A Piazza Affari tutti i riflettori sono puntati sul Monte dei Paschi che a inizio pomeriggio cede l’8,1% portando con sé l’intero comparto bancario (Ftse Italia Banche -1,7%) e lo stesso Ftse Mib, peggior listino della giornata con un ribasso superiore all’1%.
Mps crolla in Borsa e scende sotto il prezzo di vendita
In avvio le azioni Mps non sono riuscite a fare prezzo. A metà pomeriggio il loro valore è sceso a quota 2,823 euro, al di sotto dei 2,92 euro per azione fissati dal Mef nell’ambito della cessione del 25% del capitale che dovrebbe portare allo Stato un incasso complessivo di 920 milioni di euro.
Con la vendita, il Tesoro è sceso dal 64,23% al 39,23% del capitale di Mps, rendendo dunque più semplice la ricerca di un partner per la necessaria aggregazione e l’ulteriore discesa del Mef che in base agli accordi con l’Europa dovrà alla fine uscire completamente dall’azionariato. Il mercato comincia dunque ad interrogarsi sul futuro della banca e sui tempi dell’uscita definitiva del Mef, ma anche sulla possibilità che questa mossa possa far ripartire il risiko bancario.
Secondo gli analisti di Equita, il piazzamento delle azioni da parte del Ministero dell’Economia “non è del tutto inatteso considerando la recente forte performance del titolo (+30% nell’ultimo mese), supportata oltre che dal miglioramento operativo della banca, anche dalla riduzione del ‘petitum’ di rischi straordinari (il 27 novembre ci sarà inoltre la sentenza d’appello sul caso Viola Profumo), dal recente doppio upgrade di Fitch sull’emittente e dal miglioramento dell’outlook da parte di Moody’s sul rating sovrano”. Il prezzo per azione, occorre ricordarlo, incorpora uno sconto del 4,9% rispetto al prezzo di chiusura delle azioni del Monte dei Paschi di lunedì in Borsa ma è superiore di quasi il 50% rispetto al prezzo di sottoscrizione dell’aumento di capitale della banca senese realizzato nel novembre del 2022.
In base a quanto emerso dai rumors, sottolinea ancora Equita, “il piazzamento non avrebbe visto l’ingresso di un operatore industriale nel capitale della banca”. In ogni caso, “nell’attuale contesto di mercato continuiamo a non vedere necessariamente l’M&A come uno scenario di breve termine” concludono da Equita.
Forte attenzione anche sui tempi dell’uscita del Mef dal capitale dell’istituto senese: “Il governo dovrebbe ora poter chiedere un rinvio al 2025 per l’uscita definitiva da Mps, ovvero la vendita della quota residua del 39,2% (per la quale è stato concordato un ‘lock up’ di 90 giorni)”, spiegano da Intermonte.
Chi ha comprato il 25% di Mps
Secondo Milano Finanza sarebbero una decina i grandi investitori internazionali e italiani che hanno fatto la parte del leone nel collocamento delle azioni Mps. Tra coloro che avrebbero comprato i titoli figurerebbero in prima fila Algebris, Kairos e Fideuram, il colosso del risparmio di Intesa Sanpaolo. Tra gli acquirenti anche l’alternative asset manager inglese Melqart (già attivo in passato sulle azioni e sui bond subordinati di Siena), Stone Point Capital, sempre basato a Londra, l’americana Wellington Management e la svizzera Psquared Asset Management.
Nel frattempo, il presidente della Compagnia di Sanpaolo Francesco Profumo ha detto a Radiocor che l’ente non ha incrementato la partecipazione in Monte dei Paschi. Profumo che guida anche l’Acri, l’associazione delle Fondazioni di origine bancaria, ha detto: “Con il Mef abbiamo fatto un’operazione di sistema di cui siamo molto contenti e adesso seguiamo l’azione del Governo”. Un gruppo di Fondazioni bancarie aveva accolto infatti lo scorso anno l’invito del Tesoro per partecipare alla ricapitalizzazione da 2,5 miliardi di Rocca Salimbeni. La Compagnia di Sanpaolo aveva sottoscritto azioni per un controvalore di 10 milioni di euro, seguita, con importi diversi, da un’altra decina di Fondazioni. Difficile che altri enti bancari, viste le modalità del collocamento, possano aver deciso un investimento senza passare prima dal via libera degli organi di governo. Certamente non ha potuto partecipare la Fondazione Mps che per acquistare eventuali nuove azioni della Banca deve chiedere un’autorizzazione preventiva al Mef. Nessun acquisto di azioni Mps neanche da parte di Enpam, secondo quanto riferisce il presidente, Alberto Oliveti, e da Cassa dei commercialisti con il presidente Stefano Distilli che ricorda i vincoli all’investimento diretto che ha l’ente privatizzato con un’unica eccezione: la quota di partecipazione in Bankitalia.
Banche in rosso a Piazza Affari
La pioggia di vendite su Mps trascina in rosso l’intero comparto bancario. Dopo il Monte dei Paschi, Il secondo peggior titolo del listino è infatti Banco Bpm -3,3%, che i rumors vorrebbero a nozze con l’istituto senese. Negative anche Bper (-3,2%) e Unicredit (-1,36%), coinvolte in passato nel risiko con Mps. Male Intesa (-1,4%). In rosso anche il risparmio gestito con Finecobank (-2,2%) e Banca Generali (-1,8%).