Dividendi globali in frenata. Dopo il record registrato nel secondo trimestre, quando vennero pagate 568 miliardi di cedole, nel terzo trimestre le distribuzioni mondiali sono leggermente calate, scendendo dello 0,9% in termini complessivi a quota 421,9 miliardi di dollari. La crescita sottostante, adeguata ai dividendi speciali una tantum, ai tassi di cambio e ad altri fattori tecnici, è stata dello 0,3%. Questo quanto emerge dall’ultimo Global Dividend Index di Janus Henderson secondo cui a determinare il ribasso sono stati soprattutto i tagli stabiliti da un piccolo gruppo di società appartenenti al settore minerario e al comparto petrolifero in Brasile e Taiwan. Senza questi tagli, infatti, l’aumento sottostante delle cedole si attesta al 5,3%.
Sotto il profilo geografico, Janus Henderson mette in luce soprattutto il record cinese, ma anche il buon risultato dell’Europa trainata da un’Italia che si avvia a chiudere un anno senza precedenti.
Dividendi globali: giù minerari, boom per banche e auto
Dal punto di vista settoriale, a tagliare i dividendi sono state soprattutto le società del comparto minerario, la metà delle quali ha ridotto le distribuzioni nel terzo trimestre del 2023. Seguono i produttori petroliferi in Brasile e Taiwan che, in controtendenza con il resto del settore, hanno deciso di dare una sforbiciata alle cedole. Due esempi? Petrobras in Brasile e Bhp in Australia. Da segnalare anche la forte riduzione registrata dai dividendi del settore chimico e del comparto immobiliare asiatico, una diminuzione che rispecchia le difficili condizioni di questi mercati nella regione di riferimento.
A far da contraltare arriva però il settore bancario, i cui dividendi nel periodo giugno settembre hanno registrato una crescita sottostante del 9,3%. In salita anche le cedole delle società dei servizi di pubblica utilità e del comparto automobilistico. A livello globale nove società su dieci hanno aumentato le distribuzioni o le hanno mantenute invariate, anche se le differenze sono state notevoli a seconda dei settori e dei Paesi, evidenzia Janus Henderson.
Record di dividendi in Cina, positiva l’Europa
Sotto il profilo geografico, negli Stati Uniti le distribuzioni hanno registrato una crescita del 4,5%, un ritmo più lento rispetto agli anni precedenti. Il 98% delle aziende Usa ha comunque aumentato o mantenuto invariati i dividendi.
Bancari e petroliferi spingono il Canada, ma la protagonista assoluta del trimestre è la Cina. Questo periodo, infatti, “segna il culmine stagionale per la Cina e per la maggior parte dei Paesi dell’Asia Pacifica, escluso il Giappone”, sottolinea il report, in cui si legge che i dividendi cinesi hanno raggiunto nuovi record grazie alla forte crescita di Petrochina, che ha mascherato la debolezza dei settori bancario e immobiliare cinesi. Il calo di un sesto delle distribuzioni di Taiwan ha rispecchiato le difficoltà dei settori petrolifero, chimico, siderurgico e assicurativo, mentre una discesa simile in Australia è stata causata dal forte declino delle distribuzioni nel settore minerario. La crescita a Hong Kong è stata ostacolata dal settore immobiliare, in cui tutte le società hanno ridotto o mantenuto invariati i propri dividendi.
E l’Europa? Secondo Janus Henderson il vecchio continente ha continuato a evidenziare una crescita molto forte, proseguendo la tendenza già vista nel secondo trimestre, tradizionalmente molto importante. In difficoltà, invece, il Regno Unito, dove la riduzione delle distribuzioni nel settore minerario ha annullato in gran parte gli aumenti dei settori bancario, dei produttori petroliferi e dei servizi di pubblica utilità.
Dividendi: Italia in crescita con Enel ed Eni
Per quanto riguarda l’Italia, solo due società dell’indice di Janus Henderson hanno pagato dividendi nel terzo trimestre, vale a dire Eni ed Enel. Insieme queste due aziende hanno registrato una crescita sottostante del 4,2%. “Gli aumenti dei dividendi per azione sono stati superiori, ma il programma di riacquisto di azioni proprie di Eni ha fatto sì che il totale distribuito non tenesse il passo con l’aumento del dividendo per azione annunciato dalla società”, sottolinea Federico Pons, country head per l’Italia di Janus Henderson Investors. Per l’esperto, le prospettive del nostro Paese per il quarto trimestre sono positive e “potrebbero significare un dividendo record quest’anno”. In Italia, infatti, il monte cedole potrebbe superare i 18 miliardi di euro.
Gli analisti di Jh, ha calcolato che finora le società italiane incluse nel Global Dividend Index hanno versato ai loro soci 14,5 miliardi di euro di dividendi, compresi i 170 milioni attribuiti alle variazioni dell’indice stesso. Una cifra che rappresenta un incremento sottostante dell’11,5% rispetto ai 12,9 miliardi distribuiti da gennaio a settembre 2022.
Dividendi globali: stime al ribasso per il 2023
A livello globale,Janus Henderson ha rivisto lievemente al ribasso le previsioni sull’intero 2023, passando da 1.640 a 1.630 miliardi di dollari, con un incremento del 4,4% anno su anno. Lo studio mette in evidenza però che la crescita sottostante, non influenzata dai tassi di cambio e dalle distribuzioni una tantum, si è rivelata migliore delle attese. Inoltre diversi Paesi, inclusi Stati Uniti, Francia, Canada, Svizzera e Cina, sono sulla buona strada per effettuare distribuzioni record. Per questo, le previsioni sulla crescita sottostante sono state aumentate dal 5,0% al 5,3%.
“L’apparente debolezza del terzo trimestre non desta preoccupazioni, considerando il forte impatto avuto da un piccolo gruppo di società”, spiega Ben Lofthouse, head of global equity income di Janus Henderson, secondo cui “il livello e la qualità della crescita appaiono migliori quest’anno di quanto sembrassero qualche mese fa, con le distribuzioni che adesso dipendono meno dai dividendi una tantum e dai tassi di cambio volatili”.
“La crescita dei dividendi da parte delle società rimane generalmente solida in numerosi settori e regioni, con l’eccezione dei settori legati alle materie prime, come quelli minerario e chimico”, continua Lofthouse, sottolineando che “È normale e riconosciuto dagli investitori, tuttavia, che i dividendi del settore delle materie prime saliranno e scenderanno durante il ciclo e che questo andamento non è indicativo di problemi più ampi. Inoltre, i nostri dati mostrano che un portafoglio globale diversificato dispone di stabilizzatori naturali, con i settori in crescita – come quelli bancario e petrolifero – che sono in grado di compensare quelli i cui dividendi sono in calo, per esempio i settori minerario e chimico. E naturalmente, i dividendi di norma sono molto meno volatili degli utili nel tempo, e forniscono quindi sostegno nei periodi di incertezza economica”.