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Senato Usa respinge aiuti all’Ucraina: duro colpo per Biden. E la Ue affronta la mina Orban su Kiev nell’Unione

Il voto del Senato Usa è un duro colpo per il presidente Joe Biden: “Regalo a Putin, non possiamo lasciare la vittoria alla Russia”. Bloccato un pacchetto di 111 miliardi di dollari. La prossima settimana Consiglio Ue sull’adesione di Kiev: non sarà una passeggiata

Senato Usa respinge aiuti all’Ucraina: duro colpo per Biden. E la Ue affronta la mina Orban su Kiev nell’Unione

L’Ucraina e il suo presidente Volodymir Zalensky rischiano di essere sempre più isolati. Il Congresso statunitense ha respinto un significativo pacchetto di finanziamenti richiesto dal presidente Joe Biden, comprendente aiuti militari per l’Ucraina e Israele e umanitari per Gaza. I repubblicani al Senato hanno bloccato l’avanzamento di una legge straordinaria, che avrebbe stanziato circa 111 miliardi di dollari, principalmente destinati a Kiev, chiedendo, invece, concessioni significative sulla politica migratoria degli Stati Uniti. Mentre negli Usa si cerca di valutare un piano B per Kiev, la Ue si prepara ad affrontare la mina Orban sull’ingresso di Kiev nell’Unione. È iniziato il conto alla rovescia per il Consiglio Europeo del 14-15 dicembre, destinato a rappresentare un passaggio cruciale per il futuro dell’UE. In ballo vi è l’ingresso dell’Ucraina nella Ue.

La Ue affronta la mina Orban: potrebbe porre il veto all’ingresso dell’Ucraina

Il consiglio europeo del 14-15 dicembre avrà sul tavolo due temi principali: la decisione di concedere a Ucraina e Moldavia lo status ufficiale di paesi candidati all’adesione e la modifica del rimanente bilancio settennale dell’Unione (valido fino al 2027) con l’accantonamento di 50 miliardi di euro per la rinascita economica della stessa Ucraina. Il clima politico per arrivare a queste decisioni è ben lontano dall’essere dei migliori, per varie ragioni. L’allargamento dovrà necessariamente includere anche i Paesi dei Balcani portando a 36 il numero finale dei Paesi membri. Una decisione politica in un momento delicato e segnato anche da altre partite aperte, come quella sul nuovo Patto si Stabilità. Di qui la corsa a convincere il riluttante Viktor Orbán, prototipo di tutti gli anticomunitari, a rinunciare al diritto di veto.

Stop del Senato Usa agli aiuti per l’Ucraina

La votazione del Senato Usa sull’Ucraina è stata di 51 voti contro 49, ma servivano sessanta voti per procedere. Ha votato contro anche il senatore indipendente Bernie Sanders che si oppone agli aiuti al governo israeliano “di estrema destra”.

Il risultato costituisce un duro colpo per il presidente Biden, giunto poche ore dopo il suo appello al Congresso, nel quale avvertiva che un rifiuto sarebbe stato un “grande regalo” per il presidente russo Vladimir Putin. Soprattutto in un momento critico della guerra tra Ucraina e Russia.

La richiesta di Biden al Senato: “Non possiamo lasciare la vittoria a Putin”

Prima della votazione Biden aveva provato a convincere il Senato ad approvare la legge evocando anche un possibile futuro attacco russo alla Nato: “Non possiamo lasciare la vittoria a Putin. Se prende l’Ucraina non si fermerà lì. E se attacca un Paese della Nato avremo soldati americani che combattono contro soldati russi”.

“Il mancato sostegno all’Ucraina è assolutamente folle, è contro gli interessi degli Stati Uniti”, ha detto il presidente Usa ai giornalisti assicurando il suo impegno per rifinanziare il fondo.

Il Senato ha respinto il provvedimento ma anche se dovesse essere approvato nei prossimi giorni, affronterà difficoltà significative alla Camera, dove la maggioranza è repubblicana e lo speaker, Mike Johnson, è affiliato alla destra radicale e non mostra particolare sostegno all’Ucraina.

I repubblicani chiedono una nuova politica migratoria

La promessa di Biden di fornire aiuti all’Ucraina è compromessa dalle profonde divisioni nel Congresso su questo tema. I Repubblicani, che detengono la maggioranza alla Camera dei Rappresentanti, condizionano l’assistenza all’Ucraina a una netta riduzione della politica migratoria americana lungo la frontiera messicana, una condizione respinta dai Democratici.

I sostenitori di Trump, orientati verso l’isolazionismo, ritengono che bloccare l’ingresso di migranti clandestini dal Messico sia più urgente del fornire sostegno militare a Paesi lontani. I democratici si oppongono a questo che considerano un ricatto e sollevano una questione di metodo, opponendosi a mescolare in una stessa norma questioni diverse per natura e urgenza.

Il fallimento della controffensiva fa tornare forte Putin

Dopo l’attacco di Hamas, il fronte ucraino sta tornando di nuovo al centro dell’attenzione a causa del fallimento della controffensiva, della riorganizzazione dell’esercito russo e dell’esaurimento di armi e munizioni, in gran parte fornite dagli Stati Uniti.

Se gli aiuti fossero bloccati a Washington, gli ucraini rischiano di trovarsi senza armi per difendersi già a gennaio. E Putin, quasi sconfitto un anno fa, torna, così, a farsi minaccioso anche oltre i confini dell’Ucraina.

A fine anno finiscono i fondi per l’Ucraina

La direttrice del Bilancio federale, Shalanda Young, ha confermato che i fondi per la guerra si esauriranno entro Capodanno. Si tratta di 175 milioni di dollari già autorizzati dal Congresso. Un grave problema per Kiev, poiché solo gli Stati Uniti sono in grado di fornire armi efficaci in tempi rapidi e in quantità adeguate.

Non a caso il ministero della Difesa ucraino ha lanciato oggi un appello ai partner internazionali per un maggiore sostegno, soprattutto per quanto riguarda la difesa aerea, in vista del grande freddo invernale. “La Russia mantiene alcune capacità per produrre vari tipi di armi. Si tratta di una sfida seria per le forze di sicurezza e difesa dell’Ucraina e per la coalizione filo-ucraina. Abbiamo bisogno di più sostegno. La parte più dura dell’inverno è alle porte. Ciò significa la necessità di rafforzare i sistemi di difesa aerea dell’Ucraina”, ha detto al canale United News il rappresentante della direzione principale dell’intelligence presso il ministero della Difesa ucraino, Andrii Yusov. Al Pentagono le autorità ucraine hanno chiesto a Washington nuove armi, tra cui i sistemi di difesa missilistica THAAD, gli aerei F-18 Hornet, gli elicotteri Apache e Black Hawk, nonché gli aerei da trasporto militare C-17 e C-130. Lo ha riferito Reuters.
 

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