: la memoria collettiva e individuo, relazioni di genere, classi sociali… L’artista di Detroit (Michigan) è particolarmente interessato a come si forma la soggettività individuale dalle strutture di potere familiare e istituzionale all’interno della società americana capitalista postmoderno. In una nota per un’esecuzione mai eseguita all’inizio negli anni ’80, Mike Kelley si chiedeva quale fosse la differenza tra un fantasma e uno spirito (fantasma e spirito): il primo finisce per scomparire quando persiste il secondo. Pensava di essere un fantasma, eppure il suo spirito si esercita ancora, in particolare su generazioni più giovani di artisti.
È questa “influenza persistente” dello spirito di Mike Kelley che percorre la mostra
Kandor è la mitica città da cui proviene Superman sul pianeta Krypton
Basato su una ventina di eventi in cui si trova la città di Superman è presente nel fumetto (perché non è mai nello stesso modo), Kelley sì ha prodotto lo spettacolare Kandors Full Set (2005-2009), una serie di città di resina colorati e le loro imponenti campane di vetro, offrono una meditazione sulla memoria e sull’architettura collettiva e utopica, ma anche sulla malinconia del supereroe e il ventre del mito. Il programma formale dei Kandor prevedeva che Kelley lo fosse “come i quadri di Matisse in tre dimensioni, che avrebbero assunto delle tonalità della fantascienza.” Le proiezioni video di alcune Bottles (2007) alle pareti rafforzano l’idea la sensazione di materia instabile. Proiettato per la prima volta alla Bourse de Commerce nello stesso spazio del Kandors Full Set, nel cuore di un padiglione circolare un edificio che a sua volta somiglia ad una “campana”, evocano l’atmosfera kryptoniana. La vasta installazione Kandors Full Set è conservata all’interno della Pinault Collection ed è stato presentato in particolare in occasione della mostra collettiva “Mapping the Studio” a Palazzo Grassi e Punta della Dogana nel 2009-2011.