Il Parco della Salute, Ricerca e Innovazione di Torino è un’eccezione al comune scetticismo verso le grandi opere, poiché da oltre 20 anni gode di un consenso unanime.
La sua realizzazione è considerata necessaria per diversi motivi. Innanzitutto per sostituire un ospedale quasi centenario, garantendo cure moderne e adeguate alla comunità e anche per creare un luogo adeguato a sviluppare ricerca e innovazione, e una occasione unica per lo sviluppo della città e della regione.
E sulla base di queste premesse c’è una domanda che sorge spontanea. Perchè il Parco della Salute, Ricerca e Innovazione non è stato realizzato?
Se lo chiedono il Politecnico di Torino, il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli studi di Torino, la Scuola di Medicina dell’Università degli Studi di Torino, l’Unione Industriali e il Polo del ‘900 che hanno avviato un ciclo di incontri pubblici per discutere delle condizioni e delle opportunità offerte dalla principale trasformazione del territorio regionale rappresentata dal PSRI.
Il gruppo di promotori ha anche formulato un decalogo per sottolineare l’importanza del progetto.
I 10 punti del progetto
Ecco i dieci punti del decalogo che spiega l’importanza del progetto del Parco della Salute, Ricerca e Innovazione di Torino:
- È al servizio di tutti per offrire prestazioni evolute, più efficaci e più sicure, salvaguardando e ampliando il diritto fondamentale alla salute.
- Offre nuovi spazi e opportunità di cura sostituendo gli ospedali obsoleti con una struttura al passo con i tempi, adatta ad affrontare le sfide della medicina di domani senza ridurre la disponibilità di cure. Perché per fare un buon ospedale – ed erogare le migliori cure – non sono sufficienti operatori sanitari bravi e motivati.
- Fa bene a tutta la sanità piemontese permettendo un’organizzazione sanitaria integrata al servizio dei bisogni di cura del territorio piemontese, perché le malattie non si curano solo in ospedale, ma senza una struttura di riferimento per le patologie acute e complesse tutta la rete sanitaria ne soffre, costringendo i pazienti a cercare altrove una risposta.
- È di riferimento per molte malattie perché concentra in un unico polo, inserito nella rete ospedaliera regionale e nazionale, saperi e tecnologie all’avanguardia ed evita la fuga dei professionisti migliori, contribuendo a contenere la crescente mancanza di vocazione per il lavoro del personale sanitario.
- Favorisce il progresso della medicina perché la medicina moderna è ricerca, sviluppo e innovazione tecnologica, possibili solo in un contesto adeguato, dove questi elementi siano strettamente connessi tra loro e con l’Università e le imprese impegnate nella ricerca.
- Migliora la formazione delle prossime generazioni del personale sanitario che non può più essere addestrato in strutture e con tecnologie obsolete, espressione ormai di epoche in cui la medicina era completamente diversa.
- È un volano per il progresso della città e della regione in grado di attrarre studenti, servizi, competenze, investimenti e lavoro, un nuovo polo di sviluppo urbano e regionale.
- Fa bene alla salute di tutti perché un ospedale architettonicamente e tecnologicamente obsoleto complica l’attività degli operatori e ha un impatto ambientale ed economico non più sostenibile; un luogo di cura migliore si traduce in migliori cure e migliore salute per tutta la collettività.
- È un progetto maturo da oltre vent’anni si ragiona sul nuovo Parco della Salute; ora che abbiamo identificato il luogo dove edificarlo, come dovrebbe svilupparsi e trovato anche le risorse, non resta che realizzarlo.
- Lo realizziamo se tutti lo vogliamo senza la consapevolezza dei cittadini, l’impegno degli operatori sanitari e la volontà dell’Amministrazione pubblica, il Parco della Salute non potrà realizzarsi nei tempi auspicati.
Al via quattro incontri tematici
Il decalogo sarà esplorato attraverso una serie di quattro incontri tematici aperti al pubblico, dedicati all’esposizione e alla discussione dei punti con cittadini e stakeholder. Nello specifico, i primi tre punti saranno affrontati nell’incontro organizzato dal Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Torino, mentre i successivi tre verranno trattati alla Scuola di Medicina dell’Università degli Studi di Torino. Il settimo e il decimo punto saranno discussi presso l’Unione Industriali Torino, mentre l’ottavo e il nono al Politecnico di Torino.
Martedì 14 novembre il primo incontro
Il primo incontro, intitolato “Cos’è il parco? modelli, funzionamento, procedure, tempi” avrà luogo martedì 14 novembre, alle ore 15 nel Salone d’Onore del Castello del Valentino (viale Mattioli, 39). All’evento interverranno:
- Guido Saracco, rettore del Politecnico di Torino (Saluti e moderazione interventi)
- Antonio Scarmozzino, direttore sanitario Presidio Molinette – Città della Salute (Perché alla sanità regionale serve il Parco e non un ospedale)
- Giovanni Durbiano, architetto e docente Politecnico di Torino (Progettare il Parco)
- Giuseppe Russo, direttore Centro Einaudi (Il Parco e la programmazione)
- Alessandro Frigeni, direttore Ufficio tecnico dell’ospedale di Bergamo (Il Parco si può fare: l’esempio dell’ospedale di Bergamo)
- Stefania Ravazzi, Università degli studi di Torino e Istituto Gramsci Piemontese (2003-2023: lo sguardo dei presidenti di Regione)
- Marco Corsini, commissario straordinario PSRI (A che punto siamo con il Parco)
I prossimi appuntamenti
- Febbraio 2024: “Diritto alla salute e prestazioni sanitarie integrate” presso il campus Einaudi, dipartimento di giurisprudenza dell’Università degli studi di Torino
- Marzo 2024: “Salute, parco e sviluppo” presso l’Unione Industriali Torino
- Aprile 2024: “Il parco: ricerca, assistenza e didattica” presso la scuola di medicina dell’Università degli studi di Torino