I listini europei chiudono deboli oggi, a causa di prese di beneficio e di dati macroeconomici deludenti. Al contrario Wall Street si muove intonata a metà seduta, dopo la cautela dei giorni precedenti.
Il principale listino milanese cede lo 0,67% in occasione del lungo ponte di Sant’Ambrogio (la borsa però è rimasta aperta e lo sarà anche domani), appesantito dalle vendite sulle banche e sui titoli petroliferi, ma salva quota 30 mila punti base.
Il rosso è acceso a Madrid -1,13%, mentre è pallido a Francoforte -0,11% e Parigi -0,1%. Londra e Amsterdam alla fine sono piatte.
Oltreoceano corre il Nasdaq (+1,18%), con le mega tech in denaro. Alphabet (Google) guadagna il 5% circa, all’indomani del lancio del modello più avanzato di intelligenza artificiale chiamato Gemini. Anche Apple sale dell’1% recuperando un livello di capitalizzazione di 3000 miliardi di dollari.
Focus su banche centrali, stupisce la BoJ “falco”
Il focus dei mercati resta sulle banche centrali e la convinzione che l’era delle strette sia finita è all’origine del recente rally. I dati macroeconomici visti fin qui sembrano confermare la scommessa dei mercati, anche se domani ci sarà l’ennesima riprova con l’importante rapporto sulle buste paga non agricole statunitensi (l’attesa è di un aumento di 180mila dopo le 150mila di ottobre). Oggi intanto negli Usa le richieste settimanali di sussidi alla disoccupazione sono risultate superiori alle proiezioni.
A raffreddare un po’ l’euforia generale però è stata, questo giovedì, la banca centrale del Giappone, l’unica, tra le più importanti, che ha continuano a mantenere una politica ultra accomodante in questa stagione di rialzi dei tassi e che sembra aver improvvisamente cambiato idea.
Oggi il governatore della BoJ, Kazuo Ueda, a sorpresa ha detto infatti che la banca centrale nipponica è vicina a un cambio di strategia. Sul tavolo ci sarebbero diverse opzioni, su quali tassi di interesse puntare una volta che i costi di finanziamento a breve termine saranno usciti dal territorio negativo in cui si trovano tuttora (-0,10%).
Queste parole hanno fatto impennare lo yen e i rendimenti dei titoli di Stato del paese del sol levante. Sul mercato dei cambi il dollaro cede circa il 2,2% contro la divisa giapponese, che tratta in area 144,04.
Il biglietto verde s’indebolisce leggermente anche contro l’euro, ma il cambio è poco mosso in area 1,078.
Le notizie macroeconomiche in Europa confermano un generale indebolimento della situazione: la produzione industriale italiana mostra un calo dello 0,2% a ottobre (-1,1% annuo, meglio del -2% di settembre). La Germania delude (-0,4%, contro +0,2% atteso); il pil nell’area delle moneta unica è in calo dello 0,1% nel terzo trimestre.
Guardando alle materie prime si appiattisce il rimbalzo del petrolio, dopo l’ennesimo tonfo di ieri.
Piazza Affari banche deboli, ma Fineco e Mediobanca sono in controtendenza
Il settore bancario è oggi tra i peggiori del Ftse Mib, anche se tra le dieci blue chip migliori del giorno si trovano alcuni titoli finanziari come Finecobank +1,55%, Mediobanca +0,78%, Azimut +0,4%, Generali 0,21%.
A soffrire sono i titoli degli istituti di credito, che tanto hanno guadagnato nel corso dell’ultimo anno. I realizzi affossano Banco Bpm -3,94%, Monte Paschi -2,65%, Bper -2,73%, Unicredit -2,09%.
La maglia nera del giorno va a Saipem -4,14%, su cui si addensano le vendite da alcune sedute a causa dell’andamento dei prezzi del greggio.
Dentro e fuori dal listino principale la seduta è stata volatile per alcuni titoli del lusso, penalizzati dai giudizi di alcuni broker.
Moncler si apprezza e sale dello 0,85%.
Ferragamo limita le perdite allo 0,08%, nonostante la retrocessione di Deutsche Bank a ‘Sell’ da ‘Hold’, con prezzo obiettivo ridotto a 11 euro da 12 euro. Anche Tod’s resiste (+0,06%) sotto i colpi di un ridimensionamento del prezzo target che, per DB, passa a 34 da 36 euro.
Il più effervescente è Cucinelli, +1,58% che presto entrerà a fare parte del club esclusivo dei 40 titoli a maggior capitalizzazione.
Spread stabile e tassi ancora in lieve calo
Un passettino alla volta i tassi dei titoli di Stato della zona euro scendono, in un contesto in cui si prevede che il prossimo anno la Bce taglierà il costo del denaro.
Lo spread tra Btp decennale e Bund è a 175 punti base, i tassi scendono rispettivamente a 3,94% e 2,19%.
Non ha suscitato particolari reazioni il fatto che la Germania sia prossima all’esercizio provvisorio (almeno per qualche settimana), poiché non riuscirà ad approvare il bilancio federale 2024 entro la fine dell’anno, come riferiscono alcuni media tedeschi. All’origine del tilt c’è la sentenza della corte costituzionale tedesca che il mese scorso ha dichiarato illegittimo un trasferimento di crediti fra due fondi fuori bilancio, cosicché i leader della coalizione di governo stanno cercando di tappare un buco di 17 miliardi di euro.