Dopo sette giorni di stop, la tregua nella Striscia di Gaza è finita all’alba con la ripresa dei combattimenti tra Israele e Hamas. Accuse reciproche sulle responsabilità. Da una parte l’esercito dello Stato ebraico ha accusato il gruppo radicale di aver violato i termini dell’accordo. Dall’altra Hamas addossa la responsabilità a Israele in quanto avrebbe “rifiutato per tutta la notte di accettare tutte le offerte di rilascio di altri ostaggi”. E mentre Il Qatar “conferma che i negoziati” tra Israele e Hamas “proseguono con l’obiettivo di tornare” a una tregua, la speranza di vedere presto il ritorno di nuovi ostaggi, almeno di tutte le donne e bambini, sembra uno scenario che si allontana sempre di più. Che la tregua fosse agli sgoccioli si sapeva già da ieri, quando il gruppo radicale palestinese, allo scadere dell’accordo non ha consegnato una lista di prigionieri da liberare e ha violato la pausa sparando razzi. Ad alzare la tensione anche l’attentato, rivendicato poco dopo da Hamas, a Gerusalemme avvenuto alla fermata di un bus dove hanno perso la vita 4 persone. Israele ha risposto colpendo anche il sud di Gaza. Intanto il ministero della Salute della Striscia di Gaza – controllato da Hamas – ha detto che nelle prime ore di venerdì 1° dicembre i bombardamenti israeliani hanno ucciso in tutto 32 palestinesi in varie zone della Striscia.
La fragile tregua tra Hamas e Israele: quanti ostaggi sono stati liberati?
Le due parti si erano inizialmente accordate per una tregua di 4 giorni, che poi è stata prolungata in più occasioni dopo lunghe e complesse negoziazioni dal Qatar. Fin dai primi giorni della tregua le autorità israeliane avevano detto che la sospensione dei combattimenti sarebbe stata temporanea – non oltre i 10 giorni. – e che una volta terminata avrebbe ricominciato le operazioni militari nella Striscia per “estirpare” Hamas.
Ma quanti ostaggi sono stati liberati durante la tregua? In tutto Hamas ha liberato 105 persone prese in ostaggio nel corso dell’attacco del 7 ottobre (su un totale di circa 240), di cui 78 donne e minori israeliani. Al momento non si sa quanti siano gli ostaggi ancora vivi nelle mani degli estremisti. In una intervista all’emittente Usa Cbs, un leader di spicco di Hamas, Ghazi Hamad, ha risposto: “Non lo so. Il numero non è importante”.
Nyt: “Israele sapeva dell’attacco del 7 ottobre da più di un anno”
Il New York Times rivela una serie di documenti interni di intelligence secondo cui il governo israeliano era al corrente dei piani di Hamas per l’attacco del 7 ottobre da più di un anno. Da quanto si legge nell’articolo del Nyt, i dirigenti dell’esercito e dell’intelligence israeliani sottovalutarono il piano, ritenendolo troppo “ambizioso” e difficile da realizzare per il gruppo estremista.
Secondo i documenti esaminati dal Nyt, non c’era una data prestabilita, ma descriveva un attacco metodico progettato nei più piccolo particolari. Gli obiettivi? Distruggere le fortificazioni attorno a Gaza e prendere il controllo delle città israeliane e assaltare le principali basi militari, incluso il quartier generale di una divisione. Non solo. Nei documenti, spiega il quotidiano americano erano previsti una raffica di razzi all’inizio dell’attacco, droni per mettere fuori uso le telecamere di sicurezza e mitragliatrici automatiche lungo il confine, e uomini armati che si riversavano in Israele in massa con parapendii, motociclette e a piedi: tutte cose realmente accadute quel terribile 7 ottobre. Il piano includeva anche informazioni sensibili, come la posizione e le dimensioni delle forze militari israeliane, sollevando molte domande su come Hamas le abbia raccolte e nel caso se ci siano state fughe di notizie all’interno dell’establishment della sicurezza israeliana.