Prima dell’esplosione della guerra in Ucraina, le banche di Cipro gestivano oltre 200 miliardi di dollari di capitali russi. Oggi, in seguito alle sanzioni imposte dall’Unione Europea alla Russia e ai suoi oligarchi, quella cifra dovrebbe essere prossima allo zero. E invece no. Perché secondo quanto emerge dall’inchiesta giornalistica Cyprus Confidential, Cipro continua a svolgere il suo ruolo di hub finanziario della Russia. Nonostante la guerra e nonostante le sanzioni.
L’inchiesta del Consorzio internazionale dei giornalisti investigativi (Icij) coinvolge 250 giornalisti di 55 paesi, tra i quali l’Italia con il settimanale L’Espresso. I cronisti hanno analizzato oltre 3,6 milioni di documenti provenienti da sei studi legali e fiscali di Cipro che svelano “una miriade di affari finora tenuti nascosti, che coinvolgono personaggi internazionali dell’economia, politica, sport, televisione” e mostrano “le manovre utilizzate per sfuggire alle sanzioni di guerra, con enormi flussi finanziari trasferiti anonimamente attraverso reti di trust e società offshore gestite dai consulenti di Cipro”, scrive l’Espresso.
Oligarchi russi: miliardi a Cipro nonostante le sanzioni
Le prime sanzioni contro la Russia e i suoi oligarchi furono imposte nel 2014 dopo l’annessione della Crimea e il primo conflitto separatista nel Donbass. Poi, dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, le autorità dell’Isola si sono impegnate ad applicare le nuove sanzioni stabilite dalla Ue e a potenziare quelle già esistenti.
Tra il dire e il fare, però, ci sono di mezzo miliardi di dollari. L’inchiesta rivela infatti come gli studi ciprioti (che però negano di aver violato le sanzioni) continuino a gestire il denaro di ben 96 oligarchi sanzionati, tra i quali almeno 25 risultano sottoposti ai vincoli internazionali fin dal 2014.
Tra gli studi coinvolti, il più “in vista” è quello fondato dal più importante avvocato e politico di Cipro, Nicos Anastasiades – che è stato Presidente della Repubblica dal 2013 fino all’inizio del 2023 – e che oggi è gestito dalle figlie. Lo studio di Anastasiades, infatti, avrebbe acquistato la gestione fiduciaria di ricchissime società anonime che risultano controllate da miliardari russi sanzionati per i legami con il regime di Putin.
Gli oligarchi russi coinvolti nell’inchiesta: c’è anche Abramovich
L’inchiesta del consorzio parte dal 1995 e arriva fino all’aprile del 2022. Secondo quanto rivelato, quasi 800 società anonime internazionali (trust e offshore) fanno capo a oligarchi russi sanzionati fin dal 2014. Tra i 104 miliardari russi censiti da Forbes, almeno 67 sono clienti degli studi di Cipro che non solo gestiscono le loro società cipriote, ma amministrano anche società offshore con sedi tra British Virgin Islands, Jersey, Panama, Dubai e altri paradisi fiscali. Tra i diversi clienti l’inchiesta ha identificato 44 “persone esposte politicamente”. Il più conosciuto è l’oligarca russo Roman Abramovich, ex proprietario del Chelsea. Dalle ultime rivelazioni pubblicate oggi dall’Espresso emerge che Abramovich è titolare di oltre 200 società anonime. “Alcune di queste offshore – scrive il settimanale – sono state utilizzate per versare decine di milioni a diverse persone collegate alla squadra di Londra, senza dichiarare il ruolo di Abramovich e senza inserire quelle somme nei bilanci ufficiali del Chelsea. Secondo gli esperti consultati dai giornalisti del Guardian, quei pagamenti in nero fanno ipotizzare una sistematica violazione delle norme sul cosiddetto fair play finanziario”. Non solo, secondo la Bbc i documenti rileverebbero anche un legame tra l’oligarca e due uomini soprannominati “portafogli” del presidente russo Vladimir Putin, Sergei Roldugin e Alexander Plekhov. Si tratterebbe di un accordo da 40 milioni di dollari raggiunto nel 2010. Peccato che Abramovich abbia sempre negato qualsiasi legame, anche di natura finanziaria, con Putin.
Tra i nomi emersi ci sono anche Petr Aven, azionista chiave del gigante russo dei servizi finanziari del settore privato Alfa Group; Alexey Mordashov, uno dei più grandi industriali dell’acciaio e uno degli uomini più ricchi della Russia, con un patrimonio netto stimato di quasi 21 miliardi di dollari; Rinat Akhmetov l’uomo più ricco d’Ucraina, con un patrimonio stimato di 5,7 miliardi di dollari, secondo Forbes; Alexander Abramov e Aleksandr Frolov sanzionati dal Regno Unito e dall’Unione Europa nel 2022.
L’oligarca Mordashov e il ruolo di Pwc Cipro
A Cipro operano anche colossi mondiali delle consulenze come la Pwc, che ha una filiale locale con più di mille dipendenti. Cyprus Confidential mostra che proprio la sede di Cipro di Pwc avrebbe aiutato Mordashov a trasferire circa un miliardo e mezzo di euro a misteriose società anonime: “un’operazione molto sospetta, perché risulta eseguita lo stesso giorno in cui il patron della Severstal – il gigante russo dell’acciaio, energia e miniere, che fino a pochi anni fa controllava anche l’ex Lucchini di Piombino – veniva colpito dalle sanzioni internazionali” – scrive l’Espresso.
Ci sono poi diversi pagamenti riservati che portano anche a Hubert Seipel, giornalista tedesco, scrittore e personaggio televisivo, che da qualche anno è impegnato a difendere pubblicamente il governo di Mosca e la figura di Vladimir Putin. Le carte di Cipro mostrano che Seipel avrebbe ricevuto due bonifici, per un totale di 600 mila euro, tra il 2018 e il 2019, da una società offshore controllata segretamente dall’oligarca Mordashov.
Coinvolte anche personalità di altre nazionalità che hanno usato società anonime con base a Copro, tra cui l’ex campione di pugilato Vitali Klitschko, eletto per due volte sindaco di Kiev, l’ex ministro delle finanze austriaco, Karl-Heinz Grasser, e un esponente in carica del governo della Guinea Equatoriale.