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Whirlpool-Arcelik, lo slittamento del via libera dell’Antitrust inglese alla joint allarma manager e sindacati

La joint si presenta come l’ancora di salvataggio di un mercato degli elettrodomestici che in Europa perde il 10% delle vendite e che deve fare i conti con i disastri provocati dalla fallimentare gestione del Ceo di Whirpool Bitzer e delle sue insensate epurazioni

Whirlpool-Arcelik, lo slittamento del via libera dell’Antitrust inglese alla joint allarma manager e sindacati

Hanno tutti una fretta indiavolata: i sindacati, i vertici, il management delle due aziende firmatarie della joint-venture Whirlpool-Arçelik e anche i politici. Ma l’Autorità inglese per la concorrenza e i mercati (CMA) l’aveva subito detto che la decisione per proseguire l’indagine con la Fase 2 era stata presa dopo che le parti avevano comunicato di non essere interessate a un’eventuale sostanziale riduzione della concorrenza nel Regno Unito e cioè delle loro quote di mercato. Di più: il CEO della multinazionale turca, Hakan Bulgurlu, ha dichiarato che un eventuale rimando della risposta oltre dicembre potrebbe rendere problematico il completamento della joint venture. E del resto come dargli torto: la crisi sempre più pesante dei consumi può rendere ancor più complicata la problematica integrazione di due colossi come Whirlpool EMEA e Arçelik. Con i big cinesi a soffiare sul fuoco a lamentarsi in forma semiufficiale presso il Ministero del fatto che la posizione dominante sui mercati della newco comprometterebbe le normali condizioni di libera concorrenza.

La CMA, che in fin dei conti deve esaminare i possibili rischi per i consumatori e la libera concorrenza di un solo mercato, ha comunque confermato che è il termine ultimo a fine marzo.

E a proposito di crisi, possiamo anticipare che negli ultimi mesi l’Europa registra un ulteriore calo del sell in del 10% mentre per l’Italia una timida ripresa delle vendite delle lavatrici ha limitato i danni con un -6%.

Cosa chiedono i sindacati

È ovvio che una dilatazione dei tempi così pesante accresca le tensioni e le incertezze così mercoledì 15 le segreterie nazionali di Fim, Fiom, Uilm e Ugml, hanno chiesto ai dirigenti ministeriali tre cose: ulteriori chiarimenti sul provvedimento del (fumoso) golden power; “una data per un tavolo di confronto – recita il comunicato- sul settore degli elettrodomestici; e un impegno più preciso nel monitorare che la nuova società metta in campo anche investimenti sui processi produttivi in tutti gli attuali stabilimenti Whirlpool per dare un respiro di medio lungo termine all’ acquisizione della multinazionale turca”. Ricordiamo invece che Electrolux, pur delle difficoltà in cui si trova, può vantare, grazie a ingenti investimenti, un ottimale livello di adeguamento tecnologico degli impianti e dei prodotti.

In tutto questo scenario ci sono alcuni retroscena da chiarire. Risulta, per esempio, certamente difficile pensare che il governo italiano possa interferire nelle strategie di due società private, Whirlpool e Arçelik- che sono libere di decidere programmi e investimenti. La complessità dell’intera vicenda riguarda anche l’innovazione: vale la pena ricordare che sono proprio gli investimenti in innovazione che da diversi anni sono mancati alla Whirlpool Emea, da quando la gestione del rigidissimo Jeff Fettig, CEO della Corporation, affidò nel 2006 la filiale europea a Marc Robert Bitzer che inaugurò la finanziarizzazione della multinazionale con delocalizzazioni, tagli generalizzati, tagli agli investimenti in R&D, con una progressivo svuotamento del centro europeo di Cassinetta (Va).

Un altro ostacolo ad una ricerca organica di soluzioni deriva dal fatto che c’è un innegabile scollamento tra le associazioni imprenditoriali europee e quelle nazionali per cui spesso tra APPLIA Italia e APPLIA Europa non c’è uno scorrevole tranfert di informazioni (eufemismo) perché le multinazionali bloccano le iniziative delle associazioni locali impedendo un autonomo lavoro di scouting e research di dati e informazioni. Come invece non avveniva sino a un decennio fa.

L’emorragia dei manager in Europa

E, ancora: è bene riandare al 2017, quando Bitzer divenne successore di Fettig, come Ceo della Corporation. Molti ricordano quando respinse in toto il programma di una coraggiosa innovazione di processo e di prodotto delle fabbriche europee presentato dall’allora vice presidente del Gruppo, Yannick Fierling, già Operations & Business Unit Lead, Cooking, Dishwasher & Microware della filiale europea. Dopodiché cominciò l’emorragia strisciante di numerosi superesperti manager mentre la Whirlpool Emea si impoveriva senza peraltro valorizzare quel serbatoio di innovazioni e competenze che era la Indesit. Innovazione e integrazione mancate, brutale primato dei dividendi e degli azionisti sul valore e sulla competizione.

I nomi di chi se ne è andato

Pesanti ripercussioni su fatturati, margini, immagine e quote di mercato ha avuto la prolungata emorragia che ha deprivato l’azienda di un team europeo di assoluta eccellenza mondiale, così come l’aveva voluto David R. Witwam, il Ceo che nel 1989 firmò l’acquisizione della Ignis-Philips dalla Philips e che, aveva una visione profondamente etica del ruolo sociale dell’impresa, nel quadro di una profittevole internazionalizzazione del gruppo.

Si trattava di dimissioni di notevole caratura a partire da quella più rilevante, di Yannick Fierling (General Manager Fabric Care Whirlpool) diventato Presidente di Haier Europe. Preceduta peraltro anni prima da due gravi perdite quella in particolare di Giuseppe Perucchetti, vice presidente, approdato poi in Elica. Un personaggio “alla Borghi” dotato di grande personalità e carisma. Ora è CEO della Goldplast S.p.A. E quella di Giuseppe Geneletti, Senior Director Corporate Comnunications, ora è in Methodos a Milano nella posizione di Head of Smart Working Solutions.

Ad assumere gran parte dei manager usciti da Whirlpool Emea è stata la Haier Europe, che portato via il primato mondiale degli elettrodomestici a Whirlpool. Cominciò Pierre Ley (Corporate Communications and Media Relations Manager EMEA Whirlpool) noto per aver saputo gestire passaggi difficili nella riorganizzazione del gruppo e uno dei pochissimi esperti in Europa nella crisis communication management. John Piero Doyle, in Whirlpool project Leader R&D, ora in Haier, in una posizione più elevata, si occupa dello stesso settore. Davide Castiglioni (Amministratore delegato, VP produzione Whirlpool) lavora come Chief Digital and Operations Officer COESIA S.P.A. Alessandro Finetto (Global Sr. Director, Design Team, Whirlpool Corporation) è diventato Design professor at NABA Academy Milano. Sebastiano Rio, già Vice President Operations in Whirlpool poi transitato per Ferrari ora in Brembo come COO (Chief Operating Officer) della divisione Moto. Marco Balliano (incasso Whirlpool) è General Manager Business Unit FoodPreparation&Built-in Business in Haier Europe. Francesca Morichini (VP Risorse Umane Whirlpool EMEA) è diventata Global Chief HR Officerat Amplifon Group. Carmine Trerotola (director Industrial Relations Whirlpool & Indesit) ora è Responsabile Relazioni Industriali, Welfare e Sicurezza presso UnipolSaiAssicurazioni Spa. E poi Mauro Piloni ( Executive vice president Whirlpool Corp. e CEO Whirlpool R&D) ora Member of Board of Directors Future Food Accelerator Lugano. Enrica Monticelli (Global Technology Leader FoodPreservation Whirlpool Corp.) è passata al Group Technology Innovation Director De’ Longhi, Diego Perrone (Marketing Director Whirlpool Italia, prima product leader refrigerazione) al CoolingProducts Line Leader Haier Europe. Jean PacalRey (VP marketing Whirlpool EMEA poi leader globale Cottura) è CCO Chief Commercial Officer Haier Europe, Sabrina Zara (Comunicazione Whirlpool Italia) – Italy marketing Director Haier Europe e Lorenzo Paolini (AD Whirlpool Italia) ora consulente.

Bitzer fa fuori anche i CEO della Corporation

Ricordiamo quanto avevamo rivelato a gennaio 2023 come l’inesorabile tedesco a capo della multinazionale, a fronte di clamorosi errori di strategie commerciali e tecnologiche, defenestrò presidenti e Coo (Chief Operating Officer) di tutta la Corporation, a cominciare da Joseph T. Leotine, in carica soltanto dall’agosto 2021, e n.2 subito sotto di lui. Oltre ad una strage di manager e sottomanager da paura. Che – dato clamoroso anche questo- era stata preceduta in grande riservatezza da un’altra strage di presidenti, il 9 gennaio l’allontanamento del Presidente della Whirlpool America Latina, Joao Carlos Costa Brega, nominato nel 2012 e che aveva voluto e seguito l’oneroso investimento di 52 milioni di dollari per una nuova fabbrica in Argentina (in pieno caos e ingovernabile). E poi subito dopo, il 13 gennaio, ecco le “dimissioni” di Vishal Bohola presidente solo dal 2021 di Whirlpool India, un paese importantissimo per la Whirlpool, poiché in forte ascesa, ricco di manager di vaglia e soprattutto di una classe media sempre più internazionalizzata. E del resto, anche la Cina era stata lasciata in precedenza senza Ceo poiché il vertice di Whirlpool Asia-Cina era stato “dimissionato”, con anche la chiusura della mega fabbrica.

Majaps d’antan

E mentre in Europa si producono e si vendono solo elettrodomestici super efficienti, in Usa l’amministrazione Trump chiude nel 2018 ogni attività di controllo delle applicazioni di norme antinquinamento, con oltre 200 normative tecniche eliminate, lasciando così libertà di vendere apparecchi super inquinanti. Poiché i consumatori americani preferiscono invece acquistare elettrodomestici coreani, europei e cinesi ad alta efficienza, nel 2018 Trump, a difesa dei majaps non competitivi made in Usa, impone dazi del 30 per cento sull’import coreano e cinese. Così viene scoraggiato qualsiasi investimento in efficientamento e nuove tecnologie tanto che al CES di Las Vegas la Whirlpool rispolvera il sistema di lavaggio del bucato del vecchio agitatore – sostituito da un secolo ormai dal cestello rotante, nettamente migliore – e dopo un anno, visto il flop della proposta, ecco presentare un frigorifero dotato di un isolamento sottile –Slim Tech- ma, come affermano i portavoce americani, con la stessa capacità di isolare di quelli in uso. Chi conosce il settore sa che sono ben altre le innovazioni nel settore del lavaggio e della conservazione e che nessun pannello sottile può diminuire i consumi stratosferici dei mega side by side con gli energivori fabbrica-ghiaccio, delle cucine americane.

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