La maggioranza presenta emendamenti sulla Manovra che, solo pochi giorni fa, aveva annunciato di non voler emendare. È stato infatti depositato il “pacchetto” di emendamenti dei relatori, Dario Damiani di Forza Italia, Guido Quintino Liris di Fratelli d’Italia ed Elena Testor della Lega al Ddl di bilancio, mentre la legge di Bilancio 2024 è ancora bloccata in commissione Bilancio del Senato. L’approdo in Aula dovrebbe avvenire il 18 dicembre.
Sono 17 le proposte di modifica e tre i subemendamenti agli emendamenti presentati dal Governo, nello specifico uno all’articolo 33 sulle pensioni, relativo ai magistrati onorari, e due all’articolo 65 con il pacchetto sicurezza. In materia di Regioni, oggetto del terzo emendamento del Governo, i relatori hanno presentato un emendamento ad hoc che, tra l’altro, rende opzionale la rinuncia al contributo per investimenti, dando la facoltà di prevedere la riduzione di altri trasferimenti. Novità anche sul Ponte sullo Stretto, sugli affitti brevi e sui mutui prima casa, mentre rimane fuori dagli emendamenti l’ormai celeberrimo superbonus. La pressione di parte della maggioranza, Forza Italia in primis, si è scontrata con il secco No del ministero dell’Economia, nonostante le ore di caos vissute nella giornata di martedì.
Manovra: rimodulati i fondi per il Ponte sullo Stretto
Attraverso un emendamento presentato dal Governo alla Manovra vengono riviste dall’Esecutivo, tra le altre cose, le fonti di finanziamento del Ponte sullo Stretto di Messina.
In particolare, secondo quanto previsto dalle modifiche all’art.56, l’investimento complessivo resta di 11,630 miliardi di euro dal 2024 al 2032. Questi fondi però non saranno solo a carico dello Stato, che metterà sul piatto 9,312 miliardi. Il resto sarà così suddiviso: 718 milioni saranno a carico del Fondo per lo sviluppo e la coesione in quota alle amministrazioni centrali/ministeri, mentre 1,6 miliardi di euro saranno sempre a carico del Fondo per lo sviluppo e la coesione ma imputati sulle risorse per le Regioni Sicilia e Calabria.
Affitti Brevi: cedolare al 21% su una casa, al 26% sulle altre
In una delle prime versioni della Manovra era stato stabilito che la cedolare secca sulle case affittate con affitto breve salisse dal 2024 dal 21% al 26%, una misura che aveva suscitato non poche polemiche tra gli addetti ai lavori e gli stessi partiti della maggioranza. Con il nuovo emendamento, invece, arriva un’importante precisazione: la cedolare secca rimarrà al 21% su una delle case concesse in affitto breve. Dalla seconda si passerà al 26%. “Ai redditi derivanti dai contratti di locazione breve – si legge – si applica l’aliquota del 26 per cento in caso di opzione per l’imposta sostitutiva nella forma della cedolare secca” ma “l’aliquota è ridotta al 21 per cento per i redditi derivanti dai contratti di locazione breve relativi ad una unità immobiliare individuata dal contribuente in sede di dichiarazione dei redditi”.
Fondo mutui prima casa
Le famiglie numerose con reddito medio basso per il 2024 saranno inserite tra le categorie che avranno accesso al fondo mutui prima casa. In linea all’emendamento presentato dai relatori, in particolare, possono accedere al fondo le famiglie con tre figli sotto i 21 anni e un Isee non superiore a 40.000 euro, le famiglie con quattro figli di età inferiore a 21 anni con Isee fino a 45.000 euro e quelle con cinque o più figli di età inferiore a 21 anni e un Isee non superiore a 50.000 euro.
La garanzia del Fondo cresce con il numero di figli: 80 per cento della quota capitale con 3 figli, 85 per cento con 4 e del 90 per cento con 5 figli.
Manovra; proroga dello stato d’emergenza per la guerra in Ucraina
Lo stato d’emergenza dichiarato per assicurare soccorso ed assistenza alla popolazione ucraina viene prorogato fino al 31 dicembre 2024, ed è autorizzata l’assegnazione di altri 40 milioni di euro al contributo una tantum per il rafforzamento, in via temporanea, dell’offerta dei servizi sociali da parte dei comuni che ospitano i rifugiati ucraini. Lo stato d’emergenza viene prorogato anche “per l’intervento all’estero, senza ulteriori oneri a carico della finanza pubblica. Prorogata di un anno anche la validità dei permessi di soggiorno agli ucraini”.