Scatta alle 00.01 del 5 dicembre lo sciopero nazionale del personale sanitario: medici, infermieri, dirigenti sanitari iscritti ai sindacati Anaao Assomed, Cimo-Fesmed e Nursing Up protesteranno per 24 ore contro le politiche del governo sulla sanità e in particolare contro la riduzione delle delle pensioni del comparto stabilita nell’ambito della Manovra 2024. Emblematico il titolo del comunicato intersindacale che annuncia lo sciopero: “Da eroi a invisibili, il governo volta le spalle ai medici”.
Sciopero nazionale medici e infermieri del 5 dicembre: tutte le informazioni
Lo sciopero sarà nazionale e durerà 24 ore. Dalle 00.01 di martedì 5 dicembre alle 23.59 dello stesso giorno. Secondo le previsioni l’adesione sarà massiccia, con problemi soprattutto negli ospedali dove non saranno garantite le attività prenotate e programmate, ma solo i servizi essenziali come emergenza e pronto soccorso. A rischio ci sono le attività ordinarie, soprattutto gli ambulatori e le visite. I sindacati dei medici Anaao Assomed e Cimo-Fesmed e degli infermieri Nursing Up rappresentano oltre la metà dei medici italiani e gran parte degli infermieri.
Il culmine della protesta è in programma per le 11.30 di martedì, quando a Roma, in piazza Santi Apostoli, avrà inizio un sit-in contro la Manovra 2024 e in difesa del Servizio sanitario nazionale. Altre manifestazioni sono previste in ogni città e azienda. A Torino i lavoratori si riuniranno davanti alla Regione, a Bologna in via Albertoni, a Palermo ci sarà un’assemblea all’Ordine dei medici e via dicendo.
Sciopero nazionale 5 dicembre: le richieste di medici e infermieri
Tra le richieste dei sindacati ci sono l’assunzione di nuovi medici e personale infermieristico, la detassazione dell’indennità di specificità medica e sanitaria per garantire un aumento degli stipendi di tutti i dirigenti, oltre a risorse adeguate per il rinnovo del contratto di lavoro, ritiro dei tagli alle pensioni, depenalizzazione dell’atto medico. A far scoccare la scintilla della protesta è stata soprattutto la riduzione delle pensioni stabilita dalla manovra.
Nel corso di un incontro tenutosi la settimana scorsa, il governo ha avanzato ai sindacati tre proposte per risolvere il nodo pensioni e rivedere la stretta: salvaguardia dell’assegno per chi va in pensione raggiunti i requisiti di vecchiaia, taglio ma “graduale” per chi sceglie l’anticipo e il mantenimento dei diritti acquisiti al 31 dicembre 2023. L’esecutivo ha spiegato che si sta ancora “lavorando” per rivedere l’articolo 33 che taglia le aliquote di rendimento delle pensioni di alcune categorie (non solo medici, ma anche sanitari, dipendenti enti locali, maestri d’asilo e ufficiali giudiziari), sottolineando però che dovranno essere rispettati i vincoli di bilancio. Risposte che però non sono state considerate sufficienti dalle associazioni sindacali.
Così com’è oggi, l’articolo 33 della legge di Bilancio taglia la pensione a 732mila lavoratori pubblici in vent’anni, tra cui 55.600 medici, riducendo le aliquote di rendimento dei contributi versati tra il 1981 e il 1995. Un taglio che porterebbe il personale attualmente in servizio a perdere tra il 5% e il 25% dell’assegno pensionistico annuale, da moltiplicare per l’aspettativa di vita media.
“Dopo l’ennesima Manovra economica, che ignora le esigenze dei professionisti della salute, mette in discussione i loro diritti acquisiti, e dimentica le necessità della sanità pubblica, è giunta l’ora di scioperare – hanno dichiarato Pierino Di Silverio, segretario Anaao Assomed, Guido Quici, presidente Cimo-Fesmed, e Antonio De Palma, presidente Nursing up -. Ci vediamo in piazza per esprimere a gran voce tutta la nostra rabbia e la nostra delusione”
La stretta sulle pensioni dei medici e di alcune categorie di statali è “da cancellare, stanno mettendo in discussione dei diritti acquisti e stanno peggiorando la legge Fornero”. Così il segretario generale della Cgi, Maurizio Landini.