Una tregua di quattro giorni, il rilascio di 50 dei 236 ostaggi in mano ad Hamas e di 150 palestinesi in mano ad Israele. E’ questo l’atteso anche se fragile accordo tra Hamas e Israele raggiunto ieri sera grazie alla mediazione del Qatar e alla pressione americana. Il compromesso scatterà da giovedì. Naturalmente, come ha detto il premier israeliano Netanyahu, “la guerra non è finita e i combattimenti riprenderanno come prima, ma l’accordo è giusto”. Soddisfazione per un accordo che dà un po’ di respiro a popolazioni e terre martiriate del Medio Oriente è stata espressa dal presidente americano Biden.
L’intesa, che non è priva di incognite, prevede che Hamas liberi 50 ostaggi tra donne e bambini ma non uomini e militari. A sua volta Israele rilascerà 150 donne e minori palestinesi, nessuno dei quali accusato di aver ucciso israeliani. Israele ha anche chiesto e ottenuto che la Croce Rossa Internazionale possa visitare gli ostaggi e portare loro medicinali ma ha garantito che durante la tregua i suoi droni non voleranno. Oggi dovrebbero essere compilate le liste degli ostaggi da rilasciare. Decisiva per l’accordo, oltre alle pressioni internazionali e a quella americana in primo luogo, è stata la rivolta delle famiglie degli ostaggi che hanno apertamente accusato il premier Netanyahu e i ministri della destra di non avere la liberazione degli ostaggi come priorità