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Riciclo rifiuti Made in Italy vince in Norvegia: primo impianto a cento chilometri da Oslo

Un successo italiano la vendita di tecnologie ad uno dei paesi più avanzati in economia circolare. Un monito anche a chi rema contro gli impianti.

Riciclo rifiuti Made in Italy vince in Norvegia: primo impianto a cento chilometri da Oslo

La Norvegia, nota in Europa per la sua alta qualità ambientale, ha scelto tecnologie italiane per il riciclaggio nel tessile.
Nella città di Sandefjord, ad un centinaio di chilometri da Oslo, è stato inaugurato il primo impianto del paese in un settore ad alto rendimento.

I macchinari esportati, di ultima generazione, sono dall’azienda Ommi di Prato. Non è la prima volta che le autorità norvegesi scelgono macchine italiane per migliorare le loro attività industriali.
Italia e Norvegia hanno una solida collaborazione commerciale in settori utili ad affrontare la transizione energetica e il cambiamento climatico. La gestione dei rifiuti tessili ne fa sicuramente parte.

La notizia riguarda l’apprezzamento all’estero di ciò che fanno le nostre industrie, spesso in solitaria. Sul versante tecnologico ed impiantistico dovrebbe dare una sveglia ai nostrani mister no antimpianti.

Nel caso specifico, la produzione di tessuti riciclati ha contribuito negli ultimi tre anni a fare dell’Italia il paese europeo con il più alto tasso di riciclo del totale di rifiuti speciali e urbani.
Qui è un intero distretto- Prato- ad essere scelto come partner da parte di un paese che viene preso a modello di sostenibilità.

Le tecnologie verdi, scelta obbligata

Prato è il più grande polo tessile d’Europa con 7 mila aziende. Le applicazioni in tutto il distretto hanno creato indotto e posti di lavoro.
Il riciclo del tessile, ricordiamolo, serve a creare nuovi abiti e i processi di recupero stanno interessando anche le grandi case di moda. Se la moda italiana dei grandi stilisti è sempre in auge nel mondo, è giusto che sia anche espressione di tutela ambientale.

Oggi si producono beni in grande scala riducendo l’uso di materie prime, in particolare acqua ed energia. In Toscana ci sono 400 aziende certificate con il Global Recycled Standard.
C’è una rete che si va integrando con l’Europa che rtiene il tessile responsabile del 10% delle emissioni di carbonio. Bisogna ridurle e per questo il nuovo impianto norvegese targato Italia è una risposta inequivocabile ai disfattisti di casa, in servizio permanente effettivo.

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